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La strada di Baghdad: archeologia a fumetti

La strada di Baghdad è il nuovo albo realizzato dagli amici di “Jack e Matrix: Archeologi” ed è tutto dedicato al Museo Nazionale Iracheno. Abbiamo parlato del progetto archeologia a fumetti ormai due anni fa (trovate il post a questo link ) e il fatto che  questo bel lavoro di divulgazione continui non può che farci piacere.

 

Dicevamo del Museo Nazionale Iracheno.

 

Forse non tutti sanno che il museo della capitale è stato creato dalla esploratrice e scrittrice britannica Gertrude Bell e aperto poco prima della sua morte nel 1926 come Museo archeologico di Bagdad.

 

Di certo molti di voi ricorderanno che nel 2003 le immagini del saccheggio del museo, avvenuto quando le truppe statunitensi presero la città irachena, fecero il giro del mondo; e molti dei reperti trafugati durante i giorni bui della guerra furono venduti sul mercato clandestino.

 

La strada di Baghdad vuole raccontare un Iraq diverso, che sta cercando di risollevarsi dalle vicende belliche degli ultimi decenni. Non dimentichiamo infatti che in Iraq sono numerose le missioni di scavo per lo studio e la riscoperta della culla della civiltà, come è sempre stata definita questa parte del mondo fin da quando abbiamo aperto i nostri primi libri di storia. E l’Italia è in prima linea con diverse attività di scavo universitario. A questo proposito possiamo citare la missione italo-irachena di Abu Tbeirah della quale abbiamo parlato sul blog qualche tempo fa.

 

Tra i siti oggetto di indagini del “Centro Scavi Archeologici per il Medio Oriente e l’Asia” di Torino c’è Tulul al Baqarat, a circa 180 km a sud di Baghdad. Dell’equipe di scavo fa parte Mirko Furlanetto, archeologo topografo e ideatore di Jack e Matrix e di questo nuovo progetto.

 

 

I bellissimi disegni sono invece opera di Laura De Stefani, storica collaboratrice di Mirko che di lei dice “senza il suo talento non sarei mai riuscito a materializzare e rappresentare tutto ciò che avevo in mente”. Laura si è perfezionata all’Accademia del fumetto di Trieste, dove oggi insegna.

 

Il fumetto, destinato ai più piccoli, rientra all’interno di un progetto divulgativo ed educativo che ha come scopo quello di avvicinare le nuove generazioni alla realtà storica locale.

 

Molti dei giovani iracheni non sanno che cosa è un museo e quale è il suo scopo; per dodici anni, infatti, il museo nazionale, punto di riferimento dell’archeologia mondiale e patrimonio dell’umanità era stato chiuso per le distruzioni seguite proprio all’intervento americano.

 

Un modo quindi per cambiare la prospettiva occidentale sul mondo arabo.

 

Potete leggere l’albo a questo link e alla fine del fumetto trovate anche un piccolo gioco per i ragazzi 😉

 

Antonia Falcone

(@antoniafalcone)

 

15 domande a Mirko Furlanetto, autore del fumetto Jack e Matrix

Sono tornati Jack e Matrix, protagonisti di un fumetto del quale vi abbiamo parlato lo scorso settembre.

 

La nuova avventura dei nostri eroi questa volta ci entusiasma ancora di più: a partire da questo numero infatti Professione Archeologo è partner del progetto, wow!

 

Non possiamo che essere fieri di questa nuova collaborazione perché “Jack e Matrix Archeologi”, prodotto dell’Associazione Archeologica Ikarus, che dal 2010 si adopera per la conoscenza e la fruizione dei beni archeologici da parte dei cittadini e lavora moltissimo con le scuole, va nella direzione che auspichiamo da tempo: quella di trovare nuovi codici e linguaggi comunicativi per l’archeologia.

 

Un fumetto, dunque, che permette a bambini e a ragazzi di confrontarsi con un mestiere tanto affascinante quanto (ancora) oscuro. Non solo, molti numeri, già usciti o in programma, sono dedicati a singoli scavi e quindi permettono a chi legge di entrare nel vivo di quello che succede all’interno delle aree spesso recintate dei cantieri di scavo.

 

In questo ultimo numero i nostri amici stavolta si trovano alle prese con la Casa dei Dolii, una struttura abitativa rinvenuta a Montereale Valcellina tra il 1989 e il 1993. Come sempre si parte da un pretesto, un oggetto, una leggenda e si arriva a raccontare cosa significa scavare, studiare, interpretare le tracce del passato fino a capire cosa era un tempo quel sito archeologico, come è stato portato alla luce, e perché oggi si chiama così.

 

La straordinaria capacità degli autori Mirko Furlanetto, Marta Bottos e Chiara Goi sta soprattutto nel condensare tutto ciò in poche pagine dove vengono forniti i dati essenziali della storia, senza che questa perda la sua leggerezza, né quel senso di meraviglia e voglia di scoperta che pervade le tavole del fumetto.

 

Abbiamo voluto sondare se gli autori di Jack e Matrix ha lo stesso senso dell’ironia che traspare dalle parole dei loro protagonisti  e abbiamo rivolto a Mirko Furlanetto le nostre fatidiche 15 domande. Ecco a voi le sue risposte.

 

Buona lettura!

 

*

 

1 – Nome?

 

Mirko Furlanetto (con la kappa prego).

 

2 – Età (vera o mentale)?

 

Età mentale 18, vera 31.

 

3 – Segni particolari?


Sognatore, inguaribile pessimista.

 

4 – Perché hai scelto di fare l’archeologo?

 

Roma, il mio primo amore corrisposto, da piccolo quando tornai da una visita al Vaticano mi misi a ricopiare minuziosamente tutte le guide che i miei genitori avevano acquistato. Su ogni pagina riportavo il disegno di una statua un reperto. Da lì crebbe in me la passione per la storia, per quello che eravamo.

 

L’apice della mia pazzia lo raggiunsi a 7-8 anni quando seppellii in giardino un giocattolo. Aspettai un giorno o forse due; ahimè non mi ricordavo più dove l’avevo nascosto. Credevo con il metodo stratigrafico di poterlo ritrovare, ma niente, è ancora li ad aspettarmi…

 

5 – Perché fai ancora l’archeologo?

 

Perché sto ancora cercando quel giocattolo.

 

6 – Che lavoro farai da grande?

 

Farò di tutto per realizzare quello che ho sognato (non dico altro).

 

7 – Descrivi in tre righe cosa non va nel tuo lavoro.

 

Quello che non va è il troppo volontariato e l’elevata concorrenza; tutti sono arroccati all’interno della loro torre, manco fossimo nel Medioevo.

 

8 – Un genio può esaudire un tuo desiderio riguardante l’archeologia in Italia. Cosa chiedi?

 

Che l’archeologia sia un valore aggiunto per il nostro paese, non un ostacolo.

 

9 – Raccontaci in una frase come nasce l’idea di Jack e Matrix.

 

Posso riassumere il tutto con una sola parola: “incontro”.

 

Ora giochiamo:

 

10 – Quale personaggio dei fumetti butteresti giù dalla torre? Martin Mystère o Paperino che si improvvisa archeologo?

 

Sicuramente Martin Mystère, rende la figura dell’archeologo attinente a Kazzenger.

 

11 – Archeologia e fumetti. Oltre a “Jack e Matrix Archeologi”, cosa consiglieresti ad un archeologo e perché?

 

Ad un archeologo consiglierei “Alix Senator” per la sua attenzione ai dati storici e “Le avventure di Tin Tin” per la loro ironia.

 

Oggi più di ieri bisogna far capire ai più piccoli e non solo che i simboli del nostro passato sono parte della nostra memoria e in quanto tali devono essere conservati, valorizzati e protetti, lontani, però, da ogni credo politico e religioso; il fumetto può in tal senso essere un arma comunicativa di straordinaria efficacia.

 

12 – Ti propongono una collaborazione con un fumettista italiano. Chi vorresti come disegnatore delle tue storie?

 

Sempre Laura De Stefani dell’Accademia del Fumetto di Trieste, la madre di Jack e Matrix! La sua straordinaria capacità artistica ha dato vita al duo più simpatico dell’archeologia.

 

13 – Su quale scavo archeologico ambienteresti un’avventura di Corto Maltese?

 

Beh, vedrei Corto Maltese come un abile archeologo alle prese con lo scavo di un relitto.

 

14 – Una giornata con Giacobbo che parla di piramidi e alieni o un giorno con una classe di ragazzini incontrollabili in visita sullo scavo?

 

Pregherei che dall’universo scendesse Darth Veder a prendersi il primo.

 

15 – La tua definizione di archeologia.

 

La mia definizione di archeologia? Passione che porta ad un forte disturbo mentale; chi entra nel tunnel mettendoci tutto se stesso dopo non esce più.

 

 

*

@antoniafalcone