Una gatta si aggira per i Mercati di Traiano: vi presentiamo Mic
I luoghi dell’archeologia, si sa, sono tra i preferiti dei nostri amici a quattro zampe: un’antica colonna per risposarsi alla sua ombra o il pavimento a mosaico di una taberna per sonnecchiare e prendere il sole mattutino.
L’immaginario della Roma archeologica è legato anche alle colonie feline che la popolano: chi di noi non ricorda gli espositori di cartoline (quando ancora si inviavano le cartoline ad amici e parenti lontani) fuori dai negozi di souvenir con foto di gatti variopinti nella cornice di Largo Argentina o del Foro di Augusto? E che dire di molti archeologi con la passione per i gatti?
E anche internet, come i siti archeologici, è luogo per gatti, mondo virtuale in cui i pucciosi felini catalizzano l’attenzione degli utenti: da Facebook, a Instagram fino a Pinterest gattiny ovunque.
C’è poi una gatta che non solo fa bella mostra di sé al centro di Roma, ma si aggira con fare guardingo e altero tra i social: la Gatta Mic.
Regina incontrastata dei Mercati di Traiano, la potete spesso ammirare mentre dormicchia tra i fusti delle colonne del grande emiciclo o mentre passeggia sorniona tra i frammenti di decorazione architettonica che dovevano abbellire l’edificio di Apollodoro di Damasco.
Nera e ben panciuta, fa da custode silenziosa alla storia secolare del sito. Silenziosa finchè qualcuno non ha deciso di darle voce e accento, rigorosamente romano a emulare un Romeo in gonnella.
Peculiarità di Mic è quella di raccontare a modo suo mostre, eventi che hanno luogo all’interno dei Museo dei Fori Imperiali. E a un certo punto ha deciso anche di diventare co-protagonista di una mostra: i gatti si sa stanno lì al centro della scena e guai a non ammirare il loro virtuosismo felino.
Parliamo di #MadeinRoma, mostra dedicata a marchi, loghi, firme e simboli di proprietà ed appartenenza nell’antica Roma, in programma fino al 20 novembre nel Museo dei Fori Imperiali all’interno dei Mercati di Traiano.
Lungo il percorso dell’esposizione, proprio ad altezza di bambino, la mostra è arricchita dalle strisce a fumetti che vedono come protagonista Mic mentre spiega come nascevano i marchi, a cosa servivano e come sono arrivati fino a noi. Un percorso didattico pensato per i più piccoli che grazie alla guida della gatta Mic riescono a familiarizzare con un tema da specialisti.
Il racconto della mostra prosegue poi sui social dove, ogni giorno, Mic racconta vari aspetti della produzione di marchi nell’antichità:
Pagina Facebook
Account Twitter
Abbiamo fatto una telefonata a Mic (sì ha anche lo smartphone, sennò secondo voi come twitta?) e le abbiamo fatto un paio di domande.
Ciao Mic, ci racconti in poche parole perché un umano dovrebbe visitare MadeInRoma?
Da gatta de cultura, consiglio vivamente a tutti gli umani interessati de venì a fa un giro pe’la mostra Made In Roma. Piacerebbe sicuramente a molti perché ce stanno ‘na cifra de chicche sulla vita quotidiana degli antichi Romani, che alla fine ha un sacco in comune con quella de voi altri oggi.
Per esempio, pure li Romani hanno sofferto pe secoli de congiuntivite! Utilizzavano er collirio per curarsi, ma invece de essere la solita bottiglietta con un liquido dentro come er vostro, il loro era solido e c’aveva la forma simile a quella de ‘na saponetta.
La mostra è dedicata ai marchi di produzione e possesso nella società antica. Ci sai dire cos’è un marchio e perché è un tema più attuale di quello che può sembrare?
Pe’ marchio s’intende un segno de riconoscimento di diverso tipo sugl’oggetti o sugl’uomini stessi. Er marchio de produzione serviva a quantificà i pezzi prodotti dalle figlinae (officine), come ner caso dei bolli laterizi in mostra. Er marchio de possesso invece serviva a distinguere la produzione de ‘na specifica officina quando per esempio se cuocevano le lucerne in un unico grande forno comune e bisognava scrivere sotto a ogni pezzo a chi apparteneva. Insomma..pe’favve capì..un pò come quando a ‘na festa ve tocca scrive er nome vostro sur bicchiere pe’nun fa confusione!
Quindi riassumendo, i Romani facevano ‘n’uso smodato de marchi pe garantì ‘na produzione certificata, ‘n pò come er copyright oggi. …ma nun te crede, pure allora ce stavano quelli che provavano a contraffà le griffe più in voga!
Mi hanno detto che sei la capobanda di un gruppo di giovani e talentuosi ragazzi che fanno comunicazione un po’ sopra le righe per parlare a pubblici diversi. Ci racconti qualcosa di loro e come è nata l’idea di coinvolgerti?
Beh..’n giorno de primavera de ‘n’anno fa, risvejatami dalla mia pennica pomeridiana, me so ritrovata davanti all’occhi dei baldi giovani che s’aggiravano pe’ i Mercati de Traiano. Erano in cerca de un modo originale pe’promuove il museo e m’hanno convinto a diventà social e a rende noto al mondo il mio sapere enciclopedico, in cambio de celebrità.
Te dirò, nun so certo archeologi come me, ma ce la stanno a mette tutta pe’comunicà il museo in maniera creativa e spiritosa: c’è un illustratore che me ritrae in continuazione, ce n’è una che la sa lunga sulle arti digitali e ce sta ‘na storica dell’arte contemporanea. Insomma…tanta roba!
Per ora ce concentriamo sulla mostra Made In Roma e poi…chissà!
La Gatta Mic nasce dal lavoro di Arianna Forte, Cristina Palumbo, Davide Scardellato.
Le strisce a fumetti sono opera di Davide Scardellato.
Ph. Credit: Pagina Facebook La Gatta Mic
Antonia Falcone
(@antoniafalcone)