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ArcheoWeb Reviews: Archaeology’s Interactive Dig

Professione Archeologo oggi vi propone di visitare Archaeology’s Interactive Dig sul sito archaeology.com (curato dall’Archaeological Institute of America).

 

Di cosa si tratta? I curatori del sito lo dicono chiaro e tondo: We bring the excavations to you!

 

E’ possibile scegliere tra diverse campagne di scavo e seguirle passo dopo passo: si possono consultare i giornali di scavo, visionare i video sulle attività giornaliere che hanno luogo sullo scavo, conoscere lo staff, etc. Insomma prendere parte a distanza e tramite il web ad uno scavo archeologico.

 

Un esempio di divulgazione scientifica che avvicina il pubblico all’archeologia in modo immediato.

 

Quando in Italia?

 

Qui i link ai progetti più recenti di Archaeology’s Interactive Dig:

 

Zominthos Project
Johnson’s Island Civil War Prison

Archeologia e comunicazione video (dal blog Archeovideo)

Può l’archeologia servirsi dello strumento video per comunicare? Siamo pronti a fare il salto verso una divulgazione che travalichi i confini ristretti delle accademie?

 

Il post linkato qui propone una breve rassegna dello stato attuale della comunicazione video in archeologia, sottolineando limiti e potenzialità di un mezzo ancora trascurato nell’ambito della divulgazione archeologica.

 

“Se fossimo interessati a vedere un video di un sito che ci interessa e cercassimo su YouTube “area archeologica di…” o “scavi archeologici di…” dovremmo trovare senza troppi clic il canale con i relativi filmati. Oppure si potrebbe andare sul sito web e da lì cliccare sui link giusti per poter vedere i video girati dagli stessi archeologi che scavano il sito. Forse quello appena descritto è uno scenario troppo utopistico ma la realtà è comunque profondamente diversa: la comunicazione archeologica nel nostro paese è ancora un fenomeno limitato ad alcuni casi illuminati e, anche all’interno di questi esempi, la diffusione del video come strumento per comunicare non è molto ampia”.

Il cantiere della Domus Aurea: divulgazione e trasparenza

Professione Archeologo segnala un altro esempio positivo di divulgazione archeologica che sfrutta le potenzialità offerte dal web grazie ad un sito internet ricco di contenuti e dalla grafica accattivante. Si tratta del sito che segue i lavori di risanamento del complesso della Domus Aurea a Roma, e la sua particolarità sta nell’essere quasi interamente curato ed aggiornato dagli stessi archeologi della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma che si occupano del progetto.

 

Sul sito è possibile trovare notizie sul progresso dei lavori, sulle metodologie di indagine impiegate, sugli interventi conservativi effettuati. Degna di nota la sezione dedicata alle spese, che, pur stringata, ci sembra un bell’esempio di trasparenza, soprattutto di questi tempi.

 

Link al sito

[Photo Credit: benjami via Compfight cc]

Al museo senza barriere con Archeotouch (dal blog del Museo Archeologico della Marche)

Comunicare il museo, comunicarlo a tutti. Continua la bella iniziativa del Museo Archeologico Nazionale delle Marche.

 

Per chi non ne fosse a conoscenza ricordiamo che ARCHEOTOUCH prevede una serie di visite guidate tematiche, percorsi tattili tra le collezioni del Museo Archeologico Nazionale delle Marche arricchiti da laboratori. Tutte le attività si caratterizzano per l’attenzione particolare sia agli aspetti cognitivi sia alle difficoltà motorie degli utenti, grazie a percorsi facilitati, luoghi accessibili ed esperienze pratiche.

 

Il progetto, nato come singolo evento per la settimana della cultura 2012, e ora parte integrante delle attività educative del museo, è rivolto alle persone disabili che usufruiscono dei servizi socio-educativi diurni, residenziali e territoriali del comune di Ancona.

 

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Un sogno realizzabile: Riccardo III ci salverà (da leparoleinarcheologia.it)

Di Riccardo III sì è parlato e si continua a parlare. Merito della grande rilevanza della scoperta, ma non solo:

 

 

Non avrei voluto partecipare alle operazioni di scavo archeologico avvenute (o forse sì?) e non avrei voluto essere parte del team di ricerca (o forse sì?). Avrei voluto ideare, progettare e realizzare l’aspetto comunicativo del progetto.

 

La folgorazione l’ho avuta quando davanti ai miei occhi è apparso il piano comunicativo dell’ULAS (University of Leicester Archaeological Services) diventato realtà. Inoltre la suddetta folgorazione è stata, per così dire, ‘progressiva’: ad ogni click e ad ogni scroll mi toccava trattenere un “wow!”.

 

Il sito dedicato (http://www.le.ac.uk/richardiii/) è comune nell’aspetto (layout, se vogliamo usare tecnicismi) ma straordinario nei contenuti.

 

continua.

 

 

Cosa ho imparato su “I Social Media per la Cultura” a Firenze (da generazione di archeologi)

Mercoledì 27 febbraio 2013 ho assistito al workshop “I Social Media per la cultura. Una risorsa per la crescita” tenutosi a Palazzo Strozzi a Firenze. […]

Da blogger attiva sui social network – in prima persona su twitter – non posso non essere interessata ad approfondire il tema dei social media per la cultura: è da quando scrivo sui blog di archeologia che sono assolutamente convinta dell’importanza di seguire l’evoluzione della comunicazione online, che va molto più veloce di quanto possiamo immaginare. Da autodidatta quale sono, quello che finora ho imparato sui social media, sulla comunicazione online, sulla reputazione online mi è stato senza dubbio prezioso, ma non è sufficiente.

Così, dato che sono un’archeologa che avrebbe la pretesa di parlare di comunicazione archeologica, ma che non ha una formazione in materie di comunicazione, posso solo aggiornarmi con ciò che la rete mi propone. La mia attuale esperienza col museo archeologico di Venezia mi ha dato lo stimolo ulteriore per approfondire l’argomento. Il workshop mi ha invece fatto notare quanta strada devo ancora fare per potermi definire un’esperta di social media per la cultura.

 

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