Nuovo Antiquarium: un buon motivo per tornare a Pompei
Tempi di pandemia, di musei chiusi e di buoni propositi.
“Quando quest’incubo sarà finito non vedo l’ora di tornare in un museo”.
L’ho detto, l’ho sentito dire a molti amici, l’ho letto sui social.
E quindi sono qui apposta per darvi qualche motivo per tornare nella madre di tutti i siti archeologici, nella città diventata archetipo dell’archeologia, nel sito che riempie le prime pagine dei giornali ad ogni nuova “sensazionale” scoperta: ovviamente parlo di Pompei.
E Pompei non è solo un sito archeologico visitato da milioni di turisti, l’antica città sommersa da una violentissima pioggia di lapilli e frammenti litici, che fece dire a Goethe nel 1786 “Molte sciagure sono accadute nel mondo, ma poche hanno procurato altrettanta gioia alla posterità. Credo sia difficile vedere qualcosa di più interessante”, nè soltanto lo sfondo perfetto per foto e selfie.
Pompei è soprattutto un contenitore di storie, eternate e arrivate fino a noi attraverso gli oggetti che l’eruzione ha conservato pressochè intatti. Molti di questi oggetti, segni tangibili della vita che doveva scorrere serena tra le sue strade, nelle botteghe, nelle ville e nelle insulae fino al 79 d.C., dal 25 gennaio 2021 sono visibili tra le sale del nuovo allestimento dell’Antiquarium all’interno del Parco Archeologico, spazio museale dedicato all’esposizione permanente di reperti che illustrano la storia del sito vesuviano.
Pompei ha sempre avuto un suo Antiquarium, un po’ come l’Acropoli di Atene ha sempre avuto un suo museo: siti e musei che vanno letti insieme perchè si completano a vicenda.
Semplificando, mi piace pensare che la visita ad un sito archeologico risponda alla domanda DOVE? e la visita al rispettivo museo risponda alla domanda COSA?
Ed è proprio l’unione dei due che ci aiuta ad avere un’idea più complessa e completa del fluire della storia.
Adesso facciamo un salto indietro nel tempo per seguire le vicissitudini che hanno portato al nuovo allestimento:
1873-1874: nasce il primo Antiquarium grazie a Giuseppe Fiorelli negli spazi sottostanti la terrazza del Tempio di Venere, dove furono esposti reperti esemplificativi della vita quotidiana e i calchi delle vittime dell’eruzione.
1926: l’Antiquarium viene ampliato da Amedeo Maiuri, con l’aggiunta di grandi mappe con gli sviluppi aggiornati degli scavi e di nuovi reperti provenienti dalla Villa Pisanella di Boscoreale e dagli scavi di via dell’Abbondanza. L’esposizione si struttura secondo un percorso cronologico, dalle origini della città all’eruzione.
Settembre 1943: i bombardamenti distruggono un’intera sala dell’Antiquarium, con la perdita di circa 1000 reperti
Giugno 1948: grazie alla caparbietà e ai restauri di Maiuri l’edificio riapre al pubblico in occasione del 2° centenario degli scavi di Pompei.
1980: il terremoto reca ulteriori danni all’Antiquarium che rimane chiuso per trentasei anni
2016: l’Antiquarium apre nuovamente con spazi dedicati ad esposizioni temporanee
Arriviamo al 2021, ai tempi pandemici che stiamo vivendo tutti e a un segnale importante: l’Antiquarium riapre nella sua ultima veste, con un allestimento del tutto nuovo, come promessa di rinascita.
L’allestimento è curato da COR arquitectos & Flavia Chiavaroli, e recupera
gli spazi delle gallerie originali, oltre ad aver previsto il restauro delle vetrine espositive degli anni cinquanta. L’organizzazione è a cura di Electa.
La visita è facilitata da AmedeoBot, un chatbot che non necessita di app da scaricare, ma si attiva grazie ad un QR code e offre al visitatore una narrazione audio alla scoperta dell’Antiquarium e di alcuni punti di interesse del parco.
Realizzato su progetto e sviluppo di Machineria, consiste in una chat interattiva che risponde in tempo reale a richieste di informazioni
sul percorso.
Poichè ho avuto la fortuna di poter visitare l’Antiquarium su invito di Electa Editore, vi illustro i 3 motivi per i quali il nuovo allestimento merita sicuramente una visita, appena possibile (qui trovate le mie Instagram Stories).
La luce
Il nuovo allestimento è un percorso nella luce e verso la luce: le prime sale alle quali si accede dal piano terra dell’edificio sono infatti in penombra e illustrano i primi secoli di vita di Pompei con alcuni pezzi diventati ormai iconici.
Arrivati al primo piano – ne sono certa – il primo pensiero che vi colpirà sarà: e luce fu!
Le sale infatti sono caratterizzate da una fortissima luminosità, che riporta all’atmosfera dell’Antiquarium pensato da Amedeo Maiuri. Le opere esposte inoltre non sono ammassate, ma al contrario ben distanziate e consentono quindi di aggirarsi nelle sale con disinvoltura, senza sentirsi schiacciati dal peso della storia.
Spesso i musei archeologici hanno questo problema: troppa roba, troppi pezzi, troppi vasi che inibiscono il visitatore invece di accompagnarlo in un percorso di conoscenza.
Le ultime scoperte
Uno dei motivi per visitare l’Antiquarium è – senza alcun dubbio – il “tesoro” di amuleti di I d.C. rinvenuto nel 2019 nella Casa con Giardino nella Regio V.
Lo so che l’archeologia non è fatta solo di oggetti splendenti, ma soprattutto di cocci brutti, però che vi devo dire? Questi piccoli amuleti variopinti sono incredibili. E voi, come me, vi ritroverete a guardarli uno per uno, interpretandone il materiale e le rappresentazioni.
La coppa in vetro deformata
Rimango sempre basita (F4) quando gli archeologi si chiedono perchè qualunque notizia riguardi Pompei finisce sulle prime pagine dei giornali e riesca a catalizzare l’attenzione del mondo.
P E R C H É ?
A me basta questa coppa in vetro deformata dal calore dell’eruzione come risposta.
Pompei è l’immagine cristallizzata della fine. La rappresentazione tangibile di un evento traumatico che mette termine alla storia.
É una città che conserva ancora gli ultimi attimi della vita. Fermi. Immobili.
E anche della morte, con i calchi dei defunti.
Già nel 62 d.C. Pompei era stata colpita da un forte terremoto che aveva devastato molte domus ed edifici pubblici, ma era stata in grado di rialzarsi, fino a quel terribile giorno del 79 d.C.
Quando la vita dei suoi abitanti a è finita per sempre.
O forse no.
Visto che continua a vivere nelle ricerche archeologiche che tentano di ricostruire gli ultimi attimi di una città suo malgrado eterna.
Pompei, frequentata città della Campania […]
Seneca, Questioni Naturali, 6, 1, 1-2
è sprofondata a causa di un terremoto che ha devastato tutte
le regioni adiacenti e che ciò è avvenuto proprio nei giorni invernali
che i nostri antenati garantivano essere al sicuro da un pericolo
del genere. Questo terremoto si è verificato alle None di Febbraio,
sotto il consolato di Regolo e di Virginio, ed ha devastato
con gravi distruzioni la Campania, regione che non era stata
mai al sicuro da queste calamità e che ne era sempre uscita
indenne, anche se tante volte morta di paura […] A questi danni
se ne aggiungono altri: è morto un gregge di seicento pecore,
alcune statue si sono rotte, alcuni dopo questi fatti sono andati
errando con la mente sconvolta e non più padroni di sé.
Antonia Falcone
E ora un po’ di info:
Antiquarium di Pompei
ingresso da
Porta Marina (Via Villa dei Misteri)
Piazza Esedra (piazza Porta Marina Inferiore)
orari
dal 1 novembre al 31 marzo: 9.00 – 17.00
(ultimo ingresso 15.30)
biglietti
L’accesso all’Antiquarium è incluso nel
biglietto di ingresso agli scavi
intero: € 16.00 (+ € 1.50 su prevendita online)
ridotto: € 2.00 (+ € 1.50 su prevendita online)
Gratuità come da normativa
Complimenti, bell’articolo.
Ma vogliamo anche parlare della luminosità e della profondità di campo della tua fotocamera?
Grazie mille!
Fotocamera di cellulare Xiaomi 😉