Appello dei professionisti della cultura
Professione Archeologo aderisce virtualmente all’appello dei professionisti della cultura per chiedere un segno di rinnovamento al Ministero dei Beni Culturali.
Chiediamo pertanto ai nostri lettori di leggere e diffondere l’appello sul web. E’ il momento di far sentire la voce di chi lavora nell’ambito dei beni culturali. Il nostro settore necessita di un forte segno di discontinuità rispetto agli anni scorsi, caratterizzati da tagli indiscriminati e da politiche poco incisive.
Rimandiamo ai siti delle associazioni di categoria che hanno aderito all’appello: CIA – ANA
I PROFESSIONISTI DELLA CULTURA SI APPELLANO AL PRESIDENTE NAPOLITANO E AL FUTURO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: UN SEGNALE DI FORTE RINNOVAMENTO AL MINISTERO DEI BENI CULTURALI
Gli operatori e i professionisti della cultura si appellano uniti al presidente Napolitano e al futuro presidente del Consiglio per chiedere con forza che alla guida del Mibac vada un ministro che sappia imprimere una svolta decisiva alle politiche di tutela, fruizione e di valorizzazione del patrimonio culturale, costruendo un rapporto vivo tra i cittadini e la cultura italiana.
All’Italia serve un ministro della cultura in grado di valorizzare lo straordinario patrimonio culturale e le sue migliori risorse. Una figura che conosca a fondo il mondo della cultura e dei beni culturali e sia consapevole delle condizioni di lavoro e di vita dei professionisti che se ne prendono cura. Una figura autorevole, competente e fresca che sappia individuare le priorità e sappia tradurre in una nuova proposta politica le esigenze delle diverse anime che compongono l’universo cultura: dall’archeologia al cinema e l’audiovisivo, dalle creatività alla danza, dal restauro al teatro, dalla musica al paesaggio.
Come operatori della cultura sentiamo il bisogno di una svolta per la guida del Ministero. La politica sembra finalmente aver recepito il desiderio e la necessità di rinnovamento di una classe dirigente che i cittadini sentono troppo distante dai problemi di tutti i giorni, come ad esempio le difficoltà che oggi in Italia vive un precario, un piccolo imprenditore o uno studente.
Vogliamo un ministro che rappresenti e tuteli l’interesse collettivo dei cittadini e degli operatori della cultura, libero e indipendente, estraneo ad interessi e trame economiche e politiche che purtroppo hanno segnato il nostro settore per decenni. Vogliamo un ministro che abbia la vivacità, il dinamismo e le competenze indispensabili per comprendere e tradurre in proposte politiche le istanze di generazioni segnate dalla precarietà e dal mancato riconoscimento delle aspettative di lavoro e di vita.
Siamo convinti che un ministro “tecnico” debba conoscere da dentro il mondo della Cultura e saper tradurre in indirizzo politico le esigenze di tutte le molteplici realtà che lo compongono. La cultura italiana e la nostra tradizione esige la figura di un ministro che, piuttosto che parlare dei Beni Culturali come “ il petrolio dell’Italia” o vantare “il più grande patrimonio culturale del mondo”, intervenga affinché quel patrimonio non venga più umiliato da leggi che attentano al sistema della tutela dei nostri beni e del nostro paesaggio. Un ministro capace di una visione sistemica della vita culturale del paese e che comprenda l’importanza di valorizzare il rapporto inscindibile tra la tutela del patrimonio e la produzione culturale.
Dopo anni di nomine equivoche e inadeguate serve quindi un deciso cambio di rotta a favore di una personalità consapevole, già attiva e collegata con le realtà che operano nel mondo della cultura che con progetti innovativi e modelli inclusivi e sostenibili, sappia mettere il cittadino al centro dell’agenda politica culturale del prossimo Governo. Un ministro quindi che tutte le categorie produttive, professionali e artistiche sentano più vicino e rappresentativo e che assuma su di sé la responsabilità di difendere la funzione sociale della Cultura come diritto fondamentale di tutti i cittadini; come mezzo per la costruzione di una società più democratica, libera e consapevole; come fattore di crescita sostenibile da cui non possiamo né dobbiamo prescindere.
ASSOCIAZIONI FIRMATARIE
ANA- Associazione Nazionale Archeologi
ANAC – Ass. Nazionale Autori Cinematografici
ANART -Ass. Nazionale Autori Radiotelevisivi e Teatrali
ApTI – Ass. per il teatro Italiano
ARCI
ART. 9 Cultura & Spettacolo
ARTICOLO 21 – Associazione giornalisti
ASC – Ass. Italiana Scenografi Costumisti e Arredatori
ASSTeatro – Associazione Sindacale Scrittori Teatro
Assotecnici-Associazione Nazionale Tecnici per la tutela dei beni culturali e ambientali
Cinema &Territorio
CIA-Confederazione Italiana Archeologi
Consequenze Network
FEDERAZIONE CEMAT – Ente di Promozione Musicale
FED.IT.ART
FIDAC – Federazione Italiana Associazioni Cineaudiovisivo
IACS
Indicinema
La ragione del restauro
MovEm09
NUOVA CONSONANZA
PMI Cinema e Audiovisivo
RITMO – Rete Italiana Musicisti Organizzati
SAI – Sindacato Attori Italiani
SNCCI – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici
TAM TAM
UFFICIO SINDACALE TROUPE SLCCGIL
Ora che il ministro c’è, che mi dite di lui? Io non lo conosco, so solo che ha fondato la notte della taranta
Ciao Caterina, politicamente posso dirti che Bray è un dalemiano di ferro, messo al Ministero proprio in quota Baffetto. Oltre ad aver creato la notte della taranta, è anche direttore editoriale dell’Enciclopedia Treccani. Ho letto alcuni suoi post sul blog del Fatto Quotidiano e non mi sembrano male. Per il resto bisognerà attenderlo alla prova dei fatti. Certo si tratta di una nomina dal sapore molto politico, più che tecnico.
Sul Corriere qualche giorno fa è uscito un articolo di Galli della Loggia dai toni molto duri contro Bray, questo è il link http://archiviostorico.corriere.it/2013/aprile/28/Bray_Ministro_Sconosciuto_Cultura_Ostaggio_co_0_20130428_c6dcb650-afc6-11e2-ae57-a5d8f44c6979.shtml
Continuate così, bravi!