Archeologi in lockdown: aspettative vs realtà
Dal 9 marzo l’Italia è entrata in lockdown e la Fase Due è iniziata solo da pochissimo.
Non so quanti di voi hanno già ripreso a lavorare, io non sono tra questi e non ho idea di quanto tempo ancora dovrà passare prima di tornare in cantiere. Per ora cerco di sopravvivere tra ansie, refresh sul sito dell’Inps e ricerca spasmodica di notizie sull’emissione del bonus di aprile.
E mi ritengo comunque fortunata perché immagino che prima o poi la nostra presenza sarà richiesta sui cantieri di opere pubbliche, considerati servizi essenziali per la collettività. A differenza di molti colleghi che, dopo la laurea in archeologia, hanno abbandonato cocci, trowel e matrix per cogliere le opportunità offerte dal turismo e che oggi non sanno cosa sarà del loro futuro. Sono tantissimi infatti gli archeologi che negli ultimi anni hanno lavorato prevalentemente come guide turistiche e che oggi sono fermi in attesa di tempi migliori (o di reinventarsi una vita).
Ma non sono qui per angosciarvi con lamentationes varie ed eventuali, a far salire il picco d’ansia bastano le splendide giornate che si alternano fuori dalla finestra o le notizie che leggiamo tutti i giorni online.
Voglio piuttosto raccontavi quello che avrei voluto fare in questo mese di quarantena e quello che invece ho fatto.
Preparatevi a uno scontro epico aspettative vs realtà.
Non negate, anche voi avete terabyte di documentazioni di cantieri che risalgono più o meno al Pleistocene, perché “non si sa mai che possa servirmi quella foto fatta a una trincea completamente sterile nel cantiere di Pizzo Sperduto nel lontano 1977 a.C.”.
E quindi: quale occasione migliore di una quarantena forzata per sistemare una volta per tutte file, cartelle, foto e archiviarle con un criterio cronologico – geografico – tipologico?
Che poi alla fin fine, ad essere realisti, ci potrebbero volere giusto un paio di giornate per far uscire dal caos primordiale quella cartella DOCUMENTAZIONI che giace esangue sul desktop e dalla cui vista ritraiamo terrorizzati lo sguardo.
REALTÀ
Cartella, quale cartella?
Giuro che ci ho provato. Mi sono armata di buona volontà, ho fatto una lista delle cose da fare, del criterio da utilizzare, e poi…
…ho preso la cartella, l’ho copiata sull’hard disk (per mettere a tacere la coscienza) e mi sono dedicata alla lettura di un interessantissimo articolo su “Perché il magico potere del riordino con gli archeologi non funziona”.
Sarà per la prossima pandemia.
Saranno passati forse due anni dal leggendario giorno in cui ho detto (e anche scritto sui social): “ho un’idea rivoluzionaria per un libro, ma – mannaggia mannaggetta – non trovo mai il tempo per sedermi alla scrivania per più di un’ora al giorno e dare libero sfogo alla mia inesauribile vena creativa. Ecco, avrei giusto bisogno di un mese senza impegni e senza preoccupazioni lavorative per dare finalmente alle stampe il nuovo Premio Pulitzer dell’archeologia”.
Quale momento migliore, per la miseria, di quasi due mesi di lockdown per scrivere QUEL libro?
Voglio dire: non sto lavorando, le giornate non passano mai, non posso andare in giro, i week end sono tutti uguali.
Non capiterà mai più un momento più propizio di questo.
E invece…
REALTÀ
Inizio domani.
Prometto.
Ok. Non ho messo in ordine la documentazione. Non ho scritto il libro.
Ma sicuramente il tempo e il modo per aggiornarmi sulle questioni lavorative lo troverò.
Ho la cartella “Elementi salvati” su Facebook piena di link a:
- Corsi
- Webinar
- Manuali
Durante i mesi lavorativi è praticamente impossibile mettersi a studiare o a seguire corsi dopo 8 ore di cantiere e con la sveglia all’alba, e poi i week end sono spesso dedicati a scrivere le documentazioni o, banalmente, ad avere una vita oltre l’archeologia.
Quindi alla fine i link ai corsi e ai libri da leggere si accumulano, creando una condizione perenne di frustrazione per non riuscire mai a incrementare le già molteplici competenze che abbiamo.
In questi giorni di lockdown credo di aver messo millemilamilioni di “parteciperò” a dirette e webinar sui social, con l’ottimismo della volontà di chi ci crede fino in fondo.
REALTÀ
Sì va bene tutto, ma mi dite voi COME FACCIO A NON VEDERE L’ULTIMA SERIE NETFLIX della quale tutti parlano sui social?
Cioè anche io ho il diritto, peraltro chiaramente sancito dalla Costituzione, di commentare e litigare con chiunque su Facebook, soprattutto con la mia migliore amica che, dopo averle messo l’emoji arrabbiata, non mi guarderà più in faccia per la prossima decade.
Tutto questo post per dire che neanche una pandemia mondiale può arrestare quel tratto distintivo dell’archeologo medio che si chiama “procrastinazione”.
Se invece voi siete persone migliori di così, scrivetemi nei commenti cosa siete riusciti a combinare durante questo lockdown!
Antonia Falcone
– What a filthy job!
– Could be worse . . . could be raining.