La Stazione Archeologica di San Giovanni: pro e contro
Il giorno 12 Maggio 2018 è stata aperta al pubblico la stazione di scambio della metropolitana di Roma a San Giovanni. Si tratta del collegamento tra la nuova metro C e la metro A, evento atteso dai romani della periferia Est della città che in questo modo avranno la possibilità di arrivare in centro senza dover utilizzare la navetta messa a disposizione dall’Atac nei mesi precedenti l’apertura di questo nodo di scambio.
Ma l’apertura della stazione era attesa dai cittadini anche per un altro motivo: è la prima stazione museo della città di Roma e quando guardiamo all’Urbe è inevitabile pensare a quello che calpestiamo sotto i piedi, a metri di profondità, al patrimonio archeologico sepolto che rende Roma una città del tutto unica nel panorama urbano del mondo.
Gli scavi archeologici che hanno avuto luogo nella zona destinata alla nuova stazione hanno messo in luce una stratigrafia che dall’età contemporanea arriva a ritroso fino all’età preistorica, evidenziando i cambiamenti di questo settore urbano nel corso dei secoli. Il ritrovamento più significativo è quello di un grande invaso idrico di età imperiale, forse il più grande riconosciuto finora. Un vasca, foderata di coccio pesto idraulico, che poteva conservare più di 4 milioni di litri d’acqua! Il bacino misurava circa 35 metri per 70. Questa struttura, databile al I secolo, va ad integrare un impianto agricolo attivo già dal III a.C. Dunque un’area a destinazione agro-pastorale arricchita da un’enorme infrastruttura idrica. Naturalmente in quest’area ci hanno vissuto e lavorato uomini e donne nel corso dei secoli e così dallo scavo sono emersi i materiali della vita quotidiana: anfore, ceramica, suppellettili.
La ricchezza e l’unicità dei rinvenimenti ha dunque spinto la Soprintendenza a presentare un progetto innovativo per la stazione, in un tavolo congiunto tra Roma Metropolitane, Società Metro C, il Dipartimento mobilità e trasporti di Roma Capitale e appunto la Soprintendenza.
Obiettivo del progetto: la presentazione dei contesti storico-archeologici emersi durante gli scavi in un’ottica di coinvolgimento dei cittadini nella comprensione e fruizione della storia cittadina. Nasce così la prima Stazione Museo di Roma, seguendo una prassi consolidata in altre città (per esempio Napoli). L’allestimento è stato curato dai professori Andrea Grimaldi e Filippo Lambertucci del Dipartimento architettura e progetto della “Sapienza”, Università di Roma.
Quali sono le caratteristiche dell’allestimento?
I PRO
- La linea del tempo
Lungo le scalinate che portano alle banchine è presente una linea del tempo che dall’età contemporanea porta all’età preistorica. Una successione cronologica che permette di collocare topograficamente i diversi livelli di innalzamento della città, in una perfetta sintesi visiva. Gli eventi storici più importanti connessi alle trasformazioni di questo settore della città. Un ottimo espediente che ci porta a scendere e salire le scale del tempo.
- Il video racconto
In diversi punti della stazione sono presenti delle postazioni video che trasmettono filmati delle operazioni di scavo. Un modo per rendere partecipi di cittadini, a posteriori, di quello che succedeva sotto i propri piedi nel corso dei lavori e per far vedere cosa fa un archeologo.
- Spazio all’età moderna
Non solo età romana. La musealizzazione ha previsto teche e vetrine dedicate alle ceramiche e agli oggetti di età moderna e contemporanea per non dimenticare che Roma è una città che cresce ogni giorno su se stessa e che anche le testimonianze più recenti raccontano una storia che va studiata e compresa.
I CONTRO
- Le planimetrie
Mancano nell’allestimento planimetrie che ci fanno capire dove ci troviamo, l’integrazione di questo settore della città nella più ampia storia topografica della città. Delle piante di fase anche schematiche avrebbero permesso una maggiore comprensione delle dinamiche insediative e di trasformazione urbana. Peccato.
- Contestualizzazione
La mancanza di planimetrie e quindi di un sistema di contestualizzazione topografico rendono asettica la visione delle vetrine, si finisce per ritrovarsi in una Wunderkammer del XXI secolo, dove a prevalere è l’esposizione degli oggetti più che una reale comprensione di quello che è accaduto a Roma nel corso di tanti secoli. Le didascalie non sono sufficienti a percepire le trasformazioni della metropoli, cosa che dovrebbe essere l’obiettivo primario dell’archeologia urbana e quindi della comunicazione al grande pubblico.
- Le luci
L’illuminazione è il grande dramma degli allestimenti museali e neanche la stazione di San Giovanni sfugge a questa maledizione. In un’epoca iperconnessa che spinge qualunque visitatore a scattare foto da condividere sui social e con i propri contatti un’attenzione maggiore alle luci sarebbe doverosa. E invece trovare l’inclinazione e la posizione giusta per scattare foto presentabili diventa una faticosa sfida mentre ci si aggira tra le vetrine. Pensare a sistemi di illuminazione in ottica non tanto di suggestione ma di utilità è la richiesta che tutti noi scattatori compulsivi di fotografie chiediamo agli allestitori di musei e mostre. Forse un giorno riusciremo a vincere questa scommessa.
Se ieri la stazione è stata effettivamente aperta a tutti, il 1 aprile 2017 fece parlare di sé l’Open Day organizzato dalla società Metro C per offrire un’anteprima dei lavori alla cittadinanza: la risposta entusiasta dei romani, con code lunghissime per entrare in stazione, hanno reso evidente che la strada adottata, quella della comunicazione dei risultati delle indagini archeologiche, era quella giusta, cioè “rendere la stazione San Giovanni un luogo non asettico, ma culturalmente stimolante per gli utenti di Metro C, al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini romani e dei visitatori della capitale”.
Per chi ieri si affacciava in stazione lo spettacolo che si presentava era lo stesso a tutte le ore: viaggiatori incuriositi dalle teche che custodiscono gli oggetti musealizzati e intenti a leggere le didascalie e guardare i video che raccontano lo scavo. E come in tutti i musei che si rispettano foto e selfie davanti alle vetrine.
Con la Stazione Metropolitana di San Giovanni possiamo dire che un pezzo di storia della città è stata restituita al pubblico e ci auguriamo che l’impegno profuso nella costruzione sia lo stesso che sarà dedicato alla manutenzione di questo Museo Sotterraneo.
Antonia Falcone
(@antoniafalcone)
Link utili:
Puntata di Ulisse. Il piacere della scoperta dedicata alla Roma Sotterranea https://www.raiplay.it/video/2018/05/Ulisse-il-piacere-della-scoperta-Roma-sotto-Roma-i-segreti-nascosti-della-citta-8b41ab02-8f32-451e-91f2-40b9d1ad828a.html
Sito ufficiale di Metro C spa: http://metrocspa.it/