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Comunico, dunque sono: Bronzi superstar? Si, ma in seconda serata.

In principio fu la comparsa su Twitter di @a_bronzo e @BronzoB.

Abbiamo compreso che di lì a breve i Bronzi di Riace sarebbero tornati a casa, nel Museo di Reggio Calabria, prima del previsto.

 

 

Di fatto la grande esposizione mediatica data alla vicenda dei Bronzi di Riace ha sancito l’inaugurazione di una strategia di promozione del nostro patrimonio culturale più moderna del solito. E chi è solito cinguettare o frequentare il mondo dei social media ha percepito subito questa inversione di tendenza.

 

 

Seguendo l’input del Ministro On. Massimo Bray e l’esempio dei Bronzi di Riace, nella blogosfera si è infatti moltiplicata la presenza dei Musei Italiani, e su Twitter non passa settimana che non si affacci una nuova istituzione museale o una nuova “opera d’arte parlante”.

 

 

Questo innovativo modo di fare divulgazione, di “stare sul pezzo”, se così si può dire, rivela un tentativo di svecchiare e dare slancio alla comunicazione del nostro immenso patrimonio storico-artistico, troppo spesso ingessata e ancora legata a modalità retrò di presentazione al pubblico (basta dare un’occhiata ai siti web dei principali musei italiani).
Se poi serva o meno ad avvicinare i cittadini ad arte, archeologia e cultura in genere lo scopriremo.

 

 

E adesso, quasi a rinnovare la gioia del ritorno a casa delle due statue, festeggiata al grido di #saturdaybronzefever, andrà in onda su Rai3 uno speciale di Alberto Angela, dedicato proprio ai Bronzi. (promo)

 

 

Bello, bene, bravi ma, c’è un “ma”.

 

 

I Bronzi di Riace sono finiti in seconda serata, a partire dalle ore 22.45 circa, di domenica 9 febbraio.
E questo ha giustamente scatenato molte proteste.
Sul web ci si chiede infatti perché vadano invece in onda, in prima serata, trasmissioni di taglio molto meno rigoroso e si invoca una loro “ricollocazione” nel palinsesto:

 

 

“E uffa, perché così tardi ? Dovrebbe andare in prima serata, la cultura!”
“Mio figlio, 8 anni, ha segnato sul calendario, data 9 febbraio: “Ulisse, speciale bronzi di Riace” . Perché lui, ci tiene tanto a vedere la puntata. E adesso come glielo spiego che è in seconda serata?”
“I miei figli di 9 e 7 anni adorano Ulisse e Super Quark. Ma come faranno a vedere una trasmissione che – realisticamente – inizierà alle undici di sera quando l’indomani c’è scuola?”
“Non è concepibile che le Sue trasmissioni finiscano ad orari che rendono impossibile la visione a bambini e ragazzi.”

 

E via dicendo.

 

 

Dai commenti emerge dunque che la programmazione in seconda serata è sentita come privazione soprattutto per un target di pubblico che invece andrebbe stimolato di più: bambini e ragazzi, cioè i futuri depositari di valori culturali universali.
In effetti tutto questo è un nonsenso.

 

 

Perché da un lato ci si impegna a svecchiare la comunicazione museale utilizzando in modo creativo e disinvolto i socialnetworks, e dall’altro si rilega un documentario su una rete pubblica in una fascia oraria che ne oscura la visibilità?
Certo RAI e MiBACT sono due entità ben distinte, ma in fondo dovrebbero rispondere entrambe a ragioni di pubblica utilità.
Ci auguriamo (forse inutilmente) che i Bronzi di Riace, dopo aver ritrovato a Reggio Calabraia la dimora che gli spetta e trovato nel web lo spazio che meritano, riescano anche a trovare, nel palinsesto, la posizione che gli dobbiamo.

 

@opuspaulicium

@antoniafalcone