Articoli

precariato archeologia partita IVA

Dell’IVA e della solidarietà. Storie di straordinaria attualità #2

Logos – 24 aprile

 

Da due mesi di intenso e condiviso lavoro che ha visto insieme moltissime associazioni, non solo di categoria, sono scaturiti una serie di punti confluiti in una lettera  indirizzata al presidente dell’INPS, Tito Boeri, e a lui esposti questo scorso venerdì 24 aprile.

 

È stato il 24 aprile, un’altra bellissima giornata di sole, calda come ci si aspetta in primavera, e ventosa, come gli animi di quasi 200 lavoratori autonomi delle più disparate categorie, che ancora una volta si sono riuniti per manifestare e attendere speranzosi un dialogo con le istituzioni, che è avvenuto. Tante esperienze sono state coraggiosamente raccontate davanti a tutti, rendendoci consapevoli dei problemi comuni e facendoci forse sentire un po’ meno soli.

 
Ho ritrovato le persone conosciute al primo speakers’ corner, in primis Cosimo Matteucci, avvocato fiero e appassionato tanto da ispirare questa “battaglia”, e i due fantastici ispiratori di ArchiM, Angelo Restaino e Sara Vian, archivisti di ieri e di oggi dall’incredibile professionalità e umanità. Ho incontrato vecchi e cari amici e colleghi, soprattutto architetti, fatto nuove conoscenze e sono stata istruita di quali realtà associative già si occupano di questo mondo lavorativo, come ad esempio Acta.

 

È stata una mattinata lunga che si è conclusa con tanta soddisfazione nel primo pomeriggio, quando i 6 rappresentanti del movimento sono usciti visibilmente emozionati, come tutti noi nell’ascoltare da loro le prime dichiarazioni a caldo, da un lungo incontro con Tito Boeri.

 

Parole d’ordine: equità fiscale e previdenziale, reddito e welfare universale. E non perché debbano arrivare così, dall’alto, ma perché paghiamo anche noi per averle e perché per costruire e pianificare il lavoro sono sacrosanti dei “cuscinetti” sociali e economici, erogati in base a reddito e disponibilità.

 

Solo allora sono ripartita dall’EUR, sempre sul sellino della mia inseparabile bicicletta, per tornare al lavoro. E per tornarci con più grinta e convinzione, consapevole che il lavoro non si subisce, ma si costruisce. E che ho doveri, ma anche diritti da chiedere che mi vengano riconosciuti, in quanto parte, e parte fondante di questa economia e di questa società, per la quale lavoro con le mani, con la testa, e, per mia fortuna, anche con il cuore.

 

Grata, inoltre, di aver conosciuto realtà così consapevoli della loro unità e funzione, qualcosa che tra gli archeologi mi pare ancora un po’  lontana da realizzare.

 

E concentrata. Concentrata a trovare una nuova chiave di lettura per questa crisi e questa dimensione del lavoro precario, che ormai sembra essere la nuova tipologia di contratto a nostra disposizione.

 

Sì, forse utopicamente, ma sono fermamente convinta che la precarietà, che esiste e per ora non cambia, sia una realtà che vada affrontata e non subita, in modo tale da renderla una risorsa e non una condanna.

 

Prossima fermata di questa carovana? Il prossimo sabato 9 maggio, h. 10, all’ESC Atelier di San Lorenzo, per continuare a pensare, elaborare proposte, scambiare e condividere dubbi, esperienze, idee e progettare il prossimo speakers’ corner, che questa volta sarà di fronte a una Cassa professionale.

 

Che fai? Vieni anche tu, no?

 

Perché ora tocca a tutti noi. E tu, ti sei domandato chi sei? Noi archeologi chi siamo?

 

#sonoarcheologoperchè

#sonoarcheologoe

#sonounIVAesto

 

 

Giulia Facchin

Dell’IVA e della solidarietà. Storie di straordinaria attualità #1

Ciao, mi chiamo Giulia, e sono archeologa, ricercatrice, guida turistica e chi più ne ha più ne metta. Faccio più lavori, perché altrimenti non so come pagarmi da vivere, tasse comprese. Un lavoro l’ho scelto e l’altro mi è capitato, ma alla fine mi sono accorta di fare sempre lo stesso lavoro, cioè stare in questa comunità, per riflettere assieme su chi siamo e cosa vogliamo essere. Ogni tanto (direi spesso) è tutto un po’ faticoso, ma allo stesso tempo so che va bene così, perché credo in ciò che faccio, anche se non ci sono sabati, né domeniche, né giorno, né notte, né Pasqua, né Ferragosto.

 

Ecco magari… santificare (a proprio piacimento) qualche festa, vivere più serenamente un periodo di febbre (e non voglio pensare a malattie ben peggiori), non dover ricorrere a un terzo lavoro per pensare anche alla pensione integrativa (ma integrativa di cosa?)… questo magari…

 

 

Prologo – 27 febbraio 2015

 

Era il 27 febbraio, una giornata di sole, già calda per essere ancora pieno inverno. In bicicletta si stava che era un piacere. E felice in bicicletta arrivo in piazza Cavour, dove è già attivo e agguerrito un gruppo di persone della mia stessa età. Sembra un po’ di stare a Londra, uno speakers’ corner: un piccolo palchetto rialzato a fianco di una aiuola e tante persone che con piglio deciso e voce ferma, ordinatamente, esprimono le loro difficoltà e i loro bisogni.

 

I primi ad aver avanzato questa proposta furono allora gli avvocati, ovviamente non quelli affermati e di successo, ma quelli della nostra generazione che, pur brillanti e intellettualmente con le carte in regola, faticano a arrivare a fine mese. Come noi, come tutta la schiera di professionisti preparati e precari che affollano il mondo del lavoro nel 2015.

 

E gli avvocati rischiano di non poter esercitare a causa di un balzello troppo gravoso e legato all’essere iscritti ad un albo: l’iscrizione, appunto, è talmente onerosa che molti non possono pagarla, ma senza iscrizione non puoi esercitare. Insomma un circolo vizioso per cui, come dice Valeria, “non lavoro per avere reddito, ma ho bisogno di un reddito per lavorare”.

 

Un vero paradosso, e non di tipo meramente speculativo. Non c’è nulla di bello e affascinante in questo paradosso, che è stato concepito da un sistema economico per il quale il lavoro autonomo è stata la comoda e pilatesca risposta per abolire forme di lavoro più sicure, quali, ad esempio, i contratti a tempo indeterminato.

 

Sei autonomo, sei inserito in un libero mercato di contrattazione e poco importa se poi lavori 8 ore al giorno per la stessa ditta, tutti i giorni, o addirittura per lo Stato, che non ti paga neppure il 4%.

 

Sei autonomo e quindi devi provvedere, autonomamente appunto, a un’assicurazione personale – che per noi archeologi può essere anche molto delicata specie se lavori sul campo, a – se puoi concederti il lusso – una pensione integrativa – che di integrativo per chi è iscritto alla gestione separata non ha nulla –, a pagarti autonomamente giorni di malattia e ferie, ovvero a non fare ferie e a scongiurare tutti i santi del Paradiso, e con Paradiso intendo tutti quelli possibili religiosi e non, di non ammalarti e – ahimé – forse a non avere figli, dati i tempi elefanteschi con cui eventualmente ti verrebbe erogata una minima quota maternità.

 

Insomma un sistema economico capestro, che di agevolazione per questa generazione – che sarà peraltro la maggior forza lavoro dei prossimi 40 anni – non ha proprio nulla. 

 

Bene, i “giovani” avvocati hanno detto “basta!”, e il 27 febbraio hanno organizzato un accogliente speakers’ corner nei giardinetti, curiosamente appena concimati davanti alla Corte di Cassazione di Roma, e con loro architetti, ingegneri, geometri (pensate… tutte assieme queste tre categorie!!!), parafarmacisti, giornalisti, archivisti, guide e, ah! io, archeologa… e sono stata accolta con tanto calore e interesse, assieme a molti altri lavoratori autonomi.

 

E io ho guardato a tutto ciò con profonda stima e riconoscenza.

 

Persone di ambiti diversi, provenienti da professioni ordinistiche e non, tutte accomunate dalla stessa volontà di avere e chiedere dignità e sicurezza del poter, voler, dover lavorare per esistere e dalla forte consapevolezza che è tempo di agire uniti, in una potente solidarietà interprofessionale.

 

 

(Continua…)

 

 

Giulia Facchin

 

 

Ah! Se volete approfondire:

 

• https://www.facebook.com/pages/Coalizione-27-Febbraio-27F/2309433792499278?sk=timeline

• http://www.lavoripubblici.it/news/2015/03/professione/Equit-Previdenziale-e-Lavoratori-autonomi-parola-d-ordine-Incrociare-le-lotte-_14769.html

• http://www.lavoripubblici.it/news/2015/03/professione/Equit-previdenziale-e-Partite-IVA-nasce-il-Coordinamento-27-Febbraio-_14804.html

• http://www.lavoripubblici.it/news/2015/04/professioni/Le-Partite-IVA-fanno-sul-serio-il-24-aprile-manifestazione-nazionale-sotto-la-sede-dell-INPS_15053.html

• http://nuvola.corriere.it/2015/04/22/caro-tito-boeri-le-partite-iva-scrivono-allinps/

• http://ilmanifesto.info/storia/prima-tappa-linps-la-carovana-dei-diritti-del-movimento-freelance/

• http://www.huffingtonpost.it/riccardo-laterza/lesperimento-della-coalizione-27f_b_7128042.html

• http://www.left.it/2015/04/23/la-coalizione27febbraio-delle-libere-professioni-a-tito-boeri-linps-renda-la-previdenza-piu-equa/