Il Museo Jatta di Ruvo e Rubi Antiqua: una storia di archeologia al femminile
Una città pugliese e una città francese unite nel segno dell’archeologia grazie ad una storia fatta di donne e da donne. Parliamo del convegno Rubi Antiqua, organizzato dall’equipe guidata dall’archeologa Daniela Ventrelli e svolto con il supporto dell’agenzia Pugliapromozione, che si terrà il 16 e il 17 novembre all’Istituto Nazionale di Storia dell’Arte di Parigi (INHA), nella Sala Vasari.
Come inviata di Professione Archeologo prenderò parte all’evento raccontando sui social un incontro che vedrà la partecipazione di studiosi provenienti da tutta Europa a discutere di collezionismo, tutela e scambi culturali internazionali.
Quando mi hanno proposto di fare l’inviata dall’Italia per questo progetto ho sentito d’un tratto l’effetto madeleine di proustiana memoria: da qualche parte sono riaffiorati alla mente i miei primi ricordi di ragazzina appassionata di archeologia. Se vivi in Puglia, in provincia di Bari e sei attratta dalla storia antica, arriva prima o poi il momento in cui i tuoi genitori ti portano a vedere i “vasi di Ruvo”. La collezione del Museo Nazionale Jatta è un fiore all’occhiello dell’archeologia pugliese nonché orgoglio di chi gravita nei paesi vicini: passeggiare tra le sale guardandosi attorno con l’emozione di sapere che prima o poi ci si troverà di fronte a lui, il vaso di Talos, il gigante morente tra le braccia di Castore e Polluce.
Il Museo raccoglie le preziose testimonianze della Ruvo peuceta, giunte fino a noi soprattutto attraverso i corredi funerari: i defunti infatti venivano sepolti con gli oggetti che ne definivano il ruolo che avevano avuto in vita. Le tombe di Ruvo hanno restituito una notevole messe di vasi e oggetti quotidiani e sono lì ancora oggi a mostrarci uno scorcio di come doveva svolgersi la vita nella cittadina pugliese: vasi per bere e per mangiare, unguentari per i profumi e le essenze, collane, armi, giocattoli. Le sale del Museo Jatta ci riportano indietro nel tempo, tra il VII e il IV secolo a.C.
I reperti conservati nel Museo sono quindi diventati oggetto di un ambizioso progetto di ricerca che coinvolge prestigiosi istituti internazionali: dalla Sorbona al Louvre, dal Petit Palais al Cabinet des Médailles di Parigi all’Ermitage di San Pietroburgo, dall’Antikesammlungen di Monaco di Baviera al Museo di Karlsruhe nel Baden, al Nationalmuseet di Copenhagen, dai Musei Vaticani, al Museo archeologico di Napoli, al Museo etrusco di Villa Giulia, dalle Università di Bari, Foggia, Napoli, Venezia, Milano e Bruxelles.
Un progetto all’insegna del melting pot culturale in grado di accorciare le distanze geografiche e avvicinare i popoli: questo è Rubi Antiqua, che prende le mosse nel 2014 grazie alla ricercatrice Daniela Ventrelli e alla sua ostinazione nel voler portare a conoscenza della comunità scientifica internazionale lo straordinario patrimonio archeologico conservato al Museo Jatta.
Un’ostinazione concreta come può esserlo soltanto quella delle donne, perché questo progetto spalanca una finestra proprio sull’archeologia al femminile. E proprio delle donne del Museo Jatta vogliamo parlarvi.
Giulia Viesti
Se oggi possiamo ammirare la collezione Jatta nella sede che le è propria, cioè il palazzo della famiglia ruvese, lo dobbiamo anche a Giulia Viesti. La raccolta dei reperti provenienti dal territorio di Ruvo ebbe luogo tra il 1820 e il 1842 grazie al lavoro dei fratelli Giovanni e Giulio Jatta. Alla morte di entrambi gli uomini di famiglia, il destino della collezione fu affidato a Giulia, moglie di Giulio, definita in famiglia la “maschia donna” in ragione del suo carattere forte e determinato, assolutamente atipico per i cliché femminili del tempo. E così Giulia, armata di risolutezza e tenacia, si batté perché i vasi ruvesi rimanessero in paese, dando una sede alle antichità raccolte: il Palazzo Jatta, costruito fuori città proprio per accogliere la collezione di famiglia. Nel 1840 a Ruvo nasceva un museo archeologico, grazie alla ferrea volontà di una donna modernissima.
Il Museo Jatta è oggi l’unico Museo italiano che conserva la la disposizione originaria voluta dai suoi fondatori. Nel 1991 lo Stato ha provveduto ad acquistarlo inaugurando l’apertura nel 1993.
Daniela Ventrelli
E chi se non un’altra donna poteva, un secolo e mezzo dopo, continuare sulla strada tracciata in modo così ostinato da Giulia nel voler a tutti i costi valorizzare il patrimonio archeologico ruvese? Parliamo di Daniela Ventrelli, Ricercatrice CNRS – Comune di Parigi, programma Emergence(s), responsabile dell’equipe “Rubi Antiqua”.
Archeologa pugliese, trapiantata a Parigi per un progetto che ha avuto anche il sostegno di partner istituzionali come la Regione Puglia e il Comune di Ruvo di Puglia. Non un cervello in fuga, secondo una formula alla quale ormai la tradizione italiana degli ultimi anni ci ha abituati, ma una studiosa con un obiettivo ben chiaro: raccontare la storia del collezionismo ottocentesco e i rapporti tra l’Italia e la Francia, così come tracciato dalle vicende della collezione Jatta. Una sfida imponente che prevede output diversificati in target con pubblici distinti affinché alla ricerca si affianchino anche la comunicazione e la valorizzazione dei risultati.
Un orizzonte poietico che ha già dato vita ad una serie di supporti divulgativi importantissimi, come il database Rubi antiqua, inserito nella base AGORHA dell’Institut d’Histoire de l’Art di Parigi. Tra le prossime tappe è prevista una mostra per raccontare il fenomeno delle collezioni archeologiche ottocentesche e la creazione di contenuti documentari è in fase di studio.
Elena Silvana Saponaro
A chiudere il trittico di questa rapida rassegna di archeologia al femminile è colei che oggi ha in carico la cura, la tutela e la valorizzazione dei tesori custoditi a Palazzo Jatta: l’attuale direttrice del Museo Jatta.
Particolarmente attenta alla necessità di mettere in rete i musei della regione per avvicinare il pubblico all’archeologia, svolge il suo lavoro con dedizione nella consapevolezza che “C’è una grande domanda di offerta culturale e noi abbiamo il dovere di provvedere in tal senso”. Grande input al Museo è venuto infatti dalle numerose aperture straordinarie e dall’adesione a iniziative come la Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo, che consentono di coinvolgere la comunità locale in un processo di riappropriazione culturale del patrimonio archeologico.
Un’altra donna, dunque, che con la perseveranza di chi ogni giorno deve combattere per portare il pubblico al museo, ci racconta di un’archeologia e una Puglia al femminile.
LINK UTILI
Qui trovate l’intervista di Daniela Ventrelli alla Direttrice.
Qui il link al sito ufficiale del progetto.
Qui la pagina Facebook di Rubi Antiqua.
Qui la pagina ufficiale Facebook del Museo Archeologico Nazionale Jatta.
Qui la nuova pagina di Wikipedia France dedicata al Museo Archeologico Nazionale Jatta.
PER APPROFONDIRE
Sarà possibile seguire su twitter le giornate di studi con gli hashtag #RubiAntiqua #RubiAntiquaParis #WeAreInPuglia
Antonia Falcone
(@antoniafalcone)