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Smart 4 Culture

Strategie, conoscenza e creatività: le parole chiave del nostro #TFA2016

Quando abbiamo lanciato Professione Archeologo nel lontano 2013, uno dei nostri obbiettivi era quello di contribuire alla costruzione di un racconto diverso dell’archeologia, meno cattedratico e accademico e, se vogliamo, più  inclusivo e coinvolgente. I social media, eravamo convinte, avevano grandi potenzialità in tal senso.

Sono trascorsi tre anni e mezzo da allora e quella convinzione si è solo rafforzata, ha acquistato senso con le tante esperienze sul campo e con lo studio. Per noi, oggi, i social media non sono solo una potenzialità, il futuro della comunicazione dell’archeologia, sono il presente, un presente che, per giunta, è in continua evoluzione.

È con questa convinzione che abbiamo preso parte al Forum TECHNOLOGYforALL, che si è tenuto dal 4 al 6 ottobre scorsi a Roma. Organizzato da mediaGEO, società editrice della rivista Archeomatica, e giunto ormai alla sua terza edizione, TECHNOLOGYforALL ha portato in scena le ultime novità nel campo della tecnologia applicata ai beni culturali, ma ha dato anche spazio alle più recenti pratiche della comunicazione per la cultura e ai più aggiornati strumenti di analisi al servizio dei beni culturali e del turismo. Un importante momento formativo, oltre che un’occasione di incontro e scambio, alla quale anche noi di Professione Archeologo abbiamo partecipato volentieri, con un workshop organizzato insieme ad Archeopop.

Smart 4 Culture: esperimenti di valorizzazione e marketing dei territori e del patrimonio culturale attraverso app e social media ha rappresentato anche la possibilità per ragionare su quello che con i social si può raccontare e soprattutto sul come farlo, perché alla fine la differenza sta tutta qui, nel modo in cui gli strumenti a nostra disposizione vengono utilizzati. Come è nostra abitudine, abbiamo cercato di dare spunti quanto più possibile pratici ed è stato bello vedere il grande coinvolgimento del pubblico (attentissimo!) in sala.

Sono passati alcuni giorni dal workshop, e abbiamo pensato che fosse il momento di fare un riassunto di quello che è stato detto e di condividerlo con voi. Le slide degli interventi sono disponibili sul nostro profilo di Slideshare, mentre le registrazioni video del workshop dovrebbero essere online a breve. Vi terremo aggiornati.

Di seguito, invece, molto brevemente, quello che di cui abbiamo parlato, raccontato per parole chiave.

La prima parola chiave è, naturalmente, “Strategie”.

Una strategia non può prescindere da tre elementi chiave: protagonisti, strumenti e obiettivi. E quando si parla di community building, cioè della capacità di costruire comunità, diventa ancora più essenziale il momento della pianificazione. Come riassume egregiamente Nina Simon, Executive  Director del Santa Cruz Museum of Art & History, “la comunità non è un’astrazione, ma piuttosto è un gruppo di persone connesse da qualcosa che condividono”. E se questo qualcosa è il nostro patrimonio culturale o le eccellenze territoriali, ecco che essere in grado di costruire e gestire community può diventare un tassello per la definizione di identità e per la valorizzazione dei luoghi. Abbiamo quindi esaminato, nell’intervento di Antonia Falcone dal titolo “Strategie di community building per la promozione del patrimonio culturale: protagonisti, strumenti e obiettivi” come sfruttare la naturale propensione del web nel creare relazioni per strutturarle e finalizzarle nel passaggio dal virtuale al reale. Esempi virtuosi ce ne sono: basti pensare a Invasioni Digitali, agli Instagramers o ai Blogger, collettori di esperienze e di comunità che fanno dell’incontro dal vivo il momento ultimo del dialogo online.

Se mettere in campo strategie di crescita e darsi degli obbiettivi è importante per impostare una presenza social coerente e coinvolgente, è anche vero che è necessario conoscere bene gli strumenti che andiamo ad utilizzare.

La nostra seconda parola chiave quindi è “Conoscenza”.

Sapere è potere, diceva quello e l’intervento di Astrid D’Eredità di Archeopop, ha dimostrato come questo sia vero anche per i social network. “Da Instagram a Snapchat: soluzioni per la valorizzazione del patrimonio per turisti, visitatori e cittadini” è stata una vera e propria lezione pratica su come usare quelle che sono forse le due app del momento. Quali sono le loro caratteristiche? Ci sono punti comuni? Quali le differenze più significative? Queste e altre le domande a cui ha dato risposta questo secondo intervento, che ha messo in luce, tra l’altro, i risvolti più interessanti, dal punto di vista della promozione culturale, di alcune delle features delle due app. Da un lato, per esempio, c’è la grande capacità di Instagram di rendere facilmente rintracciabili i contenuti attraverso gli hashtag, cosa che favorisce il formarsi di comunità intorno ad interessi specifici. Basta pensare alle tante iniziative organizzate dalle diverse community di Igers in tutt’Italia per rendersi conto quanto questi “interessi specifici” possano diventare, nel concreto, luoghi e territori da valorizzare. Dall’altro lato, invece, c’è la naturale propensione di Snapchat per lo storytelling, anche quello dal tono più scanzonato e divertente, grazie ai filtri sempre diversi, così come le grandi potenzialità offerte dai geofiltri in termini di branding dei territori, entrambi più che rilevanti in ambito culturale e turistico.

Obbiettivi, strategie e conoscenza non bastano però se non si presta attenzione al racconto, se non si lavora alla costruzione di una presenza social che sia più di una carrellata di foto dell’ultima Domenica al Museo.

Ecco quindi che la nostra terza parola chiave è “Creatività”.

“Dal Digital Storytelling ai fumetti passando per i Pokémon: come cambia la promozione della cultura al tempo dei Social Media”, a cura di Domenica Pate, che si è concentrato proprio sulla necessità di costruire un racconto complesso del nostro patrimonio culturale. Ogni singola opera nei nostri musei, ogni reperto rinvenuto nei nostri scavi, ogni paesaggio, ogni palazzo delle nostre città, infatti, porta con sé una storia, un’eredità di eventi ed esistenze del passato, di ambizioni, di necessità, di conoscenze. Raccontare queste storie è di vitale importanza per restituire a quegli oggetti e luoghi, alle vite del passato, la loro dignità. È anche un modo che per creare un legame con chi li osserva nel presente, che lo faccia dal vivo o da dietro lo schermo di un pc. Non bisogna sottovalutare, quindi, l’importanza di fornire un contesto, di spendere alcune righe per spiegare il come e il perché, di dare dettagli, anche apparentemente insignificanti, ma che contribuiscano, nell’insieme, a tracciare le linee di un racconto che le persone possano leggere e vedere, sul quale possano interrogarsi e che li spinga, magari, a varcare le porte del museo, prendere lo smartphone e scattare un selfie. Come a dire “faccio parte di questa storia anch’io”.

 

@domenica_pate

@antoniafalcone

Oggi a pranzo… cultura!

Oggi vi portiamo a pranzo. Le portate sono gustose e degne dei migliori chef. E chi negli anni scorsi ha sostenuto che con la cultura non si mangia, evidentemente ha sbagliato ristorante.

 

Eh già, perchè un gruppo di giovani operatori dei beni culturali ha deciso di rispondere con i fatti ad un assioma che si dimostra poco in linea con la realtà. Grazie al sostegno di ARTI e di Bollenti Spiriti è nato il Laboratorio dal Basso “Oggi a pranzo…cultura”.

 

Laboratori dal Basso è dedicata ai giovani pugliesi che stanno realizzando o intendono realizzare un’esperienza imprenditoriale e si configura come azione sperimentale che ha “lo scopo di rafforzare le competenze di chi fa impresa sul territorio pugliese incoraggiando la condivisione della conoscenza, l’apprendimento tra pari, lo scambio tra generazioni”.

 

Il Laboratorio è stato organizzato dalle associazioni 34°Fuso e LeMiriadi49 con la partnership del Laboratorio Urbano P.Art di Galatina, QuoquoMuseo del Gusto di San Cesario e Officine Cantelmo di Lecce.

 

Alla base dell’iniziativa c’è la profonda convizione che la cultura deve essere vista come incubatore di professionalità “in grado di innescare processi d’innovazione e sviluppo per il territorio”.

 

Il Laboratorio è stato strutturato in 5 moduli: Storytelling, Marketing culturale, Audience development, Fund raising per la cultura e Comunicazione integrata/social media strategy. Ogni modulo ha previsto lezioni frontali, brainstorming e attività di workshop.

 

L’ultimo incontro è previsto per venerdì 31 maggio e sabato 1 giugno presso il Laboratorio Urbano P-ART (Palazzo della Cultura) di Galatina ed è dedicato a comunicazione e digital strategy. L’evento facebook lo trovate qui.

 

Gli chef che terranno il corso sono Davide Baruzzi e Rosanna Spanò di BAM!Strategie culturali che spiegheranno ai partecipanti le modalità per comunicare sui new media a partire dall’analisi delle tendenze nel settore, passando per una panoramica sugli strumenti di cui servirsi per arrivare infine a capire come integrare i diversi canali di comunicazione (siti web, mobile e web 2.0). Imprescindibile è quindi lo studio del rapporto tra social network e cultura, declinato secondo le modalità dell’audience development, user generated content, community building e crowdfunding. Il laboratorio pratico sarà dedicato alla costruzione della digital strategy di una iniziativa culturale.

 

Ci fa piacere segnalare questa iniziativa per una serie di ragioni: innanzitutto parte dal basso, da una comunità di professionisti del settore culturale che hanno voglia di guardare avanti e di confrontarsi su temi quanto mai contemporanei (rispetto ai quali spesso la formazione universitaria è piuttosto carente) e poi perchè stimola un confronto vitale sulla direzione che la gestione della cultura dovrebbe prendere, cioè di apertura e rilancio delle energie dinamiche che si agitano nella nuova generazione di addetti ai lavori.

 

E infine è una scommessa, un modo per non restare immobili e farsi trascinare nelle secche di un sistema-cultura rigido e poco propositivo. E’ bello guardarsi intorno e scoprire che qualcosa si muove!

 

Vi ricordiamo che la partecipazione ai laboratori è gratuita e che chi vuole può seguire lo streaming sul sito di Laboratori Dal Basso.

 

Qui trovate il sito del progetto “Oggi a pranzo…cultura!”

 

Buon pranzo a tutti!