Love City Index Siracusa: fruizione turistica e valorizzazione in un’unica app
Lo scenario è consueto.
Si visita una nuova città, si va in cerca dei luoghi da visitare, da vivere, delle esperienze da raccontare. Se il posto è bello o il piatto tipico molto buono la foto ricordo è d’obbligo, selfie o panoramica che sia, ed è sempre seguita da un breve commento e da qualche hashtag, a metà strada tra live-blogging e scrapbook.
E se la nostra foto e il nostro commento servissero anche a fornire, a chi si occupa di gestione del territorio e tutela del patrimonio, indicazioni utili proprio alla gestione e alla tutela?
Cosa succederebbe se la nostra fruizione “emotiva” dei luoghi che visitiamo, dei posti che frequentiamo, in altre parole il modo in cui viviamo le nostre città, avesse un impatto su come quelle stesse città vengono amministrate, protette, valorizzate?
Turismo, cultura “social”, marketing, beni culturali, tecnologia d’avanguardia, “amore verso il patrimonio”, tutela e responsabilità sono solo alcuni dei concetti all’interno di quel progetto che si concretizza in un’app per molti versi innovativa e user-friendly, realizzata dalla fondazione IBM Italia e pensata per la città di Siracusa: Love city Index Siracusa.
Siamo stati contattati da chi si è occupato di sviluppare l’idea ed abbiamo accolto l’invito con entusiasmo. Per capirne un po’ di più ci siamo rivolti a Nicola Palmarini, all’epoca dell’intervista (23 maggio) direttore dell’Europe Human Centric Solutions Center di IBM.
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Ciao Nicola e grazie per essere qui con me oggi per promuovere e far conoscere questa nuova applicazione. Innanzitutto, di che cosa si tratta?
Siracusa è stata vincitrice di un’iniziativa IBM di un paio anno fa, Smart City Challenge, in cui città di tutto il mondo venivano selezionate su loro richiesta proponendo progetti smart, e Siracusa si candidò e vinse proprio con l’idea di promuovere una conoscenza più approfondita dei propri flussi turistici per costruire poi un marketing sui propri visitatori ed iniziare ad usare i dati come elemento sul quale disegnare il futuro sviluppo della città.
LCI Siracusa è quindi un progetto che sfrutta un’applicazione su una piattaforma mobile per ingaggiare i visitatori, i cittadini, i turisti che si trovano in città con l’obbiettivo di stimolare la raccolta dei dati forniti dagli utenti stessi, per poi farne un’analisi e dare in un secondo momento informazioni più strutturate agli amministratori della città stessa.
Quindi il visitatore o l’utente non è tanto il destinatario finale, ma diventa un collaboratore per la valorizzazione del territorio?
Esatto. L’applicazione fornisce al visitatori una serie di contenuti: mappatura dei luoghi di interesse, contenuti relativi, la correlazione dei luoghi in base a criteri di vicinanza o di contenuto, che sono poi i contenuti tipici delle guide turistiche solo in versione mobile. A fronte di questa offerta si chiede all’utente un feedback di tipo prima di tutto emotivo e poi un commento più strutturato di modo che gli stessi amministratori possano cominciare a verificare lo stato delle cose.
Quello che ci ha colpito, infatti, è proprio la possibilità di lasciare un commento “critico” rispetto a quello che si ha davanti, di individuare i problemi che si sono riscontrati.
Sì, il visitatore e il cittadino possono contribuire in prima persona con le proprie idee e opinioni alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio culturale. Abbiamo l’ambizione di misurare un indice, quello che chiamiamo “indice di amore”, verso la città e il patrimonio perché può sembrare scontato, ma siamo abituati a valutare le città, soprattutto le smart city, su criteri essenzialmente utilitaristici (trasporti, velocità e presenza del wi-fi), senza valutare il parametro dell’impatto emotivo.
Noi invece vogliamo che i visitatori/cittadini ci comunichino innanzitutto l’impatto emotivo, la sensazione che avvertono in rapporto ai monumenti/siti/musei che incrociano lungo il cammino, da cui poi noi creiamo un “indice” che viene successivamente analizzato anche grazie agli studi di social network analysis.
La seconda valutazione che chiediamo è da “expert evaluator”, da visitatore abituato a visitare luoghi d’arte e monumenti: se ha certi standard, se ti ci ritrovi e via dicendo.
Che è poi quel tipo di feedback che già da alcuni anni e su diverse piattaforme i visitatori sono ormai abituati a dare ai luoghi che vanno a visitare.
Nel nostro caso il feedback richiesto è riferito al patrimonio di Siracusa ed abbraccia tante questioni, tra cui prima di tutto quella dell’accessibilità, che tante volte viene messa da parte soprattutto per questioni di budget.
Andiamo sul tecnico. Io scarico quest’app, poi una volta che l’ho installata e mi trovo a Siracusa, magari davanti a una bella chiesa, cosa ci faccio?
L’applicazione si scarica dall’Apple Store e al momento è disponibile solo per IOS, per dispositivi da 4 in su, sia iPhone che iPad. Non è al momento prevista un’applicazione per Android, però a breve lavoreremo anche per quella. Si effettua la localizzare per visualizzare i punti di interesse più vicini, che posso scegliere per prossimità o per categoria, e oltre ai “luoghi” più tradizionali ci sono anche i prodotti eno-gastromici, come il pachino, il limone o il papiro, che è tipico di Siracusa. Quando ci si trova di fronte al punto di interesse è possibile rilasciare il feedback sia emotivo che tecnico di cui parlavamo prima.
I feedback vengono poi raccolti dal sistema e vengono quindi forniti agli amministratori della città, che in tempo reale possono vedere come si stanno relazionando gli utenti rispetto ai punti di interesse. L’idea è anche e soprattutto di fare uno screening dei punti di interesse meno “apprezzati”, per cercare di capire cosa stimola una reazione di questo tipo.
Ovviamente è anche possibile, da parte dell’utente, condividere il feedback su diverse piattaforme social, tra cui Twitter, Facebook, Instagram, Flickr, aggiungendo un commento, una foto e trasformandolo in un post a tutti gli effetti. Ogni punto di interesse è dotato di hashtag proprietario, di modo che poi si possa fare un’analisi delle persone che hanno interagito con quel punto di interesse, attraverso un software che permette di identificare le personalità e il profilo degli utenti che lasciano i loro tweet. Questa analisi sfrutta circa una quarantina d’anni di letteratura di psico-linguistica, trasformati nella capacità di interpretare quello che viene detto attraverso i tweet e di generare il profilo della personalità dell’utente, permettendo quindi di individuare gruppi di utenti. La finalità è capire qual è il profilo degli utenti che si emozionano davanti ad un luogo specifico e perché proprio quel tipo di utente.
Quindi, ricapitolando, psicologia e analisi linguistica, marketing, beni culturali, nuove tecnologie, social network analysis (SNA). Avete già dei primi dati?
Il progetto è stato lanciato qualche settimana fa e ora cominciamo ad avere i primi feedback. L’obiettivo è quello di raccogliere la maggior mole possibile di dati così che ad ottobre possiamo fare un primo punto della situazione e capire quali informazioni possiamo dare alla città su come interpretare i propri flussi turistici e le preferenze dei diversi gruppi di visitatori.
Mi sembra quindi di capire che è un progetto in più tappe e che questo che viene proposto al pubblico è solo il primo passo per il raggiungimento di un obbiettivo più ampio. Pensate di aprire il progetto ad altre città? Qual è il futuro di questa idea?
Il primo obiettivo è capire quali dati possiamo raccogliere e se essi possono permettere prima di tutto ai professionisti dei beni culturali, alle città, agli amministratori di avere delle risorse informative utili a disegnare delle strategie di intervento e valorizzazione sul lungo periodo. Sappiamo bene che questo paese si sta giocando una partita importante sul futuro dei beni culturali. Diamo spesso per scontato che il nostro patrimonio culturale sia un elemento di attrazione automatica, ma a volte c’è dietro un racconto che noi non siamo ancora in grado di fare. Il secondo obiettivo è capire se il progetto si può estendere ad altre città per provare a mappare questo indice di attrazione, per cominciare a stilare ad esempio una prima mappatura dell’indice di amore verso le nostre città.
Prima di salutarci, c’è qualche altro aspetto che ti sembra interessante da sottolineare e di cui non abbiamo ancora parlato?
Sì, una cosa interessante di Love City Index Siracusa è che è stato un progetto partecipato a tutti gli effetti. Abbiamo costituito un tavolo di confronto che ha coinvolto i più diversi stakeholders: da Confindustria alle associazioni di categoria, dalla politica alla società civile, ai cittadini. Abbiamo fatto diversi dibattiti pubblici coinvolgendo i cittadini per illustrare il progetto passo passo e chiesto le loro opinioni, in uno scambio continuo e proficuo per la buona riuscita del progetto. Abbiamo iniziato a settembre 2013, organizzando 4 incontri. Parallelamente ed indipendentemente da noi la cittadinanza e le istituzioni locali hanno organizzato altri incontri. Abbiamo aperto anche un blog dove i cittadini possono commentare e aggiungere contenuti, lcisiracusa.org.
Grazie mille per averci illustrato questo interessante progetto e un grande in bocca al lupo per il futuro!
Crepi il lupo! Invito tutti a visitare Siracusa se non l’avete ancora fatto, perché è una città fantastica, e ad usare l’app quando lo farete!
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La trascrizione integrale dell’intervista (a cura di @antoniafalcone) è disponibile qui, mentre qui in basso è possibile ascoltarne il podcast.
L’indirizzo del blog è lcisiracusa.org, da cui è possibile effettuare il download dell’app, scaricabile anche da iTunes.
@domenica_pate