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Cinema e Archeologia: un binomio che torna a Licodia Eubea

Finita una Rassegna ne inizia un’altra: da nord a sud la penisola è punteggiata di eventi legati al cinema archeologico, ed ecco quindi che a poche settimane dalla Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto  ci ritroviamo ad essere media partner della giovane Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica che si svolgerà quest’anno dal 28 al 30 ottobre a Licodia Eubea, in provincia di Catania.

Già nel titolo le premesse sono chiare: non solo film nel senso cinematografico del termine, ma anche e soprattutto comunicazione, con incontri, interviste e laboratori, perché la ricerca va raccontata e condivisa, con le sue nuove scoperte, le affascinanti ipotesi interpretative, le esperienze inedite dell’antico, insomma tutto quello che ci avvicina al passato.

Giunta alla sua VI edizione, la Rassegna riesce ad attirare nel piccolo paese catanese appassionati, addetti ai lavori e spettatori, trasformando per qualche giorno Licodia Eubea, un po’ come accade a Melpignano in occasione della Notte della Taranta, in un luogo di incontro e di scambio culturale. Ad ospitare l’evento sarà la suggestiva location dell’ex chiesa di San Benedetto e Santa Chiara nel cuore del borgo licodiano.

Quanto al programma, i film selezionati, promettono gli organizzatori, “offrono al pubblico una panoramica di luoghi affascinanti sparsi nel mondo, in cui la mano dell’uomo e quella della natura si stringono in rapporti unici e irripetibili”, facendolo viaggiare virtualmente dall’Africa, con Cirene e Bilad Chinquit, al Pakistan con il sito di Mohenjo-daro, fino all’Etruria con Vetulonia, per finire con la stessa Sicilia, con documentari dedicati a Ispica, Lipari, Selinunte e Catania. Spazio anche all’animazione e all’archeologia sperimentale per grandi e piccini.

E dulcis in fundo, visto che quando si parla di Sicilia, si parla anche di buon cibo, tra un film e un’escursione sarà anche possibile deliziarsi con aperitivi da gustare all’interno del Museo civico “Antonino Di Vita”, con visita guidata annessa.

Nata come una scommessa, grazie all’energia e all’intraprendenza dell’Archeoclub di Licodia Eubea e della Fine Art Produzioni srl che riunisce video maker, archeologi e tecnici video, La Rassegna si avvale della collaborazione della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università degli studi di Catania, con il sostegno della Direzione Generale Cinema del Mibact e del Comune di Licodia Eubea e il patrocinio della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto.

Insomma, un insieme di realtà, piccole e grandi, che concorrono tutte alla promozione del documentario archeologico in una terra che di archeologia è ricchissima.

Con queste premesse non potevamo non aderire con entusiasmo all’invito di diventare media partner della Rassegna, insieme ad Archeopop.

Se siete in zona, fate un salto a Licodia e raccontateci sui social la vostra esperienza! E se volete inviarci un report da pubblicare sul blog scriveteci a info@professionearcheologo.it.

Trovate la Rassegna su Facebook e Twitter, mentre qui potete vedere il trailer.

I nostri account, invece, li conoscete già 😉

@antoniafalcone

@domenica_pate

#RICA2016: XXVII Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto

#RICA2016: Ritorna la Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto

L’archeologia torna al cinema. E no, non è il seguito di un film, ma il ritorno della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto, che quest’anno si svolgerà dal 4 all’8 ottobre.

Il programma, anche per questa edizione, è ricchissimo, con oltre 50 film provenienti da diversi paesi del mondo: tantissimi dall’Italia, molti anche dalla Francia, e a seguire Spagna, Malta, Germania, Belgio, Brasile, persino Iran e India, il che dimostra non solo il grande prestigio di cui questa manifestazione gode a livello internazionale, ma anche gli sforzi fatti dall’organizzazione per offrire al pubblico una selezione quanto più varia e interessante.

E di pellicole interessanti, questa XXVII Rassegna ne prevede parecchie. Intorno al tema principale, “Le grandi civiltà: le nostre origini”, il racconto di scoperte, itinerari e ricerche sul passato spazia dalla preistoria all’Egittologia, dagli Etruschi all’Impero Romano, fino ad arrivare ad epoche più recenti, con produzioni su siti di archeologia industriale e della Grande Guerra.

Oltre al premio “Città di Rovereto-Archeologia Viva”, che verrà assegnato come ogni anni in base alle preferenze del pubblico che parteciperà alla manifestazione, per l’edizione 2016 sono previste ben due menzioni speciali, la menzione CinemAMoRe e la menzione speciale Archeoblogger, che ci vedrà coinvolte anche questa volta con Professione Archeologo nel ruolo di giurati, insieme a tanti stimati colleghi.

Come altri archeoblogger hanno sottolineato, il nostro compito quest’anno è ancora più importante perché la nostra menzione riguarda produzioni italiane. Sarà un modo per capire come il documentario italiano parla di archeologia e come, a loro volta, gli archeologi riescono a raccontare il proprio mestiere servendosi di questo mezzo potentissimo di divulgazione.

Lo scorso anno su proprio un film italiano a vedersi assegnato la menzione speciale Archeoblogger, incantando tutti noi con la capacità di rendere quanto mai attuale e vicino un tema come quello della femminilità nell’antica (e specularmente nella moderna) Sicilia. Un film, Tà gynaikeia. Cose di Donne, per la regia di Lorenzo Daniele e con la consulenza scientifica di Alessandra Cilio, che è riuscito ad incarnare perfettamente quello che secondo noi è l’arduo compito del comunicatore di archeologia, e che, non a caso, ha avuto grande successo di pubblico e critica nei mesi successivi alla Rassegna 2015.

Vedremo se le pellicole in gara quest’anno saranno all’altezza, nel frattempo vi invito a dare un’occhiata al programma di questa edizione, il cui ingresso, mi piace sottolinearlo, è gratuito.

E se proprio non potete passare da Rovereto, potete rimanere aggiornati sulle giornate di proiezione e sulle tante “Conversazioni con i protagonisti” che la Rassegna ha in programma, attraverso la sua pagina Facebook e su Twitter, seguendo l’account @RassCinemArcheo e attraverso gli hashtag #RICA2016 e #archeologialcinema.

@domenica_pate

 

 

Day of Archaeology al Foro della Pace di Roma

Com’è l’archeologia che vorresti?

 

Il nostro Day of Archaeology è partito da questa semplice domanda, rivolta agli studenti dell’Università Roma Tre e dell’American University of Rome che scavano nel Foro della Pace, a Roma.

 

 

Quest’anno, infatti, per la prima volta uno scavo archeologico su Via dei Fori Imperiali ha aperto le porte al pubblico.

 

Così, mentre alcuni dei ragazzi interagivano lungo la strada con turisti e passanti spiegando loro cosa fa un archeologo sotto il solleone estivo, giornalisti e blogger, armati rispettivamente di telecamera e taccuini e di smartphone e caricabatterie, hanno avuto il privilegio di gironzolare liberamente nell’area del cantiere e di confrontarsi con gli studenti e i responsabili dello scavo.

 

Abbiamo puntato sulla divulgazione ed abbiamo chiesto ai ragazzi di raccontarci le diverse fasi di uno scavo e quali sono le varie attività che gli archeologi svolgono sul campo. Abbiamo trasmesso le loro risposte in diretta su Twitter e su Periscope, su Instagram e con brevi post su Facebook, usando l’hashtag #ForumPacis.

 

E’ così che un cantiere di scavo, per una mattinata, è diventato social.

 

 

 

 

Ma abbiamo anche voluto guardare al futuro: il DoA è un’occasione per confrontarsi sul presente dell’archeologia attraverso la condivisione di tutto quello che si muove tra una trowel e un giornale di scavo, ma è anche un momento in cui riappropriarsi della nostra identità di archeologi, provando a pensare quali ulteriori passi in avanti potrebbe fare la disciplina.

 

E così abbiamo chiesto a loro, alle nuove leve, agli archeologi del futuro, cosa vorrebbero dall’archeologia, cosa manca e quale dovrebbe essere la strada da percorrere.

 

Un Day of Archaeology all’insegna della voglia di guardare avanti.

 

Qua sotto trovate le loro facce e i loro sorrisi, la convinzione che l’archeologia guarda al passato per costruire il futuro.

 

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Com’è l’archeologia che vorresti?

 

 

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Una versione di questo post, in inglese, è stata pubblicata in occasione del #DayOfArchaeology: The Day of Archaeology at Templum Pacis in Rome.

Post di Antonia Falcone (@antoniafalcone) e Paola Romi (@OpusPaulicium)

Grafiche di Antonia Falcone

Festival of Archaeology - archeologia

Festival of Archaeology 2013, centinaia di eventi per appassionarsi e far appassionare all’archeologia

Il mondo dell’archeologia Britannica è spesso all’avanguardia per quanto concerne la promozione della disciplina archeologica fra grandi e “piccoli” appassionati. L’iniziativa che vi presentiamo oggi non fa certo eccezione.
Il “Festival of Archaeology 2013” (13 – 28 luglio 2013), giunto ormai alla sua ventitreesima edizione, si è conquistato negli anni del titolo di più grande e seguito festival dedicato all’archeologia del mondo: più di 200 mila persone l’anno prendono parte alle iniziative organizzate da più di 400 enti, fra i quali l’English Heritage, il Museum of London Archaeology, il British Museum ed il Manchester Museum, e solo per citarne alcuni.
Lo spirito dell’iniziativa è quello di avvicinare il più possibile al mondo dell’archeologia non solo chi di norma è interessato a questa disciplina, ma anche chi è del tutto estraneo a questo ambiente.

 

Il fatto che sia lo stesso archeologo a spiegare il proprio mestiere, poi, rende più facile e coinvolgente l’avvicinamento, senza andare a discapito della correttezza scientifica. Le attività sono tra le più varie e permettono a tutti, sia ai più giovani che, perché no, anche agli adulti, di cimentarsi in tutto ciò che abbiano voglia di sperimentare. Non è mai troppo tardi per appassionarsi all’archeologia sembra essere il tema, ed i quasi mille eventi sponsorizzati dal festival ne sono la testimonianza.

 

Ed i canali di informazione sono molteplici. Pur essendo un festival di vecchia data, infatti, non si può proprio dire che non si tenga al passo dei tempi: sul sito del festival si può risalire sia alla pagina Facebook, al profilo Twitter e persino al Pinterest ufficiale dell’evento, aggiornati tutti in tempo reale con news, eventi e foto dalle numerose manifestazioni in atto. Personalmente apprezzo molto quest’attenzione all’interattività con l’utente: mi piace poter avere un assaggio di quello che succede, che io possa parteciparvi o meno. E leggere il feedback di coloro che hanno già partecipato agli eventi è un buon modo per aiutarmi a valutare se l’attività potrebbe essere di mio gradimento.
Non solo. Tramite un comodo motore di ricerca è possibile cercare l’evento che più ci interessa, selezionando sia la regione che il tipo di attività alla quale vogliamo partecipare. Si va dai tour guidati, alle visite di veri e propri scavi, dalle attività dedicate ai più piccoli, a seminari e dibattiti su argomenti archeologici specifici. E per i più temerari c’è persino la “Knit Archaeology Competition”, ossia una gare per la realizzazione del miglior lavoro a maglia a tema archeologico. Ecco qualcosa al quale io di certo non potrò partecipare 🙂
C’è l’imbarazzo della scelta: solo nell’area dove io mi trovo in questo momento (East Midlands) ho contato ben 105 eventi, e la sponsorizzazione del Council of British Archaeology, ente di beneficienza privato che si occupa della tutela dell’incredibile patrimonio archeologico britannico e ne promuove la salvaguardia per le future generazioni, attesta la qualità dell’iniziativa.

 

Se non fossi inchiodata a casa (causa tesi in consegna a breve), farei sicuramente un salto. E perché no, magari un giorno avrò anch’ io l’occasione di organizzare qualcosa!

 

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Camilla Bertini (@Cami82)

 

ArcheoWeb Review: Il Progetto Caere

Continuano le ArcheoWeb Reviews di Professione Archeologo, con la segnalazione questa settimana del sito internet dedicato agli scavi ceretani a cura dell’Istituto di Studi sulle Civiltà Italiche e del Mediterraneo Antico (ISCAM) del CNR.

 

Concentrato sulle finalità e le scelte alla base del progetto, il sito risulta molto semplice ed immediato dal punto di vista della struttura, nonostante la grafica non sempre si riveli al passo coi tempi. Il principale valore aggiunto è comunque la profonda multidisplinarietà con cui è stata concepita questa finestra virtuale su una delle più celebri città dell’Etruria Meridionale, i cui  contenuti risultano un buon compromesso tra un’eccessiva semplificazione divulgativa ed un’accurata pubblicazione scientifica.

 

Oltre ad una sezione dedicata al GIS del progetto, per esempio, è stata anche prevista la digitalizzazione dei vecchi giornali di scavo, con la possibilità di accesso ad una porzione dell’archivio anche da parte dell’utente non registrato.

 

Virtuosa a prescindere da qualsiasi personale valutazione ci sembra la volontà di ampliare la visibilità e la fruibilità di progetti e scavi poco noti.  Per una volta il dato pubblico viene restituito al pubblico.

 

Buona navigazione sul sito!

 

 

ArcheoWeb Reviews: Archaeology’s Interactive Dig

Professione Archeologo oggi vi propone di visitare Archaeology’s Interactive Dig sul sito archaeology.com (curato dall’Archaeological Institute of America).

 

Di cosa si tratta? I curatori del sito lo dicono chiaro e tondo: We bring the excavations to you!

 

E’ possibile scegliere tra diverse campagne di scavo e seguirle passo dopo passo: si possono consultare i giornali di scavo, visionare i video sulle attività giornaliere che hanno luogo sullo scavo, conoscere lo staff, etc. Insomma prendere parte a distanza e tramite il web ad uno scavo archeologico.

 

Un esempio di divulgazione scientifica che avvicina il pubblico all’archeologia in modo immediato.

 

Quando in Italia?

 

Qui i link ai progetti più recenti di Archaeology’s Interactive Dig:

 

Zominthos Project
Johnson’s Island Civil War Prison

Archeologia e comunicazione video (dal blog Archeovideo)

Può l’archeologia servirsi dello strumento video per comunicare? Siamo pronti a fare il salto verso una divulgazione che travalichi i confini ristretti delle accademie?

 

Il post linkato qui propone una breve rassegna dello stato attuale della comunicazione video in archeologia, sottolineando limiti e potenzialità di un mezzo ancora trascurato nell’ambito della divulgazione archeologica.

 

“Se fossimo interessati a vedere un video di un sito che ci interessa e cercassimo su YouTube “area archeologica di…” o “scavi archeologici di…” dovremmo trovare senza troppi clic il canale con i relativi filmati. Oppure si potrebbe andare sul sito web e da lì cliccare sui link giusti per poter vedere i video girati dagli stessi archeologi che scavano il sito. Forse quello appena descritto è uno scenario troppo utopistico ma la realtà è comunque profondamente diversa: la comunicazione archeologica nel nostro paese è ancora un fenomeno limitato ad alcuni casi illuminati e, anche all’interno di questi esempi, la diffusione del video come strumento per comunicare non è molto ampia”.

Il cantiere della Domus Aurea: divulgazione e trasparenza

Professione Archeologo segnala un altro esempio positivo di divulgazione archeologica che sfrutta le potenzialità offerte dal web grazie ad un sito internet ricco di contenuti e dalla grafica accattivante. Si tratta del sito che segue i lavori di risanamento del complesso della Domus Aurea a Roma, e la sua particolarità sta nell’essere quasi interamente curato ed aggiornato dagli stessi archeologi della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma che si occupano del progetto.

 

Sul sito è possibile trovare notizie sul progresso dei lavori, sulle metodologie di indagine impiegate, sugli interventi conservativi effettuati. Degna di nota la sezione dedicata alle spese, che, pur stringata, ci sembra un bell’esempio di trasparenza, soprattutto di questi tempi.

 

Link al sito

[Photo Credit: benjami via Compfight cc]

Un esempio virtuoso di archeologia e divulgazione (da massaciuccoliromana)

Oggi vi proponiamo un esempio virtuoso di come si possa fare divulgazione scientifica sfruttando gli strumenti messi a disposizione dal web.

A soli quattro mesi dalla conclusione dell’indagine archeologica realizzata nel Cantiere dell’area “Massaciuccoli romana” sono stati messi online i risultati della campagna di scavo 2011-2012.
Con un grande lavoro la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, il Comune di Massarosa e tutta l’équipe di ricerca, hanno voluto offrire contemporaneamente due diversi livelli di accesso ai risultati dell’indagine. Tutto il materiale è rilasciato con licenza CC BY, consultabile e scaricabile gratuitamente.

Particolarmente degna di nota in una prospettiva open access è la possibilità di consultare tutta la documentazione di scavo.

Il sito è visitabile qui