Un Museo dedicato all’archeologia subacquea nel Castello di Santa Severa
Nel Castello di Santa Severa c’è un piccolo museo dedicato al Mare e alla Navigazione Antica che nasconde tra le sue sale meravigliosi piccoli gioielli.
L’abbiamo visitato giovedì scorso nel corso della conferenza stampa di presentazione dei nuovi appuntamenti culturali che avranno luogo proprio nei suggestivi spazi del Castello di Santa Severa.
Il museo ci ha colpito per la forte connotazione didattica che lo caratterizza, volta a indirizzare anche i non archeologi alla conoscenza del mondo sottomarino e alle incredibili scoperte che restituisce.
L’avete mai vista la ricostruzione di uno scavo subacqueo con tanto di sub e tavolette per il rilievo sott’acqua? E avete mai avuto voglia di toccare anfore risalenti a secoli e secoli fa?
Il Museo del Mare e della Navigazione Antica nel Castello di Santa Severa offre un percorso espositivo che mette al centro il visitatore e lo accompagna in un viaggio alla scoperta della “vita sul mare e per il mare”: i fondali del porto dell’antica Caere, Pyrgi, hanno restituito nel corso degli anni importanti testimonianze archeologiche esposte nelle sale del Museo. A corredo dei reperti sono presenti diversi plastici che ricostruiscono il presente e il passato di questi luoghi ricchi di storia, dalla protostoria al periodo aureo etrusco.
Se non tutti sanno come funziona uno scavo subacqueo, come si disegna nelle profondità del mare, cos’è una sorbona e qual è la strumentazione indispensabile per portare alla luce reperti antichi dal mondo sottomarino, la prima sala presenta un diorama in scala 1:1 che soddisfa tutte le curiosità del visitatore sul “mestiere dell’archeologo subacqueo”.
E spesso lo scavo subacqueo restituisce una grande quantità di contenitori di trasporto, affondati come carico delle navi onerarie: le anfore, che servivano a trasportare da una parte all’altra del Mediterraneo vino, olio, derrate alimentari, un sistema di import-export ante litteram.
Vedere la successione tipologica e cronologica di anfore provenienti da Italia, Spagna, Gallia, Egeo e Africa con relative tabelle descrittive può risultare molto utile per collocare nello spazio e nel tempo il massiccio spostamento di merci che caratterizzava l’economia del mondo antico.
Merito del direttore del Museo, Dott. Flavio Enei, è stato quello di proporre un percorso sensoriale ai visitatori: toccare le anfore, sentire le incrostazioni accumulate nei secoli sull’orlo e sulle pareti dei contenitori, avere un contatto diretto con oggetti creati da persone come noi secoli fa, serve a immergere il visitatore in un mondo che esercita ancora un grande fascino. Il percorso è pensato soprattutto per favorire l’accessibilità museale per i non vedenti, sulla scia di un aspetto sempre più centrale nella vita dei musei.
Ma la vita delle anfore non si esauriva all’arrivo nei porti, bensì continuava attraverso diversi sistemi di riuso, illustrati in una delle vetrine della sala: vasi per fiori, sepoltura per infanti, frammenti usati nell’impasto della malta o incastonati nelle volte.
Alcune sezioni sono interamente dedicate alla navigazione con i principali relitti rinvenuti nel Mediterraneo e le tecniche costruttive delle imbarcazioni antiche, non mancano ricostruzioni delle parti lignee delle navi antiche e un ricco apparato di strumenti pertinenti alla carpenteria navale, nonchè documenti relativi ai sistemi idraulici delle imbarcazioni.
Come era fatta la stiva di una nave romana è presto detto: una ricostruzione in scala al vero consente di immergersi per un attimo in quella parte delle imbarcazioni dove erano immagazzinati anfore e vasellame. E sembra quasi di trovarsi lì, tra gli addetti allo stoccaggio delle merci in partenza e allo scarico della stiva nei porti di approdo.
E infine i dolia, contenitori da trasporto di grandi dimensioni rinvenuti nella nave romana di Ladispoli. Un’intera sala è dedicata a questo importante ritrovamento del I secolo d.C. avvenuto a 12 m di profondità che illustra le modalità di trasporto del vino sfuso proveniente dall’Italia centro-meridionale contenuto nei dolia, collocati in un posto fisso al centro della nave.
Sulle navi da carico non erano solo presenti le merci ma anche le dotazioni di bordo dell’equipaggio: vasellame da cucina e ceramica da mensa, lucerne per l’illuminazione e tutto il necessario per vivere mesi in mare aperto.
Questo nuovo allestimento del museo, l’apertura di una libreria dedicata alla letteratura del mare e un fitto calendario di attività per la rassegna Estate in Blu vanno ad arricchire l’offerta culturale del comune di Santa Marinella, grazie alla collaborazione con Coop Culture.
Ma non solo archeologia. La novità di questa nuova stagione di rinascita culturale sta anche nell’integrazione dell’arte contemporanea nel sistema di valorizzazione territoriale di Santa Severa: Estate in Blu inaugura una collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma attraverso le residenze d’artista. Di cosa si tratta? Sarà data la possibilità a quattro giovani artisti di risiedere all’interno del Castello per completare il proprio percorso di formazione artistica.
E dal 18 giugno al 25 settembre un programma di eventi e di attività al Museo del Mare e della Navigazione Antica farà da cornice all’estate di Santa Severa tra suggestioni notturne, visite e percorsi guidati, aperitivi a tema, incontri e conferenze, letture e racconti, perfomance e spettacoli musicali, cinema all’aperto, laboratori del gusto e assaggi di prodotti tipici, corsi di yoga, laboratori didattici e creativi, passeggiate e trekking naturalistico!
Qui il programma.
Antonia Falcone
(@antoniafalcone)
Ph. Credit: Cristina Annibali
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