Archeogastronomia: un nuovo modo di essere archeologi
Quando parliamo di archeologia ci vengono in mente luoghi polverosi con archeologi che picconano sotto il sole, musei con oggetti esposti nelle vetrine o calde giornate trascorse in visita tra templi e domus antiche.
Allo stesso modo se pensiamo agli archeologi li immaginiamo scavare, studiare, catalogare, tenere conferenze o insegnare. Eppure esiste un mondo di professionisti capaci di inventarsi nuove attività, dando all’archeologia la dimensione che le dovrebbe essere propria, quella della quotidianità. Perché quello che fa un archeologo è portare alla luce scampoli di vite passate, tracce lasciate da esseri umani vissuti secoli fa ricostruendo momenti più o meno lunghi della vita di ogni giorno.
E tra le altre cose in antichità anche il cibo aveva una centralità sia nella vita delle persone che nell’economia: navi onerarie solcavano i mari trasportando da una parte all’altra del Mediterraneo vino, olio, derrate alimentari; durante i riti religiosi i sacrifici erano prassi comune così come i banchetti durante i funerali, per non parlare dei momenti conviviali nei triclini delle case romane dove socialità, politica e buon cibo annaffiato dal vino si mescolavano irrimediabilmente.
Negli ultimi tempi si stanno moltiplicando le mostre e gli eventi dedicati al cibo nell’antichità e accanto a questo aspetto si sta sviluppando un altro fenomeno: l’archeogastronomia.
Di cosa si tratta? Siamo nella sfera della rievocazione e della cucina storica: portare in tavola le pietanze e le ricette che dovevano apparire sulle mense secoli fa. L’archeogastronomia parte necessariamente dallo studio delle fonti, quindi dai ricettari dell’antichità (da Apicio a Columella) e si attiene quanto più scrupolosamente alle indicazioni degli Chef Rubio dell’antichità.
Con questo post iniziamo un viaggio in questo affascinante mondo e la nostra prima tappa è Il Convivio di Mussi Laura. Laura è archeologa e ha da poco avviato la sua attività commerciale, eppure ha già all’attivo la partecipazione ad Expo con eventi di presentazione e degustazione dei suoi prodotti.
Ma, nello specifico, cosa vende Laura? Alimenti e bevande di produzione italiana ed europea di origine storica, a partire dall’antica Roma fino al 1600 circa, tra cui idromele, ippocrasso, formaggi, salse, vini aromatizzati francesi o della Baetica e il celeberrimo garum, a proposito del quale ci dice che è un prodotto tutto da riscoprire al di fuori dei luoghi comuni che lo associano all’idea di “pesce marcio”: omega 3 che aiutano a stare in salute e spezie che esaltano i sapori dei cibi e li arricchiscono di aromi gradevoli.
In questo tripudio di odori e sapori qual è il pubblico di riferimento per chi si inventa archeogastronomo? Appassionati di storia e cultura antica, rievocatori, food addict e curiosi sempre pronti a sperimentare prodotti ricercati e originali. E la cultura della buona cucina trova nei prodotti artigianali, sani e genuini basati su ricette e tecniche antiche ottenuti con materie prime di ottima qualità una dimensione temporale a cavallo tra passato e presente.
L’auspicio di Laura è che l’archeogastronomia trovi presto un suo spazio anche all’interno delle istituzioni per arricchire l’offerta museale, la didattica e la partecipazione dei visitatori ad un mondo antico che non era fatto solo di oggetti ma anche di sapori, odori e tradizioni culinarie.
Dove potete trovare Laura e il suo convivio? In giro per mercatini, sagre, eventi di rievocazione storica e online. E’ disponibile anche per allestire aperitivi storici o degustazioni in occasione di mostre, conferenze o eventi speciali.
Qui i suoi riferimenti:
mussi laura[at]libero.it
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Account Instagram
Qui alcuni link per saperne di più:
Unconventional Tour
De-gustare
Intervista
Expo 2015
Antonia Falcone
(@antoniafalcone)