Diario segreto di un archeologo
Riceviamo e pubblichiamo.
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17 Marzo 2014
Buone notizie! Oggi pomeriggio ho ricevuto una telefonata che è andata più o meno così:
Pronto?
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Pronto Giovanni, sono Leo della “Scavarelebuche” Soc. Coop. Srl. Sas. Abbiamo ricevuto il tuo curriculum mesi fa. Vero, ti abbiamo ignorato finora, ma da oggi la tua vita potrebbe subire una svolta inaspettata! La prossima settimana inizia un cantiere in località “Più Lontano Così Dalla Civiltà Si Muore” e volevamo sapere se sei ancora interessato.
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Ma certo che sì! Di cosa si tratta esattamente?
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Oh, è una cosa tranquilla. Ho letto sul curriculum che non hai ancora mai fatto esperienza sui cantieri, ma non c’è problema. Si tratta di una fogna, il settore in cui gli archeologi lavorano di più.
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Guarda, tendenzialmente ti dico di sì, visto che da qualche parte devo pur cominciare. Ehm… maaaa… per la… ehm, retribuzione?
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Ahahahahahah! Ma che davero dici? Dai su, ce devi pagà tu a noi che ti facciamo lavorare! Comunque a parte gli scherzi un rimborso spese te lo facciamo, eh, mica siamo gente che sfrutta, noi. Tipo… 15 euro al giorno, va bene? Giusto per il panino e la benzina, eh. Una volta finito il cantiere, ti facciamo un bonifico. Ci vuole un po’ di pazienza, i tempi vanno da un paio di mesi se sei molto fortunato a millemila giorni, ma è la prassi, non c’è da preoccuparsi! Tanto mica c’hai famiglia tu, no, se li ricevi più tardi i soldi fa lo stesso! Dai, non perdiamo tempo adesso che devo mandare il nominativo in Soprintendenza con il curriculum, ci stai?
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(pausa) Ok. Vediamo come va.
Ok, ok, non è molto, ma è sempre qualcosa. E come dicevo al tizio, dovrò pur cominciare da qualche parte, no?
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21 Marzo 2014
Il cantiere è confermato, si comincia lunedì. Ho tirato fuori gli attrezzi del mestiere che avevo messo via dopo l’ultimo scavo con l’uni e fatto una lista di quello che mancava. Adesso dovrei avere tutto.
Allora:
• Trowel: c’è.
• Palina: comprata, 15 euro
• Lavagnetta: me la presta Rossella, quindi aggratis (na vorta tanto…)
• Freccia del nord: fatta a mano da me medesimo, con plexiglass e seghetto (e chi me ferma a me?)
• Giubbotto catarifrangente: ce l’avevo.
• Caschetto: dovrebbe servire e comunque ce l’ho.
• Scarpe antinfortunistica: ci sono.
• Attrezzi da disegno: alcune cose le avevo e per il resto ho speso 5 euro in cartoleria.
Insomma, ci siamo. Non vedo l’ora di cominciare!
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24 Marzo 2014
Primo giorno in cantiere!
Sveglia alle 6, colazione veloce e via in macchina.
Arrivo e mi presento agli operai, che nel corso della giornata hanno continuato a chiamarmi “dottò” e mi avranno detto forse una decina di volte “tanto qua non ci sta niente!” con un mezzo sorrisetto. Vabbè, dai, l’atmosfera è bonaria per il momento, anche se ad un certo punto il tempo non passava mai e io stavo là a domandarmi: e se trovo qualcosa? Come la gestisco la squadra di operai?
Pausa pranzo, caffè, sigaretta.
Si ricomincia.
Ed ecco, ovviamente, succede: la benna dell’escavatore tocca qualcosa di compatto e fa un suono metallico che mi ha fatto drizzare i peli sulle braccia.
OhSantaMariaDelCedro, hanno trovato qualcosa!
Dopo un attimo di panico, mi ricompongo. “Calma e sangue freddo” mi ripeto. Faccio un segno per far fermare la ruspa e faccio dare una pulita dall’operaio.
Tolto il grosso della terra, mi calo in trincea armato di trowel. Saranno pochi minuti, ma a me son sembrate ore interminabili in cui tutti gli occhi erano puntati su di me e le mie mani.
Sudo freddo, ma cerco di mantenere l’aplomb da archeologo vissuto.
Per un attimo penso che forse davvero abbiamo trovato qualcosa, ma poi tutta l’agitazione si trasforma in delusione: non c’è niente, solo qualche “sercio” [= sasso, NdR], come dicono a Roma, ributtato ed evidentemente moderno.
Vabbè, dico, possiamo procedere, piano e con attenzione, ma possiamo procedere.
Con pala e piccone togliamo le pietre dalla trincea e… ehi, c’è qualcosa, qualcosa che sembra… cozze?
Eh sì, confermo, gusci di cozze vuote, lasciate lì da qualche buontempone che le ha seppellite magari dopo una bella mangiata in compagnia.
Mi scappa una risata e gli operai ridono appresso a me.
Primo ritrovamento, cozze.
Ed è così che oggi ho imparato una delle grandi verità dell’archeologia on the road: la terra conserva tutto, pure le cozze!
Bè, dai, in fondo, poteva andare peggio.
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Disclaimer: ispirato a fatti realmente accaduti. Perché con l’archeologia non si scherza 😉
@antoniafalcone
@domenica_pate