Meet the Archaeologist: Camilla Bertini, un’italiana a Nottingham
Vi presentiamo oggi la prima intervista della nuova rubrica di Professione Archeologo, Meet the Archaeologist.
L’idea (neanche troppo) spudoratamente ripresa da uno dei nostri siti di riferimento, l’inglese ArchaeoSoup Productions, è stata una delle prime che ci ha mosso durante la fase di progettazione del sito precedente alla sua messa on line. Alla base c’è uno dei principi ispiratori di Professione Archeologo, ovvero quella della condivisione, del mettere in rete.
Vogliamo cercarli gli archeologi italiani, dovunque lavorino e qualunque cosa facciano in giro per l’Italia e per il mondo, e chiedere loro di metterci la faccia, di raccontarsi e di raccontare il proprio mestiere, le scelte che hanno fatto, l’iter che hanno seguito, di modo che il loro percorso possa essere di esempio e spinta a chiunque voglia intraprendere questa carriera (e magari anche a chi è già per strada).
Cominciamo oggi con un’archeologa che ha deciso di sbarcare Oltremanica, e ci spiegherà lei come e perché.
Camilla Bertini, 30 anni, ha studiato a Padova (laurea triennale in Archeologia, curriculm pre-protostoricoe) a Ferrara (Laurea specialistica in Scienze Preistoriche) e poi è volata fino a Notthingham dove sta frequentando un Master of Science (MSc) in Archaeological Materials e si occupa in particolare dello studio del vetro islamico fra Italia e Medio Oriente tra VII e XII secolo.
Camilla è stata una delle prima colleghe che abbiamo contattato per questa rubrica e da allora un rapporto di amicizia e collaborazione si è sviluppato, quindi sentirete ancora parlare di lei su queste pagine.
Camilla è disponibile per qualsiasi domanda e curiosità per chi fosse interessato a compiere la sua stessa scelta. È possibile contattarla su Twitter (@Cami82) o tramite la nostra casella di posta info@professionearcheologo.it.
Camilla è laureata, ha un master e 30 anni, l’età migliore per fare ricerca. Inizierà il PhD, poi sarà pronta per un percorso universitario. Le auguro con tutto il cuore di farcela, speriamo in Italia
Grazie di cuore Caterina!