Tre giorni di archeologia ad Atene: cosa vedere
Un viaggio in Grecia è il grande sogno di ogni archeologo per ripercorrere le tracce che nel corso dei secoli hanno portato alla nascita e sviluppo della democrazia ateniese, della ceramografia attica, della statuaria cicladica, dell’architettura templare e delle arti “minori”.
Non è un caso che anche la sottoscritta abbia deciso di voler fare l’archeologa da grande proprio sull’Acropoli di Atene: era il 1989, avevo 9 anni appena compiuti e i miei genitori mi portarono in viaggio in Grecia. Al cospetto dell’immensità del Partenone la mia domanda fu “chi scopre questi templi?” e alla risposta di mio padre “gli archeologi”, esclamai “da grande allora voglio fare l’archeologa!”
Tanta acqua è passata sotto i ponti, oggi sono un’archeologa, non faccio esattamente quello che avevo sognato da bambina (scoprire antiche civiltà o città sepolte), ma il fascino – e anche la soggezione – che esercita l’antica Grecia è rimasto immutato.
E così, dopo esattamente 30 anni dalla mia prima e ultima visita in Grecia, la scorsa estate sono tornata ad Atene, superando finalmente quel blocco psicologico che mi aveva tenuta lontana dal luogo dove ho deciso quale sarebbe stato il mio destino.
In questo breve post vi riassumo il mio giro archeologico nella capitale greca suddiviso in tre giorni e alla fine vi chiederò qualche consiglio sui luoghi imperdibili della Grecia continentale!
Programmare il viaggio
Raggiungere Atene è comodissimo e anche economico: sono diverse le compagnie lowcost che atterrano nella capitale greca (l’aeroporto Eleftherios Venizelos si trova a circa 30 km dalla città) e prenotando il volo con un certo anticipo potrete risparmiare un bel po’. La Grecia è la meta ideale per chi ha un budget medio-basso da spendere per le vacanze.
Ad Atene ci si sposta poi con estrema facilità, c’è un sistema di mezzi pubblici ben organizzato, in particolare la metro funziona in modo efficiente: il biglietto vale un’ora e mezza e consente di spostarsi anche con filobus e autobus.
Se invece decidete di uscire da Atene e continuare il vostro viaggio nella Grecia continentale, magari verso Delfi o il Peloponneso, la soluzione migliore è noleggiare un’auto. Quello che serve è la patente di guida in corso di validità e avere almeno 21 anni.
Primo giorno
Atterrati all’aeroporto potrete facilmente raggiungere il centro di Atene con la metro (più veloce) oppure con un autobus (servizio attivo 24h su 24h): a questo punto può iniziare il tour archeologico della città di Pericle.
Il primo giorno può essere dedicato alla conoscenza topografica della città: vi consiglio quindi di munirvi di acqua, scarpe comode, snack e avventurarvi tra le strade del centro città.
Di Atene mi ha colpito molto un aspetto: non è una città monolitica, ma si compone di tante città in una sola città. Ogni quartiere ha una sua specificità che lo rende diverso anche da quello più prossimo e proprio per poter assaporare questa frammentarietà la soluzione migliore è camminare (con una buona guida sotto il naso) e perdersi tra vicoli, strade trafficatissime e scorci improvvisi sull’Acropoli.
Il punto di partenza ideale per un archeotrekking ateniese è la stazione della metropolitana Akropoli: già all’interno della stazione avrete un assaggio dell’archeologia che permea tutta la città, infatti ci sono vetrine che espongono i reperti ritrovati durante la costruzione della metro.
Potete quindi trascorrere la mattinata nel quartiere prospiciente il Nuovo Museo dell’Acropoli, fiancheggiando lo spettacolare Teatro di Dioniso, la Stoà di Eumene, riempiendovi gli occhi della bellezza dell’Odeon di Erode Attico, proseguendo poi verso l’Agorà Romana e la Biblioteca di Adriano, affacciandovi sulla Torre dei Venti e tornando poi nel quartiere Plaka (che io ho trovato troppo turistico, ma che comunque merita una visita).
A questo punto ci sta bene una pausa pranzo per riposare un po’ prima di ascendere al Licabetto, dove vi conviene arrivare all’ora del tramonto per godere di una delle viste più belle e suggestive di Atene.
Nel tragitto verso il Λυκαβηττός, “collina dei lupi”, che secondo la mitologia greca sarebbe stato creato dalla dea Atena e il cui nome deriva dalla presenza in antico dei lupi, potete fare una deviazione verso l’Olympieion che svetta con le sue colonne e poi fermarvi al Museo Numismatico, ospitato nella residenza di Heinrich Schliemann!
Ormai stanchi e provati dalla fatica di essere archeologi in una città archeologica vi aspetta l’ultimo sforzo della giornata: la salita alla collina più alta di Atene, attraversando uno dei quartieri più alla moda della capitale greca, Kolonaki. Rimarrete stupiti dalle splendide architetture degli edifici privati e pubblici, dai caffè e dalle gallerie d’arte che punteggiano il quartiere.
Ora siete pronti a godervi il tramonto: potete raggiungere la vetta del Licabetto con la funicolare o a piedi (dipende dall’acido lattico che avete accumulato durante la giornata!). Se avete programmato il vostro viaggio ad agosto aspettatevi una ressa indicibile di turisti, accalcati per vedere il sole che tramonta su Atene, ma nonostante la confusione la vista dell’Acropoli che si illumina man mano che scende il sole vi rimarrà nel cuore.
(Ph. Antonia Falcone)
Secondo Giorno
La seconda giornata di questo archeotour ateniese va tutto dedicato all’Acropoli e al suo museo. In estate è da veri eroi affrontare il pianoro che ospita il Partenone, non soltanto per il caldo greco, ma soprattutto per la marea umana di turisti che incontrerete. Il consiglio è quello di recarsi sull’Acropoli al mattino, poco dopo l’apertura delle 8, solo così potrete godervi tutta la monumentalità del luogo simbolo di Atene.
Il momento più emozionante per me è stato quando ho attraversato i Propilei: mi è sembrato davvero di passare in una porta spazio temporale che mi ha trasportata direttamente nell’Atene di Pericle.
Sul pianoro spicca in tutta la sua maestosità il Partenone, ancora in restauro, e passeggiando sotto l’afa agostana sembra quasi di immaginare il vociare degli ateniesi di V secolo a.C. che dovevano aggirarsi quassù.
(Ph. Antonia Falcone)
Poi è tutto un susseguirsi di marmi e colonne: l’Eretteo, il tempietto di Atena Nike, il santuario di Artemide Brauronia e così via, con in testa sempre l’immagine (e la canzoncina) di Pollon.
Per non perdere la connessione con il luogo più sacro dell’antica Grecia, conviene dedicare il pomeriggio alla visita del Nuovo Museo dell’Acropoli, un luogo stupefacente, inaugurato nel 2009.
Il Museo, progettato dall’architetto svizzero Bernard Tschumi in collaborazione con Michalis Fotiadis, è forse il più bel museo archeologico che mi è capitato di visitare finora. Nasce in sostituzione del precedente museo situato proprio sul pianoro, per conservare ed esporre tutti i reperti rinvenuti sull’Acropoli.
Il museo si sviluppa su tre piani: quello inferiore è dedicato ai rinvenimenti archeologici effettuati sulle pendici; il primo piano offre un excursus cronologico dell’arte greca con un’intera ala dedicata alla statuaria di età arcaica (ATTENZIONE: qui è vietato fare foto) e infine il terzo piano, orientato diversamente rispetto agli altri perché segue l’orientamento reale del Partenone, ospita metope, frontone e fregio del tempio di Atena. Ovviamente parliamo dei pezzi rimasti in Grecia, mentre di quelli conservati al British Museum sono presenti dei calchi.
(Ph. Antonia Falcone)
L’idea sottesa a quest’ultimo piano è di riposizionare in uno spazio specularmente uguale al Partenone, la sua decorazione scultorea.
Segnalo inoltre che nel piano interrato sono stati musealizzati i resti delle strutture antiche venute fuori durante i lavori di costruzione del nuovo edificio.
Infine due consigli:
- Non perdetevi la ricostruzione dell’Acropoli fatta con i LEGO e dedicate un po’ del vostro tempo a osservare la riproduzione perfetta dei monumenti e a riconoscere personaggi e storie rappresentati
- Affacciatevi alla terrazza del bar del museo per avere una vista magnifica dell’Acropoli e poi sbirciate le tovagliette sui tavoli
Terzo giorno
Se ancora non siete stufi di tutta questa archeologia e non volete correre a rifugiarvi su un’isola greca lontani da statue, ceramica e templi, allora il terzo giorno lo potete dedicare al Museo Archeologico Nazionale, ubicato un po’ fuori dal centro città, subito a nord del quartiere Exarchia. Potete decidere di raggiungere il museo in due modi: in metro (scendendo alla fermata Omonia) oppure a piedi dalla fermata Monastiraki. Nel primo caso potete godervi un quartiere pittoresco come Omonia passeggiando tra strade affollate, negozietti veramente greci (che poco concedono al turismo) con un pit stop a Exarchia tra i suoi murales e le tantissime librerie disseminate nel quartiere.
Se invece decidete di fare trekking urbano da Monastiraki al museo potrete approfittarne per fare un giro nel quartiere di Psiri, con i suoi locali e negozi modaioli.
In qualunque modo deciderete di arrivarci, la tappa al Museo Archeologico vi trasporterà direttamente dentro il Becatti, cioè il manuale di storia dell’arte greca che molti di noi hanno studiato per preparare l’esame.
Dal minimalismo dell’arte cicladica ai tesori micenei (basta citare la maschera di Agamennone, la coppa di Nestore e gli ori delle tombe reali), fino ad arrivare al maestoso Vaso del Dipylon di età geometrica (visto dal vivo è enorme!).
I capolavori continuano poi con l’arte di età classica: come rimanere indifferenti di fronte al maestoso equilibrio compositivo del Cronide di Capo Artemisio o all’eleganza dell’Efebo di Anticitera?
(Ph. Antonia Falcone)
Il Museo Archeologico è lo scrigno che custodisce tutta la storia di questa straordinaria civiltà, raccontando una grandezza che non è solo patrimonio greco, ma patrimonio di tutta l’umanità.
Terminato l’archeotour di tre giorni ad Atene, noi poi abbiamo scelto di trascorrere i restanti giorni di vacanza in un’isola greca isolata dal resto del mondo per goderci lo splendido mare delle Cicladi, ma per i forzati dell’archeologia un viaggio in Grecia può continuare da Atene verso Sud o verso Nord alla scoperta di altri siti che hanno fatto la storia della civiltà.
Quali sono secondo voi i siti imperdibili da visitare in un on the road per le strade greche?
Scrivetemelo nei commenti e chissà che anche questa estate io non decida di andare nuovamente alla scoperta dell’Ελλάδα.
Antonia Falcone
(@archeoantonia)