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4 commenti
  1. Marco De Donno
    Marco De Donno dice:

    Carinissimo articolo!
    Forte!
    Non conosco la marca ed il modello proposti, ma se mi capiterà non mancherò di riportare un giudizio personale.

    Vorrei invece -giusto per non sdrammatizzare la serietà dell’argomento- segnalare come DI SOLITO la calzatura antinfortunistica di classe S3 sia la più appropriata per l’Archeologo che opera dentro al cantiere. In questi termini è stato giustamente scritto e negli stessi termini mi sento di confermarlo. Però non necessariamente sempre: potrebbero esistere situazioni nelle quali potrebbe trattarsi di una classe non poi del tutto appropriata (per esempio in situazioni a scarsa o nulla interferenza con lavorazioni di tipo edile, in assenza di demolizioni, carpenterie lignee, armature di calcestruzzo o simili, ma per contro nelle quali l’Archeologo dovesse operare frequentemente in posizione accovacciata o inginocchiata).
    Morale?
    Scarpa alta, scarpa bassa, impermeabie, traspirante, lama antiperforazione metallica, in kevlar, col puntale antischiacciamento etc.etc. Consigliamo sì delle buone case produttrici, ma dissuadiamo anche un poco i Colleghi più giovani dalla scelta “fai da te” quanto ad individuazione della sigla di classe di sicurezza (S3 o altro): la calzatura antinfortunistica non si sceglie autonomamente, ma DEVE essere individuata (e fornita) dal Datore di Lavoro (o istituzione accademica) a seguito di una valutazione del rischio al quale l’organizzazione commerciale, istituzionale o universitaria espone la persona.
    La mia raccomandazione ai più giovani. Se avete perplessità ma siete esitanti a sollevare il problema perché non volete sembrare schizzinosi, parlatene con il vostro Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, esiste per queste cose.
    Pretendete che avvenga davvero come da norma e non lasciatevi trascinare dall’entusiasmo autoprescrivendovi una calzatura di una certa classe di sicurezza; accettate sì dei buoni consigli su una marca, ma che debba essere S3 piuttosto che qualcos’altro fatelo decidere a chi ha la responsabilità su di voi di scegliere (e di fornire) i dispositivi di protezione individuale. Si spera e si augura sempre che no, ma un domani potrebbero venire fuori antipatiche questioni di risarcimento assicurativo.

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    • Antonia
      Antonia dice:

      Ciao Marco, grazie per il tuo commento così circostanziato e per il consiglio!
      Il riferimento alla categoria S3 è basato essenzialmente sulla mia esperienza professionale di archeologa che lavora in cantieri di archeologia d’emergenza per posa cavi o per costruzioni edilizie.
      Per esperienza posso però dirti che le calzature non mi sono mai state fornite dall’istituzione accademica quando ho svolto attività archeologiche in cantieri didattici. Per questo motivo mi è sembrato indispensabile dare almeno un’indicazione di massima ai futuri colleghi archeologi che si dovessero trovare nelle condizioni di dover aquistare in autonomia delle scarpe da lavoro.
      A presto!
      Antonia

      Rispondi
  2. Anna
    Anna dice:

    Ciao posso darti del tu?. sono mamma di una laureanda in arechologia che si cimenta con il primo scavo di due settimane a breve ma non ha ancora l’elenco dell’abbigliamento e siamo un po preoccupati per i tempi. Mi dai qulache suggerimento magari privatamente sulla email?
    Grazie molte . Anna

    Rispondi
    • Antonia
      Antonia dice:

      Ciao Anna, scusa il ritardo nella risposta. Indispensabili in cantiere: pantaloni lunghi con i tasconi (cargo) per poter riporre trowel e altri attrezzi; scarpe antinfortunistiche (obbligatorie); caschetto; maglie a manica corta (se fa caldo); guanti da lavoro. Spero di esserti stata utile!
      Antonia

      Rispondi

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