JStor Register & Read Beta

Tutti conoscono JStor, la banca dati elettronica che raccoglie articoli scientifici e monografie da tutto il mondo, accessibili per lo più se si fa parte di un’istituzione culturale che possiedono una sottoscrizione a pagamento.

 

Forse non tutti conoscono, invece, il servizio Register & Read beta di JStor, un programma sperimentale che offre accesso gratuito ad una selezione degli articoli tramite una semplice registrazione, pensato dunque in particolar modo per quegli studiosi che non sono affiliati ad alcuna istituzione. Una volta iscritti è possibile infatti aggiungere al proprio personale scaffale elettronico fino a tre articoli che saranno liberamente consultabili per due settimane, terminate le quali l’articolo verrà rimosso, a meno che non si decida di acquistarlo.

 

Per il momento il programma permette l’accesso a circa 1200 riviste, di cui un numero limitato, in lingua inglese, dedicate all’archeologia, ma vale la pena tenerlo d’occhio.

 

Qui la pagina del programma, con la lista delle riviste consultabili, ed un file pdf con la spiegazione intuitiva di come R&R funziona.

 

 

Non è affondata! (da The Indipendent dal 06/03/2013)

E mentre la nave dell’archeologia va giù, come ci ha raccontato stamattina la nostra Paola, ci sono barche che, pur costruite secondo tecnologie di migliaia di anni fa, riescono a solcare i mari senza troppi problemi.

 

Sì, parliamo di Archeologia Sperimentale, ed in attesa di avere i primi contributi su come si opera in materia qui in Italia, vi giriamo questa notizia proveniente da oltremanica.

 

 

Per la prima volta dopo quasi 3000 anni una barca per la navigazione in mare dell’Età del Bronzo è stata calata in acqua in gran Bretagna. Scivolando con grazia giù per un canale oggi a Falmouth Harbour, Cornwall, la barca, lunga 15 metri, è stata fatta poi navigare per due brevi viaggi di prova da 500 metri dal suo equipaggio composto da 18 persone.

 

L’esperimento, parte di un’indagine di archeologia sperimentale di lungo corso sulla tecnologia marina dell’Età del Bronzo, sta già fornendo dati importanti sulla navigazione di epoca preistorica.

 

 

continua

#DiggingintheCrisis: storify del dibattito pubblico

Giovedì 14 marzo si è svolto a Roma il dibattito pubblico Discovering Archaeologists of Europe – Digging in the Crisis. Si tratta di un progetto europeo al quale la Confederazione Italiana Archeologi partecipa in rappresentanza dell’Italia.

Il progetto è giunto alla 2° edizione e il tema scelto per il biennio 2012-2014  è quello del rapporto tra crisi economica e archeologia: stato dei fatti, proposte per uscirne e prospettive future.

In occasione del dibattito è stato lanciato l’hashtag #DiggingintheCrisis, per permettere a chi non fosse presente a Roma di seguire il dibattito e per consentire agli ArcheoNavigatori di confrontarsi direttamente e senza intermediari sulle tematiche del convegno utilizzando Twitter.

L’evento è stato trasmesso anche in diretta streaming su youtube (canale infocia), è stato predisposto un hangout su Google + e  creata una pagina fb. Tutti accorgimenti per dare agli archeologi la possibilità di partecipare, nei diversi modi che la rete mette a disposizione.

E come ormai avrete capito, noi di professionearcheologo.it  rincorriamo la rete e vogliamo dare spazio a chi ne fa un uso utile alla divulgazione e all’incontro tra professionisti.

Abbiamo quindi partecipato alla discussione tramite il nostro account twitter (@pr_archeologo) e oggi vi presentiamo lo storify dell’incontro: si tratta di una raccolta dei tweet, dei contributi video, di aggiornamenti fb che raccontano quello che è successo in sala e in rete.

Be connected!

 

Link storify #DiggingintheCrisis

Un esempio virtuoso di archeologia e divulgazione (da massaciuccoliromana)

Oggi vi proponiamo un esempio virtuoso di come si possa fare divulgazione scientifica sfruttando gli strumenti messi a disposizione dal web.

A soli quattro mesi dalla conclusione dell’indagine archeologica realizzata nel Cantiere dell’area “Massaciuccoli romana” sono stati messi online i risultati della campagna di scavo 2011-2012.
Con un grande lavoro la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, il Comune di Massarosa e tutta l’équipe di ricerca, hanno voluto offrire contemporaneamente due diversi livelli di accesso ai risultati dell’indagine. Tutto il materiale è rilasciato con licenza CC BY, consultabile e scaricabile gratuitamente.

Particolarmente degna di nota in una prospettiva open access è la possibilità di consultare tutta la documentazione di scavo.

Il sito è visitabile qui

“Put the tea down, I’m holding the past in my hand!”

Rilassiamoci e facciamoci due risate con un Martin Freeman d’annata, qui nei panni di un archeologo… entusiasta in un collage di scene dal sesto episodio dello sketch show Bruiser, andato in onda sulla BBC nel lontano 2000.

 

Buon fine settimana a tutte e a tutti!

 

Video

 

(Photo Credit: Wessex Archaeology via Compfight cc)

Museum Analytics, una risorsa per i musei di tutto il mondo

Museum Analytics è una piattaforma gratuita sviluppata dall’olandese INTK che misura la presenza on line dei musei di tutto il mondo, attraverso la creazione di report statistici che si basano principalmente sull’attività su Facebook e Twitter, ma anche sul numero di visitatori annuali, sia on line che in situ.

 

Il sito internet, che raccoglie al momento circa 3000 istituzioni museali di cui solo 38 italiane, è pensato per gli operatori del settore, e si pone come obbiettivo quello di offrire uno strumento volto a migliorare le proprie strategie comunicative, e monitorare e capire i propri progressi in merito.

 

Be connected, be free

Professione Archeologo è on line da poche settimane ed oltre a ringraziarvi per l’accoglienza che ci avete riservato (siamo a 1000 visite sul sito!), vogliamo lanciarvi una sfida, che è poi anche una dichiarazione di intenti.

 

Il sito nasce come aggregatore di notizie, opinioni, casi di cronaca “archeologica” più o meno famosa, ma quello che vuole diventare, il suo fine ultimo, è tutto nella tagline che campeggia accanto al nome: un punto di riferimento, un centro di confronto, scambio e condivisione di chi per un verso o per un altro lavora e lavorerà in questo campo. L’obiettivo è ambizioso, ma per come la vediamo qui a Professione Archeologo o si punta in alto o non si punta affatto. Ed è questa la sfida che vogliamo lanciare a tutti voi, colleghi vicini e lontani, che scavate, studiate, catalogate e chissà cos’altro da tutte le parti d’Italia.

 

Scriveteci, raccontandoci le vostre esperienze, quell’episodio significativo che vi è capitato tanto tempo fa oppure ieri, quel pensiero che torna sera dopo sera a farvi compagnia dopo una lunga giornata di lavoro. Realizzate brevi articoli, o racconti a puntate, che spieghino il vostro punto di vista su questo o quel problema, che offrano spunti di riflessione sul nostro lavoro. Che siate esperti lupi di mare, o mozzi alle prime armi, che siate ironici e un po’ disincantati, o entusiasti, oppure smaccatamente realisti, la vostra esperienza è preziosa, le vostre idee altrettanto.

 

Questi sono i nostri contatti, per chiedere, proporre, condividere:

 

Siamo anche su Facebook, Twitter e Google+.

 

Mettiamoci in rete, mettiamoci in gioco.  Saremo le prime a farlo.

Scavi di Sibari, studenti al lavoro

Gli studenti di Archeologia dell’Università della Calabria sono al lavoro per il recupero dell’area archeologica di Sibari. Per gli aggiornamenti segnaliamo il servizio del TG1 andato in onda lunedì scorso (inizia al minuto 31.57), e per ulteriori dettagli l’intervista ad uno dei docenti promotori dell’iniziativa, realizzata dal TGR Calabria dell’edizione delle 14.00 di ieri (inizia al minuto 13.52).

Cosa ho imparato su “I Social Media per la Cultura” a Firenze (da generazione di archeologi)

Mercoledì 27 febbraio 2013 ho assistito al workshop “I Social Media per la cultura. Una risorsa per la crescita” tenutosi a Palazzo Strozzi a Firenze. […]

Da blogger attiva sui social network – in prima persona su twitter – non posso non essere interessata ad approfondire il tema dei social media per la cultura: è da quando scrivo sui blog di archeologia che sono assolutamente convinta dell’importanza di seguire l’evoluzione della comunicazione online, che va molto più veloce di quanto possiamo immaginare. Da autodidatta quale sono, quello che finora ho imparato sui social media, sulla comunicazione online, sulla reputazione online mi è stato senza dubbio prezioso, ma non è sufficiente.

Così, dato che sono un’archeologa che avrebbe la pretesa di parlare di comunicazione archeologica, ma che non ha una formazione in materie di comunicazione, posso solo aggiornarmi con ciò che la rete mi propone. La mia attuale esperienza col museo archeologico di Venezia mi ha dato lo stimolo ulteriore per approfondire l’argomento. Il workshop mi ha invece fatto notare quanta strada devo ancora fare per potermi definire un’esperta di social media per la cultura.

 

continua

Archeologia e cementificazione edilizia (da Repubblica del 28/02/2013)

Un’inchiesta di Repubblica (qui) sul rapporto tra patrimonio archeologico e cementificazione delle città, che prende le mosse dall’ormai celebre ritrovamento delle sculture dei Niobidi nella villa di Marco Valerio Messalla Corvino a Ciampino, avvenuta nell’estate del 2012.

L”intervista a Filippo Coarelli  dal titolo “Niente soldi, solo salvataggi. Gli archeologi si sentono impotenti”(qui).