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Macro diseconomia dei Beni Culturali (da uominiecoseavignale.it del 01/03/2013)

Con una comunicazione ufficiale arrivata stamattina, la Direzione Generale per i Beni Archeologici ha respinto la richiesta di concessione per lo scavo di Vignale, di fatto decretandone quindi la chiusura, a meno che una più meditata riflessione non porti a un ripensamento. La motivazione tecnica, legalmente ineccepibile, è che non vengono rilasciate concessioni per scavi su terreni di privati, perché questi ultimi potrebbero richiedere il premio previsto dalla legge in caso di rinvenimenti di particolare valore.

Va da sé che questo non è il caso di Vignale: il sito è quello che è (cinquanta anni fa lo stesso Ministero lo aveva dichiarato formalmente distrutto dalle arature) e l’azienda proprietaria dei terreni ha, come sempre, generosamente messo a disposizione il campo a titolo del tutto gratuito e ha rinunciato preliminarmente a ogni eventuale richiesta di premio di rinvenimento. Nulla di tutto questo è stato ritenuto utile a fronte allo spettro di un possibile – e temutissimo da tutti i funzionari pubblici – “danno erariale”.

Dunque, dove non sono riusciti la crisi economica, le fatiche umane, i problemi personali anche gravissimi delle persone coinvolte in questa avventura, gli incendi, le zanzare e anche i vandali, sembra essere riuscito, almeno per il momento, il Ministero che per legge deve tutelare e valorizzare i Beni Culturali del nostro paese.

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