5 validi motivi per visitare il Museo delle Navi Antiche di Pisa
Non avevo mai visitato finora un museo archeologico che riuscisse a parlare a tutti senza essere solamente una mera esposizione di materiali, ma un racconto. E invece il Museo delle Navi Antiche di Pisa, non solo narra delle storie, ma le rende anche comprensibili.
Qui di seguito vi spiego perché visitare il Museo delle Navi Antiche di Pisa in 5 rapidi punti.
Non è noioso
Shhhh, tra di noi possiamo confessarcelo.
Molti musei archeologici sono oggettivamente noiosi: una serie interminabile di vetrine con oggetti tutti uguali, didascalie piccolissime e spesso incomprensibili. Per non parlare dei pannelli cosiddetti didattici che con le loro righe fitte fitte di parole in carattere 8 attraggono un visitatore quasi quanto un film giapponese muto in b/n con i sottotitoli in lingua chalcatongo mixtec.
Per questo motivo trovarmi di fronte a un museo moderno come quello delle Navi Antiche mi ha spiazzata, sia come archeologa che come utente, richiamando alla mia memoria cinematografica (per restare in tema) il Gene Wilder di Frankenstein Junior.
L’allestimento multimediale, innovativo, suggestivo (del quale vi parlo tra poco), nonché l’incantevole cornice delle maestose sale e campate degli Arsenali Medicei, sul lungarno pisano, nelle quali sono esposti i materiali archeologici, fanno sì che passeggiare tra le sale del museo sia un’esperienza piacevole e non claustrofobica. Gli ampi spazi permettono di soffermarsi sugli oggetti più interessanti e la distribuzione dei reperti per una volta non accatastati, ma ben ripartiti tra le vetrine, consente di prendere fiato tra una teca e l’altra.
L’apparato didattico
Il punto di forza del Museo è senz’altro l’apparato didattico, che è INCREDIBILE
Il Museo delle Navi Antiche di Pisa ha chiara una missione: non rivolgersi solo agli addetti ai lavori ma anche ad un pubblico più generalista e porta a termine questo compito in maniera esemplare attraverso una pannellistica da manuale.
Volete qualche esempio?
- Le mappe di distribuzione. Marmi, classi ceramiche, anfore: ad ognuna di queste categorie di oggetti trovate nel corso dello scavo è dedicata una mappa che indica la loro provenienza. Un approccio comunicativo di questo tipo fa felici sia gli studiosi (o studenti) appagando il loro senso di appartenenza alla categoria e facendo loro “sbrilluccicare” gli occhi di fronte alle frecce che collegano ogni tipo di anfora alla provincia di origine e soprattutto aiuta i non addetti ai lavori a capire quali e quanti fossero i traffici commerciali che interessavano il Mediterraneo nel passato.
- La ricostruzione di una cucina navale che visualizza immediatamente come doveva essere fatto questo ambiente di bordo. Anche in questo caso si aiutano i non esperti (tra cui la sottoscritta per esempio che non si è mai occupata di archeologia navale) a immergersi nella vita quotidiana di età romana.
- La lunga vetrina con TUTTE le classi di materiali che si rinvengono durante uno scavo: non solo ceramica, ma anche vetri, marmi, intonaco, metalli,ossa fino ad arrivare in una suggestiva sequenza crono-tipologica ai calcinacci moderni, al cemento e alle bottiglie di birra. Che dire? Occhi a cuore!
La parete di anfore
E a proposito di didattica non si può rimanere indifferenti di fronte alla super mega parete di anfore nella Sala VI dedicata ai commerci, perché come recita il sito web del Museo “si viaggia per mare anche e soprattutto per commercio: l’oggetto principe sono le anfore da trasporto, i contenitori di quasi tutti i prodotti che si vendevano nel mondo antico; diffusione, importazione ed esportazione di merci particolari: beni di lusso, marmi, ceramica fine da tavola.”
E su questa parete ci sono tutte le anfore conosciute a Pisa su un’unica parete: forme, contenuti e provenienze.
La parete che ogni archeologo vorrebbe avere a casa sua, perché consente subito l’attribuzione cronologica e tipologica delle anfore di età romana, una sorta di Tavola di Dressel sul muro.
La suggestione di questa sala del museo è destinata a rimanere nella memoria di chiunque visiti il Museo delle Navi Antiche di Pisa!
L’allestimento
A cosa serve il Museo delle Navi Antiche di Pisa?
Ad esporre le navi antiche e i reperti scoperte nel 1998 durante i lavori per la costruzione della sede del nuovo Sistema di Comando e Controllo (SSC) presso la stazione di Pisa San Rossore. A ben 6 metri di profondità cominciarono ad emergere diversi relitti navali in straordinario stato di conservazione: ci si trovava di fronte al punto di incrocio di un canale della centuriazione pisana con il corso del fiume Serchio, dove sono affondate almeno trenta imbarcazioni a causa delle alluvioni.
Come raccontare una storia così eccezionale e come esporre reperti rarissimi come intere imbarcazioni?
Con quasi 5000 metri quadri di superficie espositiva e 47 sezioni divise in 8 aree tematiche nelle quali sono esposte ben sette imbarcazioni di epoca romana, databili tra il III secolo a.C. e il VII secolo d.C. e circa 800 reperti per un museo che racconta un millennio di commerci e marinai, rotte e naufragi, navigazioni, vita di bordo e della storia della città di Pisa.
La progettazione dell‘exhibition design si deve a Maurizio di Puolo e Anna Ranghi, il tutto sotto la direzione scientifica di Andrea Camilli, responsabile di progetto per la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Pisa e Livorno.
Il progetto espositivo vi stupirà: grandi spazi progettati per essere vissuti in pieno dal visitatore che può aggirarsi tra le diverse sale senza un percorso costrittivo, ma seguendo le proprie suggestioni e istinti.
Istinto che per esempio mi ha portata nella sala VII all’interno di un piccolo planetario dove assistere ad un filmato che racconta come si orientavano in antico con le stelle in mare aperto. Questa sala riserva però un’altra sorpresa incredibile: un tabellone elettronico delle partenze e degli arrivi, uguale a quelli che visioniamo in stazione o in aeroporto, dove però sono riportati, rigorosamente in numeri romani, i giorni di navigazione necessari a raggiungere da Pisa i principali porti del Mediterraneo.
Non mancano le sezioni più tradizionali con vetrine che contengono gli oggetti della vita di bordo: dall’abbigliamento ai bagagli, fino alle abitudini alimentari, ai culti e alle superstizioni.
Questa vetrina
… che racconta la Professione dell’Archeologo.
Chiudo questa lunga recensione del Museo delle Navi Antiche di Pisa con una dritta: se vi trovate a Pisa e provincia oggi sabato 30 novembre sappiate che il quotidiano «La Nazione» regalerà ai propri lettori Il libro «Le navi antiche di Pisa. Guida all’esposizione», edito da Pacini, in abbinamento gratuito con il giornale!
Antonia Falcone
@antoniafalcone