Archeologia e Street Art al Museo di Trevignano

Archeologia e Street Art al Museo di Trevignano: un mix che convince

Una bellissima giornata di sole, l’escursione in Pontoon Boat, l’archeologia subacquea e la street art di Hitnes: così ci ha accolti Trevignano Romano in occasione del blog tour del 24 settembre.

Ma andiamo con ordine.

Su invito dell’Amministrazione Comunale di Trevignano Romano e della Direttrice del Museo Civico Etrusco Romano, dott.ssa Elisa Cella, un manipolo di giornalisti e blogger ha avuto l’opportunità di scoprire le bellezze nascoste di un borgo che si stende placidamente sulle rive del Lago di Bracciano. Parliamo di Trevignano Romano, località a pochi chilometri da Roma, nota meta di villeggiatura estiva e di turismo culturale.

Adagiato tra basse colline popolate da una variegata flora e fauna locali, il paese di Trevignano affonda le sue radici in epoca remota ma vede il periodo di massima fioritura in epoca etrusca e, successivamente, romana. È proprio in questa fase storica che l’area della leggendaria Sabate, città sommersa dalle acque, diventa sede di numerose ville senatorie, luogo di svago e di otium dei maggiorenti dell’Urbs. Lo stesso imperatore Domiziano, conquistato dalla quiete delle sponde lacustri del Vicus Aurelii (oggi Vicarello, nel territorio di Bracciano), decide di impiantarvi una delle sue numerose ville imperiali godendo del clima salubre e cercando refrigerio dalle torride estati romane. Ed è sempre a Trevignano che Traiano costruisce un acquedotto che per secoli rifornirà Roma.

La vocazione turistica e culturale del paese ha attraversato indenne i secoli fino ad oggi, rimarcando, se possibile, l’intuito degli antichi romani nel privilegiare luoghi ameni e adatti al riposo di mente e corpo. Oggi Trevignano è sede di un importante Festival Cinematografico, il Trevignano Film Fest che vede arrivare da tutta Italia registi, documentaristi e giornalisti per seguire la rassegna fiore all’occhiello del borgo, e proprio per questa occasione amministrazione, museo e organizzazione del Festival hanno attivato una collaborazione per valorizzare insieme le risorse del posto.

In compagnia di Tommaso Santi, il regista premiato il primo giorno del Festival per il suo documentario sulla strage nelle miniere di Ribolla, e insieme al Presidente del Trevignano FilmFest Corrado Giustiniani, ai giornalisti Rai e Sky Pio d’Emilia ed Errico Cattaneo e al “nostromo” Andrea Balestri, subacqueo professionista e conoscitore dei fondali del lago, la giornata è iniziata sul lungolago dove ad attenderci c’era il Pontoon Boat, piccola imbarcazione messa a disposizione gratuitamente dal Comune di Trevignano per offrire l’opportunità ai visitatori di scivolare tra le acque placide del bacino lacustre ammirando il paesaggio circostante e i resti archeologici protetti dalle acque del Lacus Sabatinus.

Nel corso dell’escursione, accompagnati dai racconti di Elisa, abbiamo costeggiato la riva, scoprendo ciò che rimane di una villa romana impiantata nel I secolo a.C. (la villa in loc. Vigna Orsini, oggetto di studi da parte di Giuseppe Cordiano per l’Università di Siena, oggi in attesa di adeguata valorizzazione), alzando spesso gli occhi dallo specchio d’acqua per ammirare un casale impiantato direttamente sulle fondazioni della Villa di Domiziano, nonché ciò che rimane della rocca degli Orsini, distrutta violentemente tra il 1496 e il 1503 dai Borgia, ansiosi di espandere i propri domini. E così tra foto e piacevoli chiacchierate, è giunto il momento dell’attracco, accolti dai cigni dal lungo collo che si sollazzano nelle acque del lago.

Nel piccolo centro non poteva mancare un museo, di quelli che punteggiano città e paesi della Penisola: il Museo Civico Etrusco Romano che raccoglie materiali provenienti dalla Tomba Annesi-Piacentini e dalla celeberrima Tomba dei Flabelli. L’allestimento attuale nasce nel 2000 ad opera di Gregorio Bianchini e oggi il Museo si propone come mission quella del riallestimento delle sue sale per adeguarsi agli standard museali del XXI secolo, puntando sull’accessibilità come suo elemento caratterizzante.

E visto che siamo nell’epoca del melting pot e della contaminazione, perché non provare ad integrare arte antica e arte contemporanea? Nasce così l’idea di “Hitnes. La collezione sommersa. Miti e frammenti di un altro tempo”. Mostra fortemente voluta dalla Direttrice del Museo e sostenuta dal Consiglio Regionale del Lazio, l’esposizione si compone di 19 lavori in ceramica dipinti da Hitnes, street artist cosmopolita, le cui opere sono sparse tra Europa, America, Cina, Australia. Filo conduttore della produzione di Hitnes è spesso il rapporto tra umanità e mondo naturale che nella mostra di Trevignano trova la sua ragion d’essere.

Tutti noi archeologi conosciamo bene l’immaginario dei ceramografi etruschi, greci, italici che spesso decoravano il vasellame con un universo di animali fantastici, mitologici nel quali trovare vizi e virtù dell’uomo, aneddoti, storie più o meno verosimili. Un mondo borderline che spiegava l’origine del cosmo o dava corpo a paure e speranze ancestrali. La sfida che Hitnes ha colto è andata proprio in questa direzione: ri-arrangiare sentimenti e istinti primigeni alla luce della sensibilità di un artista contemporaneo. Ed ecco quindi emergere dalla superficie di aryballoi, piatti, coppe e anfore leoni, ratti, anatre, serpenti e tutto un ecosistema faunistico e lacustre allegoria di fertilità, estasi dionisiaca, hybris. Temi che siamo abituati e vedere rappresentati con il tratto tipico dei pittori del VII-V secolo a.C., ma che nelle mani di Hitnes disegnano campiture sovraccariche di mostri metà uomo-metà animali, dettagli a reticolo, incrociarsi di arti e di spire, riempitivi di onde e palmette. Ogni vaso è accompagnato dalla sua didascalia, che riprende lessico e struttura del tutto simili a quelle che leggiamo accanto all’anfora del pittore di Berlino o alle kylikes a occhioni conservate nel musei di tutto il mondo.

Le opere di Hitnes sono distribuite nelle sale del museo senza soluzione di continuità rispetto ai vasi “veri”, quelli ritrovati nelle tombe etrusche e custoditi nelle teche. Se in un primo momento la sensazione che coglie il visitatore è quella di straniamento rispetto alla capacità di distinguere con un colpo d’occhio il vero dal falso, basta uno sguardo ai pannelli illustrativi per comprendere in pieno il gioco surreale e prospettico dell’esposizione, lasciandosi trasportare nel racconto di questi “frammenti ricomposti”.

“Ricordo bene l’inizio di questa scoperta: era il giugno del 2006, mi era stata appena comunicata la sospensione di un cantiere di scavo che avrei dovuto dirigere. Rimasi senza lavoro”: inizia così il racconto di finzione della collezione sommersa. Un nome di fantasia, Ernesto Ciufoli, per un ritrovamento che si perde tra le pieghe dell’immaginazione.

“Un pomeriggio trovai il diario di scavo originale, e una nota, datata all’aprile del 1966: cassette consegnate nella sacrestia di San Berardino” e da queste cassette emerge il sogno di Hitnes ed Elisa Cella: i 19 pezzi “scomparsi” e poi “riapparsi” tra le sale del museo in un rimando continuo tra verità e verosimiglianza. Falsi credibili che arricchiscono la narrazione dei veri reperti etruschi.

Ed è da questo fortuito e immaginifico rinvenimento di falsi contemporanei che si snoda e prende avvio la comunicazione tra antico e moderno, tra archeologia e street art, quando meno te lo aspetti.

PS: un ringraziamento doveroso va al Sindaco di Trevignano Romano, Claudia Maciucchi, per l’accoglienza, e al team di Hydra Ricerche per la compagnia e il pranzo alla base.

@antoniafalcone

Per saperne di più:

 

#RICA2016: XXVII Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto

#RICA2016: Ritorna la Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto

L’archeologia torna al cinema. E no, non è il seguito di un film, ma il ritorno della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto, che quest’anno si svolgerà dal 4 all’8 ottobre.

Il programma, anche per questa edizione, è ricchissimo, con oltre 50 film provenienti da diversi paesi del mondo: tantissimi dall’Italia, molti anche dalla Francia, e a seguire Spagna, Malta, Germania, Belgio, Brasile, persino Iran e India, il che dimostra non solo il grande prestigio di cui questa manifestazione gode a livello internazionale, ma anche gli sforzi fatti dall’organizzazione per offrire al pubblico una selezione quanto più varia e interessante.

E di pellicole interessanti, questa XXVII Rassegna ne prevede parecchie. Intorno al tema principale, “Le grandi civiltà: le nostre origini”, il racconto di scoperte, itinerari e ricerche sul passato spazia dalla preistoria all’Egittologia, dagli Etruschi all’Impero Romano, fino ad arrivare ad epoche più recenti, con produzioni su siti di archeologia industriale e della Grande Guerra.

Oltre al premio “Città di Rovereto-Archeologia Viva”, che verrà assegnato come ogni anni in base alle preferenze del pubblico che parteciperà alla manifestazione, per l’edizione 2016 sono previste ben due menzioni speciali, la menzione CinemAMoRe e la menzione speciale Archeoblogger, che ci vedrà coinvolte anche questa volta con Professione Archeologo nel ruolo di giurati, insieme a tanti stimati colleghi.

Come altri archeoblogger hanno sottolineato, il nostro compito quest’anno è ancora più importante perché la nostra menzione riguarda produzioni italiane. Sarà un modo per capire come il documentario italiano parla di archeologia e come, a loro volta, gli archeologi riescono a raccontare il proprio mestiere servendosi di questo mezzo potentissimo di divulgazione.

Lo scorso anno su proprio un film italiano a vedersi assegnato la menzione speciale Archeoblogger, incantando tutti noi con la capacità di rendere quanto mai attuale e vicino un tema come quello della femminilità nell’antica (e specularmente nella moderna) Sicilia. Un film, Tà gynaikeia. Cose di Donne, per la regia di Lorenzo Daniele e con la consulenza scientifica di Alessandra Cilio, che è riuscito ad incarnare perfettamente quello che secondo noi è l’arduo compito del comunicatore di archeologia, e che, non a caso, ha avuto grande successo di pubblico e critica nei mesi successivi alla Rassegna 2015.

Vedremo se le pellicole in gara quest’anno saranno all’altezza, nel frattempo vi invito a dare un’occhiata al programma di questa edizione, il cui ingresso, mi piace sottolinearlo, è gratuito.

E se proprio non potete passare da Rovereto, potete rimanere aggiornati sulle giornate di proiezione e sulle tante “Conversazioni con i protagonisti” che la Rassegna ha in programma, attraverso la sua pagina Facebook e su Twitter, seguendo l’account @RassCinemArcheo e attraverso gli hashtag #RICA2016 e #archeologialcinema.

@domenica_pate

 

 

Ask a curator day 2016

Ask A Curator Day 2016 ~ Torna l’evento promosso da Mar Dixon

Ci siamo, il gran giorno è arrivato.

Ritorna anche questo settembre l’iniziativa internazionale creata da Mar Dixon che permette a visitatori e curiosi di dialogare con chi lavora dietro le quinte di musei e luoghi d’arte.

Tutto, naturalmente, in chiave social, su Twitter, usando l’hashtag ufficiale #AskACurator.

Se c’è un’opera d’arte che vi ha sempre affascinato, quindi, oggi potete scoprirne tutti i segreti.

Se volete saperne di più sul vostro scultore preferito, oggi è il giorno giusto per chiedere.

E se non avete mai capito a cosa servissero quegli strani aggeggi antichi, bè, è il momento di prendere lo smartphone e twittare la vostra domanda all’account del museo.

Quali musei?

Tantissimi, oltre 1300 e da ben 53 paesi diversi.

53 è anche il numero dei musei e delle istituzioni italiane che oggi prendono parte all’iniziativa, realtà grandi e piccole, note e meno note: dagli Uffizi al Museo Archeologico di Salerno, dall’area archeologica di Massacciucoli Romana al Museo del Mare di Palermo, passando per il Museo Nazionale Archeologico di Cagliari e la Soprintendenza Pompei.

Scopriteli tutti dalla pagina dedicata, poi cercateli su Twitter e sotto con le domande 😉

 

@domenica_pate