#TusciaStories: un blogtour in 5 domande (e risposte)

Voglio iniziare volutamente questo post con uno slogan: non esiste cultura senza condivisione.

 

Parte così il mio racconto del blogtour #TusciaStories alla scoperta del Lago di Bolsena, dei tesori custoditi nei musei e dei siti che punteggiano il suo territorio.

 

Grazie all’effervescente Laura Patara di Paper Moon Tour Operator, nasce l’idea di creare dei percorsi di promozione turistica della Tuscia coinvolgendo blogger e influencer del settore.

 

Un’iniziativa, quella dei blogtour, che guarda alle potenzialità del web come motore di valorizzazione di località spesso ai margini dei percorsi culturali perché poco note o perché sovrastate da altri luoghi con una vocazione maggiormente turistica.

 

E così scoprire a Capodimonte un piccolo museo che conserva una piroga dell’età del Bronzo perfettamente conservata o un museo dedicato al Costume Farnesiano in un palazzo arroccato in cima a Gradoli dove ammirare affreschi cinquecenteschi, diventa un modo per esplorare le potenzialità di territori custodi di memoria.

 

Se poi aggiungiamo un percorso di scoperta di peculiarità gastronomiche regionali, il quadro è completo: a Capodimonte abbiamo seguito infatti una “lezione” sulla panificazione effettuata con il grano antico Gentil Rosso, presso il centro di permacultura La Bella Verde.

 

Perché cultura è anche gastronomia.

 

E archeologia. Alla scoperta di luoghi sconosciuti ai più, come la tomba a camera di VIII-VII secolo a.C. in Località Maccarino, coperta da rovi, ma ancora imponente nella sua monumentalità.

 

Per approfondire il percorso del tour vi rimandiamo agli altri post scritti su #TusciaStories su ArcheoTime Discovery Tuscia. Inoltre, non perdetevi il nostro Storify, a cura di Paola Romi: #TusciaStories: dagli Etruschi ai Farnese.

 

Ultimamente ci avete viste coinvolte come blogger in numerose iniziative di questo tipo, dal Foro della Pace di Roma agli Uffizi passando per Palazzo Strozzi fino ai Musei Capitolini. Spesso invitate, a volte come co-organizzatrici, la modalità del blogtour calza a pennello rispetto alla nostra idea di divulgazione culturale.

 

Procediamo per gradi.

 

1. Cos’è un blogtour?

 

E’ una visita ad un museo/sito/località fatta da blogger e influencer. E’ il racconto del viaggio/visita tramite strumenti web e social. Il blogger racconta la sua esperienza utilizzando i mezzi indispensabili per fare livetwitting, postare foto su Facebook, Instagram e creare dei blog post ad hoc.

 

2. A Cosa serve un blogtour?

 

A portare visibilità al museo e alle istituzioni culturali, a far conoscere posti poco noti, a creare una community online che interagisce e crea contenuti culturali sempre nuovi e fortemente personalizzati.

 

3. Perché organizzare un blogtour?

 

Per condividere. La condivisione è una tappa importante nella fase di avvicinamento alla cultura e di creazione di consapevolezza civica: permette il passaggio da forme di fruizione passiva a forme di fruizione attiva e consapevole, attivando un circolo virtuoso nella valorizzazione del nostro patrimonio, soprattutto se interessa piccoli centri o territori poco noti al grande pubblico. Lo spazio museale o il sito diventano un luogo sottratto all’impersonalità per trasformarsi, attraverso il racconto personale e mediato del blogger, in luoghi vivi e vividi di immagini e parole.

 

4. Come si sviluppa un blogtour?

 

Attraverso gli strumenti della condivisione. Oggi lo sharing passa attraverso web e social media, accorciando le distanze spazio-temporali tra oggetto della condivisione, soggetto che condivide e destinatari della condivisione.

 

Gli strumenti web e social permettono infatti di ridurre il divario fisico ed emotivo che si frappone tra l’oggetto della visita e la comunità che in quel momento non partecipa direttamente dell’evento.

 

5. Qual è l’apporto dei blogger?

 

Fare da tramite tra oggetto della visita e community attraverso la mediazione della propria esperienza personale.

 

Il racconto del blogger oltrepassa il confine tra oggettivo e soggettivo e restituisce l’immagine di luoghi vissuti e abitati. Questo approccio è essenzialmente bidirezionale: blogger verso museo/luogo; comunità virtuale verso blogger. L’interazione online attraverso i social media permette alla community di sentirsi parte della visita, attuando momenti di interscambio con il blogger che diventa il mezzo attraverso il quale “vedere” e partecipare di luoghi lontani. Allo stesso modo il blogger riporta online le sensazioni che ha ricevuto dalla community nel corso della visita, restituendo in tempo reale il feedback all’istituzione museale o all’equipe responsabile dell’area archeologica.

 

La forza del blogtour sta nella partecipazione di blogger indipendenti, privi di redazioni giornalistiche alle spalle e in grado di dar conto essenzialmente al proprio pubblico.

 

Il blogtour si presenta così come spazio tra reale e virtuale volto ad amplificare la portata di una visita individuale.

 

Ora tocca a voi. Quali siti o musei vorreste fossero raccontati attraverso le immagini e le parole di un blogtour? Scrivetelo nei commenti, così magari proviamo ad organizzarlo!

 

 

Antonia Falcone (@antoniafalcone)

 

 

#OliveOilLands: il racconto dei racconti

Ore 9.15 Laura mi viene a prendere alla stazione. Ecco come inizia la storia del blogtour #oliveoillands: due giorni ad alto contenuto narrativo.

 

Bellezze, eccellenze, bontà, tradizioni e innovazioni che grazie ai modi in cui sono state raccontate hanno trovato la loro vera e reale grandezza.

 

Ma cominciamo dall’inizio.

 

Dovrei descrivervi Simona, che con leggerezza e acume ci ha guidato alla scoperta delle tante Viterbo, da quella etrusca a quella contemporanea, passando per quella medievale.

 

Dovrei provare a ricostruire il complesso racconto sulle tradizioni legate alla spremitura delle olive che ci ha fatto il signor Mario al frantoio Paradosso.

 

 

Dovrei usare le parole per trasportarvi nell’oliveto dove ci ha condotto Andrea o provare a farvi assaporare l’olio, BIO e DOP, che ci ha fatto degustare

 

 

Dovrei illustrarvi il progetto di mappatura del DNA degli olivastri che cercherà di ricostruire il paesaggio agricolo e produttivo della Tuscia romana generosamente condiviso con noi da Vincenzo.

 

Dovrei raccontarvi anche di Francesca, che facendoci passeggiare nella necropoli di Castel D’Asso ha fatto rivivere la Tuscia etrusca.

 

 

Dovrei poi tentare di trasmettere la passione che ci ha comunicato Elisabetta illustrandoci il Museo della città e del territorio di Vetralla da lei fondato, nel 1991, insieme al marito.

 

Infine, dovrei provare a ricordare tutti i gustosi prodotti a Km 0 che ha cucinato per noi Gianluca del ristorante La Piazzetta a Calcata.

 

Bisognerebbe insomma scrivere ben più di un post per raccontare quello che abbiamo fatto in due giorni, ma per quello vi rimando ai tanti tweet che sono stati scritti presa diretta e che ho raccolto in questa tagboard.

 

Quello su cui voglio richiamare la vostra attenzione, qui, è la capacità dei diversi attori di questo blogtour di valorizzare diverse identità ed attività. Come? Diventando tutti parte di un racconto.

 

Non immagini patinate standard, ma odori e sapori forti. Idee ed esperienze a cui è difficile rimanere indifferenti.

 

Risalendo a fatica i ripidi sentieri sopra a Calcata ho capito che la visita che mi era stata offerta era la strada giusta.

 

Verso dove?

 

Verso un futuro in cui di sostenibile non c’é solo l’agricoltura, ma anche il turismo.

 

Verso una valorizzazione di prodotti e di beni culturali che non ha paura di fondere idee innovative e tradizione centenaria.

 

Verso una promozione fatta di facce vere e racconti genuini.

 

Questa è la Tuscia viterbese con i suoi protagonisti: una terra dal sapore forte e piccante che, come il suo superbo olio, lascia in bocca e in testa un buon retrogusto.

 

[Al blogtour Terre dell’olio (12-13 dicembre 2015), contraddistinto online dall’hashtag #oliveoillands e organizzato da PAPER MOON Tour Operator insieme a QUARTO SPAZIO Agenzia di viaggi e Tour operator hanno partecipato Vincenzo Allegrezza, Liliana Comandè, Philiip Curnow, Giuseppina Marcolini Sandra Morlupi (Quarto Spazio), Laura Patara (Paper Moon), Caterina Pisu, Francesca Pontani Paola Romi, Mauro Sciambi, Geraldine Meyer. Le altre persone citate nel post sono Gianluca Aphel, Andrea Degiovanni, Elisabetta De Minicis, Mario Matteucci, Simona Sterpa.]

 

@OpusPaulicium

 

 

Lo storytelling per l’epigrafia: #eaglecontest

In fila al bar, alzo lo sguardo e leggo il menù.

 

Fuori dall’edicola il giornalaio ha appena sistemato il cartellone con i titoli più importanti dei principali quotidiani.

 

Alla fermata dell’autobus è affisso il manifesto per la prossima settimana del fumetto, a breve in città.

 

Uscendo dalla metro prendo il giornaletto gratuito che distribuiscono da qualche mese e quando esco dalla stazione, eccoli, hanno già iniziato ad affiggere i primi manifesti elettorali.

 

Poi lo smartphone vibra. Su Telegram il mio collega mi informa che arriverà in ritardo stamattina, ma mi ha appena mandato una email con tutto quello che devo sapere per continuare a lavorare su quel progetto in corso.

 

La comunicazione, in molteplici forme, è alla base della società umana e in un modo o nell’altro, lo è sempre stata.

 

Quando i nostri nonni e bisnonni partirono per la prima e la seconda guerra mondiale, mandavano lettere alle loro famiglie. Gli emigranti che andavano in America alla ricerca di un mondo migliore, scrivevano a casa che la vita fuori dall’Italia non era facile, ma si lavorava, quindi andava bene così.

 

Che siano lettere o appunti privati o che si tratti di documenti pubblici, come atti della pubblica amministrazione, dichiarazioni, richieste, ma anche manifesti e cartelli, la storia è fatta anche di queste scritture, che raccontano frammenti di vita nella storia più ampia che è quella dell’epoca a cui appartengono.

 

Andando indietro nel tempo queste “storie” diventano sempre meno accessibili a chi non ha gli strumenti adatti a comprenderle: la società che le ha prodotte è molto diversa dalla nostra, i riferimenti culturali sono diversi, il modo di chiamare le città, le cariche pubbliche, i giorni del mese è cambiato. La lingua non è la nostra, in alcuni casi se n’è persino persa memoria e solo fortunati rinvenimenti come la famosa Stele di Rosetta permettono di interpretarla.

 

A leggere e a ricostruire quelle storie, allora, ci pensano gli studiosi.

 

E poi?

 

Beh, e poi quelle storie dovrebbero diventare di tutti.

 

Si parla sempre più spesso di storytelling per l’archeologia o i beni culturali: lo storytelling è né più né meno della capacità di raccontare storie coinvolgendo il pubblico. Lo scopo è trasmettere conoscenza facendo leva sulle sensazioni e le emozioni, sull’empatia più che sul nozionismo ed è uno strumento sempre più utilizzato nelle strategie di promozione di piccoli e grandi musei.

 

Così, per esempio, le iscrizioni rinvenute nel castrum di Vindolanda, nel Nord dell’odierna Inghilterra, poco lontano dal “Vallo di Adriano” non sono solo straordinari documenti storici, ma raccontano la vita di persone come noi, con preoccupazioni in cui ci riconosciamo, reali, persino attuali, come Ottavio che sollecita Candido perché non gli ha ancora pagato la merce acquistata ed è preoccupato perché senza quei soldi l’attività rischia di fallire, o Sulpicia Severa che invita la sorella al suo compleanno e la saluta con affetto, sperando di rivederla presto.

 

E’ possibile allora unire storytelling ed epigrafia? #eaglecontest prova proprio a raggiungere questo obiettivo.

 

Riassumiamo.

 

L’EAGLE, il network Europeana di Epigrafia Greca e Latina è un progetto co-finanziato dalla Commissione Europea per la creazione di un portale che raccolga le iscrizioni del mondo antico, una risorsa fondamentale per chi studia, ma anche per i semplici curiosi. Fa parte di Europeana, una collezione digitale di milioni di reperti e oggetti di musei, biblioteche, archivi e collezioni europee e si propone l’ambizioso obbiettivo di mettere insieme un database di oltre 1 milione e mezzo di iscrizioni provenienti dai 25 paesi dell’EU e dal Mediterraneo.

 

Il database prevede una serie di informazioni minime, una ricerca base e una sezione “Storie” e proprio qui volevamo arrivare.

 

C’è tempo fino al 15 gennaio per scrivere un racconto breve in 2500 parole e partecipare al primo EAGLE Short Story Contest.

 

Come funziona?

 

I racconti devono essere correlati a una (o più) delle iscrizioni presenti in una (o più) delle collezioni EAGLE. I racconti possono essere presentati in inglese o in qualsiasi altra lingua europea; in questo caso, però, devono essere accompagnati da un abstract di 250 parole in inglese. I racconti devono avere un taglio divulgativo e possono essere corredati da musica, video, presentazioni interattive, linked open data. E’ possibile caricare i racconti sulla Storytelling App.

 

[Alcuni esempi di racconti si trovano sul portale EAGLE

 

Cosa c’è in palio?

 

Un voucher Amazon del valore di 200 euro e la partecipazione alla Conferenza EAGLE 2016. Inoltre il racconto vincitore sarà pubblicato sul portale EAGLE.

 

Che dite, vi va di provarci? 🙂

 

@domenica_pate 

@antoniafalcone

 

 

#BMTAsocial: la social crew a Paestum

Inizia oggi la XVIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, l’importante appuntamento annuale per tutti gli operatori del settore che ormai da alcuni anni da ampio spazio anche alle più interessanti novità in termini di innovazione tecnologica e sociale con un occhio di riguardo ai temi della comunicazione.

 

Tanti gli appuntamenti da non perdere nel ricco programma dall’incontro con i quattro nuovi direttori dei grandi musei statali del Sud che si sta svolgendo proprio in queste ore, ad archeostartup, momento dedicato all’archeologia che diventa impresa, coniugando conoscenza del passato e sviluppo economico che guarda al futuro. Non mancheranno gli appuntamenti con i grandi divulgatori, scrittori e personaggi televisivi, come l’ormai immancabile Alberto Angela.

 

Una bella novità di quest’anno è che l’organizzazione ha deciso di invitare alcuni archeoblogger influencer italiani a seguire l’evento facendo quello che meglio sanno fare, comunicare e far parlare dell’evento in rete.

 

Non poteva mancare la crew di Professione Archeologo e vista l’occasione speciale,  abbiamo deciso di schierare l’intera squadra: domenica (@domenica_pate) si è messa in viaggio stamattina di buonora ed è già sul posto, Paola Romi (@OpusPaulicium) arriverà domani e Antonia Falcone (@antoniafalcone) raggiungerà il resto della PA crew sabato.

Con Astrid D’Eredità (@astridrome) di Archeopop ci siamo inventate un hashtag secondario da affiancare a quello ufficiale della Borsa, #BMTAsocial per segnalare gli appuntamenti ed attività a cui prenderemo parte e che vi racconteremo a colpi di tweet, instagram e brevi video.

 

Seguite #BMTAsocial e #BMTA2015 per update dagli incontri, foto dagli stand, dal parco archeologico e dal bellissimo museo archeologico di Paestum.

 

Se siete alla Borsa, non esitate a scriverci sui social così ci conosciamo di persona e se avete domande o curiosità mandateci un tweet e vi risponderemo in tempo reale.

 

Allora, ricapitoliamo, gli hashtag da seguire sono #BMTA2015 e #BMTAsocial, gli account da tenere d’occhio, oltre ai nostri twitter personali, sono @pr_archeologo e la nostra pagina facebook.

 

Stay connected!

@domenica_pate

 

[Ph. credit: Davide Arnesano]

Venere Medici alla Galleria degli Uffizi #uffiziarcheologia

#UffiziArcheologia. Diventare trending topic con la cultura si può

Andare agli Uffizi come archeoblogger per scoprire la collezione di antichità della più importante galleria d’arte rinascimentale del nostro Paese si può fare.

 

Anzi l’abbiamo fatto.

 

Il 21 settembre.

 

E visto che siamo nel 2015, cioè nel futuro se diamo retta a Doc e Marty (e chi siamo noi per smentirli?), gli archeoblogger agli Uffizi sono entrati armati di smartphone e fotocamere.

 

Gli altri colleghi archeoblogger hanno già dedicato diversi post alla giornata del 21 settembre, vi invitiamo quindi a dare un’occhiata ai loro blog per avere una panoramica di quello che abbiamo visto e della storia che si cela dietro le opere scultoree della Galleria (Generazione di Archeologi, Archeokids, Memorie dal Mediterraneo). In questo post invece vorrei soffermarmi sulle ragioni che ci sono dietro un archeoblogtour, ed è importante farlo in questa occasione dal momento che #uffiziarcheologia è diventato trending topic in Italia (arrivate alla fine del post per sapere cosa significa, se già non lo sapete :D)

 

Capita spesso che ci chiedano qual è la finalità di un archeoblogtour e di un update continuo sui social del percorso di visita dei blogger.

 

A cosa serve fare un livetwitting, caricare foto su Facebook o Instagram e creare bacheche di immagini su Pinterest?

 

Parafrasando: perché lo fate?

 

E qui voglio elencarvi almeno tre obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere ogni volta che ci parte un tweet dal cellulare.

 

Primo obiettivo: far partecipe la community che ci segue online.

 

Raccontare cioè luoghi che magari sono meno noti e che ci piace scoprire insieme. Nel caso degli Uffizi non tutti sanno infatti che la collezione d’arte antica è stata la prima ad essere ospitata nella Galleria e che quindi si deve alla passione antiquaria dei Medici se oggi Firenze possiede uno dei musei più visitati in Italia. Condividere notizie, informazioni, fotografie online aiuta ad avvicinarsi senza timore reverenziale ad argomenti impegnativi come il collezionismo o la storia dei restauri rinascimentali.

 

 

Secondo obiettivo: interagire con la community. Stimolare la curiosità di chi magari scorre in quel momento la timeline di Twitter e ha da sempre avuto voglia di fare proprio quella domanda. Ecco, noi rispondiamo in tempo reale, oppure vi facciamo quiz facili facili.

 

 

Terzo obiettivo: far parlare di cultura anche i social e provare a portare tra i Trending Topic temi culturali.

 

Un trending topic è un argomento di tendenza su Twitter. Generalmente contrassegnato da un cancelletto (hashtag), si tratta di una parola che viene utilizzata dalla community per parlare di un determinato argomento e che ad un certo punto risulta tra le più usate, diventando trending topic, appunto, argomento “di tendenza”.
Il 21 settembre #uffiziarcheologia è diventato trending topic, in altre parole su Twitter quella mattina, tra gli argomenti di cui si parlava di più, c’è stato anche il blogtour organizzato nella Galleria.

 

 

Il risultato raggiunto non sarebbe stato possibile senza la sinergia di tanti soggetti che hanno creduto fermamente e portato avanti questo progetto: in primis Fabrizio Paolucci e Cristiana Barandoni di Gold Unveiled, Dipartimento di Antichità Classiche della Galleria degli Uffizi di Firenze; poi il gruppo di blogger che ha visitato la Galleria (Astrid D’Eredità per Archeopop; Francesco Ripanti per Archeokids, Stefania Berutti per Memorie dal Mediterraneo, Marina Lo Blundo per Generazione di Archeologi) e infine tutti gli amici che ci seguono con curiosità e costanza sui canali social: cercate #uffiziarcheologia su Twitter e troverete i nomi di chi con un retweet e una stellina ha reso la cultura di tendenza durante quel meraviglioso 21 settembre.

 

@antoniafalcone