Sono stati giorni intensi per i professionisti dell’archeologia e dei beni culturali quelli appena trascorsi. Ecco una sintesi di quanto successo nell’ultima settimana.
Atto primo: Sabato 16 novembre tre associazioni di categoria pubblicano una LETTERA AL MINISTRO BRAY SU ITER PDL. 362. Nel documento congiunto Associazione Nazionale Archeologi, Assotecnici e Confederazione Italiana Archeologi chiedono all’On. Massimo Bray di sostenere la Proposta di Legge n. 362, presentata alla Camera dei Deputati dagli onorevoli Ghizzoni, Madia e Orfini il 20 marzo 2013 poiché costituisce una tappa fondamentale per il riconoscimento dei professionisti dei Beni Culturali.
Atto secondo: La mattina di Mercoledì 19 novembre su Twitter si scatena un vero e proprio uragano. Utilizzando l’hashtag #Riconoscimento, gli archeologi, a cui si uniscono prontamente gli altri professionisti dei Beni Culturali, danno corpo ad un intenso, creativo e coinvolgente #tweetstorm indirizzato al Ministro @massimobray. La richiesta rivolta al titolare del MiBACT è semplice: il #Riconoscimento di quelle figure professionali (archeologi, storici dell’arte, archivisti, etc.) necessarie alla tutela e valorizzazione del nostro Patrimonio culturale ma non ancora previste dal Codice dei Beni Culturali.
(Provvisorio) Gran finale: Alle ore 15.51 dello stesso 20 novembre il Ministro risponde al turbine di messaggi a lui diretti: “Avevo espresso la speranza che gli #archeologi non fossero più soli. Il @mi_bact è al lavoro per il #riconoscimento della loro professione”.
Il 21 Novembre ANA, CIA e Assotecnici diffondono un comunicato stampa congiunto in cui esprimono soddisfazione per le parole del Ministro e l’auspicio che presto possano trasformarsi in fatti.
All’origine della “tempesta” c’è la richiesta di approvazione della Proposta di Legge 362, presentata dagli onorevoli Manuela Ghizzoni, Marianna Madia e Matteo Orfini.
Abbiamo chiesto ad Alessandro Pintucci, presidente della Confederazione Italiana Archeologi, di illustrarci brevemente i punti chiave della pdl.
Intervista di Antonia Falcone.
In questi giorni si è tanto parlato della pdl 362. Di che si tratta?
Si tratta di una proposta di legge, ormai datata nella sua prima forma al 2008, che intende inserire i professionisti dei BB.CC. nel codice dei Beni Culturali, rendendoli gli unici attori delegati dallo Stato ad operare sui Beni stessi.
Raccontaci brevemente come è nata la Ghizzoni-Madia-Orfini. A quale punto dell’iter legislativo è ora la pdl?
La legge è nata appunto nel 2008, in seguito all’inserimento nel Codice dei Beni Culturali dei Restauratori, con un iter lunghissimo che ha portato, non senza polemiche, a riconoscere questa professione a livello nazionale.
In analogia con questa categoria, anche dopo la manifestazione che l’ANA promosse a Roma del 2008, la Politica si accorse degli archeologi e propose, in forma un po’ diversa da quella attuale, una legge che introducesse gli archeologi nel Codice. Noi, come Confederazione Italiana Archeologi, abbiamo avuto il merito di allargare la platea delle professioni dei Beni Culturali contemplate in quella legge e di scongiurare la proposta di un elenco dei professionisti obbligatorio, che avrebbe reso la proposta fuori dalla normativa europea e di fatto inapplicabile.
Quali e quanti passaggi dell’iter legislativo sono necessari perché la pdl venga definitivamente approvata?
La battaglia che insieme agli altri professionisti dei BB.CC. stiamo portando avanti in questi giorni è che la proposta passi per via legislativa, dunque solo con l’approvazione delle Commissioni Cultura di Camera e Senato, dove la proposta ha ricevuto il placet di tutte le forze politiche superando anche le osservazioni delle altre Commissioni Parlamentari coinvolte. Purtroppo ci sono state alcune prese di posizione dell’Accademia e dei Soprintendenti che hanno espresso perplessità sul metodo di tenuta degli elenchi: hanno ritenuto infatti che li escludesse, delegando alle associazioni professionali. Siamo sicuri che queste perplessità verranno affrontate dai legislatori e si troverà una quadra in grado di permettere una rapida approvazione della legge, senza lasciare fuori alcuna sua parte. Noi comunque ci batteremo per questo.
Perché è così importante per noi archeologi la sua approvazione e cosa cambierebbe per la categoria?
Sembra un paradosso, ma sarebbe la prima volta che la figura dell’archeologo entra nel Codice dei Beni Culturali, dove si parla, appunto dei Beni ma non degli attori che hanno il compito di tutelarli, conservarli e renderli fruibili: è come scrivere le regole del calcio parlando solo del pallone e non dei calciatori…
La legge, una volta approvata, andrà certamente a colmare un vuoto normativo. La domanda che si pongono gli archeologi italiani è se ciò sarà sufficiente per definire la nostra professione. Cosa ci dici a questo proposito?
Non so se sarà sufficiente, certamente non lo sarebbe stato nel 2008; ma da gennaio 2013, da quando cioè è stata approvata la legge che riconosce e regola le professioni intellettuali prive di albo e ordine (legge 4/2013), la pdl 362 rappresenta un punto di arrivo importante per tutti i professionisti della cultura, contribuendo a far emergere numeri e dati delle professioni che sinora sono rimasti una specie di blob indefinito.
Link utili:
#riconoscimento su twitter
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articolo Huffington Post