Smart Puglia Archaeology – #SPArcheoLab: ne parliamo con Corrado Pino
La premessa è carica di aspettative: “imparare a fare impresa avvicinando la ricerca archeologica e la musealizzazione alle tematiche giuridico-economiche e a quelle del marketing e della comunicazione”.
Siamo sicuri che stiamo parlando di archeologia?
E già, perché parole come marketing e comunicazione nel nostro settore sono ancora sbirciate con sospetto dagli addetti ai lavori.
Invece, parliamo proprio di archeologi e con archeologi che, approfittando dell’opportunità messa a disposizione dalla Regione Puglia tramite l’azione sperimentale Laboratori Dal Basso, vogliono aprire una finestra sulla contemporaneità, fatta di imprese, start up e contaminazione tra le discipline.
“Smart Puglia Archaeology – #SPArcheoLab” con sottotitolo “Sviluppo economico smart con l’archeologia” è organizzato dall’Associazione Terracunta con base a Lecce.
Di cosa si tratta? Per scoprirlo abbiamo raggiunto Corrado Pino, presidente di Terracunta.
Ciao Corrado e grazie per aver accettato quest’intervista! Progetto ambizioso e fortemente innovativo quello di legare l’archeologia ad ambiti disciplinari apparentemente lontani come marketing e comunicazione. Puoi dirci qualcosa di più?
“S.P.A. Smart Puglia Archeology è un percorso formativo che abbiamo pensato e progettato per dare un contributo allo sviluppo di nuovi saperi all’interno dei confini dell’archeologia. L’idea alla base è quella di formare manager della cultura in grado di individuare soluzioni innovative per gestire in maniera integrata e sostenibile il patrimonio archeologico pugliese, confrontandoci con le best practices nazionali ed europee, in particolare quelle dei musei open-air.
Attraverso workshop tematici e open-lab esperienziali, pensiamo di poter affinare la conoscenza di utili strumenti in grado di potenziare l’offerta di attrattori naturali e culturali, per supportare lo sviluppo socio-economico del nostro territorio.
Chi opera da anni in questi settori può costituire senza dubbio un esempio per tutti coloro che ritengono possibile trasformare i beni archeologici da risorsa culturale dormiente in un efficace incubatore di nuove iniziative imprenditoriali.
Come è nata l’idea? Avete sentito la necessità di colmare delle lacune nella formazione degli aspiranti archeologi?
L’idea del laboratorio è in linea con il percorso avviato solo pochi mesi fa con la nascita dell’Associazione Terracunta, che ci ha visti convergere sull’opportunità di aprire delle strade alternative rispetto a quelle classiche offerte dal mondo archeologico. Il contesto è quello di un gruppo di archeologi che da anni svolgono attività di ricerca nel settore, ma che hanno alle spalle anche esperienze in ambiti diversi come quelli della comunicazione, delle nuove tecnologie, del web e della didattica esperienziale.
Siamo consapevoli che per troppo tempo l’archeologia ha guardato con sospetto alcune dinamiche tendenti all’apertura verso nuovi ambiti disciplinari all’apparenza estranei, privilegiando solo ed esclusivamente gli aspetti legati alla ricerca. Questa dimensione è sicuramente determinata anche dall’assenza, all’interno di percorsi universitari e formazione post-laurea, di discipline che siano in grado di completare le conoscenze dell’archeologo sotto i profili della divulgazione e della gestione commerciale ed economica del bene archeologico.
Per noi è fondamentale un cambiamento di rotta. La cultura deve essere fruizione prima di tutto, deve essere conoscenza. Dobbiamo essere in grado di aprire i preziosi contenitori della ricerca perché possano diventare bene comune e ricchezza per il territorio, sfruttando anche i mezzi più moderni della comunicazione. E questo vorremmo poterlo fare approfittando anche dell’iniziativa dei Laboratori dal Basso che la Regione Puglia con Arti ci mette a disposizione.
Ci racconti brevemente come si svilupperanno i laboratori? E per chi non potesse partecipare, ci sarà modo di seguire in streaming?
Il Laboratorio prenderà il via con la lezione sull’esperienza di EXARC (4 giugno – Castello Dentice di Frasso di Carovigno, BR): capiremo qualcosa di più sulle realtà dei musei open-air in Europa e cercheremo di individuare possibili soluzioni di fruizione e valorizzazione per contesti archeologici del nostro territorio, sul modello EXARC.
Daremo poi uno sguardo alla realtà della didattica ludica della storia (10 giugno – Castello Dentice di Frasso di Carovigno, BR) come elemento indispensabile di divulgazione archeologica per i più piccoli, per aprire successivamente una pagina sulla progettazione di parchi archeologici all’aperto insieme a progettisti ed esperti che saranno in grado di delineare un quadro molto sui musei archeologici all’aperto e sulla loro gestione, guardando da vicino la massima realtà italiana rappresentata dal Museo della Terramara di Montale a Modena (18 e 19 giugno – Castello Dentice di Frasso di Carovigno, BR).
Molto importante sarà anche il focus sulle tematiche del marketing e del fundraising per la cultura. Avremo con noi esperti e formatori che, nelle rispettive discipline, ci illustreranno ambiti di intervento e soluzioni operative per trasformare le nostre conoscenze in sviluppo socio-economico (9 giugno – Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Dinu Adamesteanu” a Lecce e il 13 giugno presso il Consorzio CETMA a Mesagne, BR).
Infine, negli ultimi due appuntamenti, abbiamo voluto portare in Puglia alcune tra le più importanti realtà italiane che sviluppano attività di archeologia sperimentale. Saranno allestiti due open-lab all’aperto, uno dedicato alla metallurgia (20 giugno – Centro Visite della Riserva Naturale di Torre Guaceto a Borgata Serranova di Carovigno, BR) e l’altro alla divulgazione delle attività quotidiane della preistoria (24 giugno – Campo di archeologia sperimentale OKRA a Otranto, LE).
E per coloro che non potessero seguire dal vivo i workshop, Arti Puglia offre sul proprio sito web all’indirizzo www.laboratoridalbasso.it, la possibilità di seguire il live streaming delle sessioni.
Perché un archeologo o un curatore museale dovrebbe seguire il vostro Laboratorio Dal Basso? Quali le competenze che potrebbe acquisire?
Innanzitutto crediamo che sia sempre importante l’informazione e l’aggiornamento continuo, in un mondo in così rapida evoluzione. Operatori museali, divulgatori della storia, ma anche docenti, studenti e laureati in discipline umanistiche e archeologiche possono raccogliere nuovi spunti ed entrare in contatto con nuovi linguaggi per comunicare con la platea e il pubblico con i quali si trovano ad operare.
Si potrà ampliare la rete di contatti attivando nuove collaborazioni con colleghi e gruppi che lavorano nello stesso settore. Infine, si potranno apprendere gli strumenti per attivare una migliore gestione economica della strutture e, in generale, imparare ad utilizzare nuovi strumenti per accrescere le proprie competenze.
Archeologi che si re-inventano insomma: credi che ci sia spazio oggi nel mercato del lavoro per figure professionali ibride? Per esempio: archeologi che si occupano di comunicazione o marketing? Archeologi che diventano start upper? Che insomma escono dalla trincea del lavoro sul campo?
E’ assolutamente necessario che l’archeologo con il suo bagaglio di competenze tecnico-professionali di tipo tradizionale possa essere anche manager (in primis di se stesso) e si possa arricchire di capacità trasversali per dialogare e lavorare con altre figure professionali, anche appartenenti a settori differenti. Non possiamo più permettere che la funzione dell’archeologo sia solo quella dello specialista universitario o dell’operatore (non meglio definito) che lavora nei cantieri lasciando di fatto ad altri il compito di progettare, comunicare, musealizzare.
Quindi la risposta è sicuramente affermativa. Le competenze devono passare dalla formazione e dall’esperienza pratica, ma senza improvvisare. Il percorso del Laboratorio dal Basso sarà sicuramente un ottimo banco di prova per sganciarsi dalle vecchie concezioni e dai luoghi comuni, per poter liberare idee di sviluppo innovative.
Un’ultima domanda, e qui ampliamo l’orizzonte: come può e deve essere secondo te il futuro dell’archeologia italiana? Consigli per gli archeologi di domani?
E’ difficile dare una risposta esaustiva. Conosciamo bene lo spessore culturale e la ricchezza storica della nostra terra. Ma i canali di indagine e ricerca tradizionali non possono più rimanere l’unica strada da percorrere. Gli archeologi del domani dovranno avere fantasia e coraggio, mettersi in gioco e proporre nuovi linguaggi, sfruttando anche gli innovativi e moderni mezzi di comunicazione. E’ una professione da difendere, ma sarà indispensabile collaborare e cooperare, per fare rete e allargare lo spettro delle proprie competenze. Gli operatori della cultura possono e devono lavorare tutti per il bene comune, senza temere di inserirsi nelle dinamiche di sviluppo e nei meccanismi economici della nostra società.
Grazie mille per la disponibilità e in bocca al lupo per il vostro progetto. Vi seguiremo con grande interesse.
@antoniafalcone & @domenica_pate
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Per ulteriori informazioni, il calendario dei laboratori ed iscrizioni a “Smart Puglia Archaeology – #SPArcheoLab”:
– Sito web: spa.terracunta.it
– Email: info@terracunta.it
– Mobile: 3283280483; 3453930791
– Pagina Facebook
Su Twitter e Facebook l’hashtag da seguire è #SPArcheoLab.