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Who’s who: nuove questioni, vecchi interrogativi, lucide analisi

Grandi domande nella blogosfera, sia sui social che fuori, sulla direzione che l’archeologia deve prendere nel nostro paese. Nuovi e meno nuovi interrogativi nascono dall’analisi delle meritorie iniziative delle Soprintendenze.

 

Ma procediamo con ordine.

 

Ieri Professione Archeologo ha dato spazio all’avviso pubblico “Archivio collaboratori – Banca dati professionisti ed esperti per l’affidamento di incarichi tecnici e di collaborazione tecnica per importi fino a 100,000 euro” della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma. Ottima iniziativa, sintomo della trasparenza e lungimiranza di chi si trova a gestire la tutela in un contesto non esattamente semplice e scevro di problematiche, spesso anche solo squisitamente politiche.

 

La lettura della circolare, tuttavia, ha subito scatenato un vivace e quantomeno doveroso dibattito. Il maggiore vulnus subito rilevato dai colleghi, è stato quello dell’impossibitá, per un archeologo, di iscriversi alle categorie riguardanti progettazione e rilievi. Riservate a professionisti di altra natura, come ingegneri ed architetti, a meno di smentite e cambiamenti futuri, tali attività sembra non possano essere in nessun modo affidate a chi, fra noi, magari al rilievo e all’analisi  tecnica degli edifici antichi ha dedicato la sua formazione nonché la sua vita lavorativa.

 

Riemergono quindi le domande di sempre: chi è Archeologo? Ma soprattutto cosa fa e può fare un Archeologo?

 

Interrogativi chiari ormai, come chiara è la necessità di definire il posto di questo strano professionista nella nostra società.

 

Fatalmente chiarissimo ed illuminante a riguardo il punto fatto sul blog Passato e Futuro, che vi segnaliamo. Ponendo la giusta enfasi sulla necessità di una riforma dell’iter formativo l’autore si chiede infatti, forse con un po’ di scoramento comune ormai a molti di noi, chi debba fare cosa, come debba farlo ed anche perché, ma ci fornisce subito dopo, in nuce, una soluzione: il superamento dell’idealismo che permea tutte le questioni archeologiche in Italia. L’uovo di Colombo? Non siamo scettici, a volte le soluzioni geniali sono quelle semplici.

 

Buona lettura…