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#BelliDaMorire: lo storify della puntata di Report

Italia, Turismo, Archeologia, Arte, Paesaggio, Lavoro, Giovani, Idee… queste sono le parole chiave della puntata di Report andata in onda domenica 5 Maggio 2013. I sintagmi che ne riassumono meglio i contenuti sono invece altri due: spreco di risorse ed occasioni perse. Siti mal gestiti e progetti innovativi, già finanziati, verso cui la pubblica amministrazione oppone un muro di gomma.

 

Ma i carnefici del nostro scarso buonumore domenicale non erano sazi. Magistralmente hanno deciso di sottoporci un’ulteriore questione: perché i servizi aggiuntivi delle realtà museali più universalmente note e redditizie sono in mano ai soliti noti? E, per par condicio, perché degli sconosciuti Carneadi organizzano mostre a Castel Sant’Angelo? I furbetti del museo, verrebbe da dire.
Questioni fondamentali e complesse quelle trattate. A noi di Professione Archeologo preme sottolineare l’aspetto forse più esemplificativo che condanna i nostri beni culturali e paesaggistici ad essere #BelliDaMorire: la quasi totale mancanza di comunicazione sul web del nostro patrimonio culturale.

 

In una realtà in cui la divulgazione diventa sempre più interattiva e la condivisione un paradigma al quale non si può sfuggire, si assiste alla totale carenza di strategie web di promozione turistica e culturale nel mondo dei beni culturali. L’Italia sembra non essere all’altezza del ruolo. Eppure non mancano le professionalità in grado di gestire campagne di social media marketing o di elaborare strategie di diffusione e partecipazione, energie giovani e vitali sconfortate dal panorama che si trovano di fronte.
Non è difficile, basta soltanto avere un’idea di progettualità sul lungo periodo, scrollandosi di dosso un pò di polvere.

 

Poiché la libera circolazione dei dati, e l’utilizzo dei newmedia sono alla base di ciò che questo portale si propone di fare e siccome i cinguettii riguardanti #bellidamorire sono stati tanti ve ne proponiamo lo storify. Buona lettura!

 

Storify di #BelliDaMorire

 

Sul sito di Report è possibile rivedere la puntata

 

 

I musei nell’era di Facebook e Twitter (da Museums Newspaper)

Oggi vi segnaliamo un interessante articolo di Caterina Pisu sul rapporto tra musei e social network.
Partendo da un pezzo pubblicato sul The Guardian, l’autrice fa il punto sulla situazione, ponendosi una domanda fondamentale: “I musei moderni sono necessariamente obbligati a confrontarsi e ad adattarsi alla circolazione sempre più intensa di informazioni e di immagini attraverso il web?”

 
Le tecnologie legate alle web communication possono certamente contribuire ad ampliare il pubblico dei fruitori dei musei e oggi diventa quanto mai urgente cercare nuove forme di marketing culturale che trasmettano un’idea diversa e più moderna di fruizione museale.

 
La rivoluzione del social media marketing può presentare però anche aspetti insidiosi, riconoscibili soprattutto nel rischio di autoreferenzialità o in quello di restare vittime di strategie persuasive svuotate di contenuti.
La risposta va quindi cercata nel tentativo di sostenere la qualità dell’informazione di pari passo con la libera partecipazione della collettività.

 
Ci piace sottolineare la riflessione finale dell’articolo, dedicata all’utilizzo degli Open Data come superamento dei limiti imposti dalla proprietà intellettuale alla libera circolazione delle immagini.

 

 

Rimandiamo qui all’articolo integrale

L’autrice Caterina Pisu è attualmente Community Manager dell’Associazione Nazionale Piccoli Musei. L’Associazione ha collaborato al progetto #invasionidigitali