Crowdfunding. Il futuro dell’archeologia?

Il crowdfunding è una tipologia di finanziamento tramite donazioni da parte di persone che decidono di investire piccole somme di denaro per sostenere un’organizzazione o un progetto. Grazie alle possibilità di incontro offerte dal web, in particolare dai social media, e grazie all’esistenza di specifiche piattaforme ad esso dedicate, il crowdfunding è stato negli ultimi anni alla base di numerose iniziative, dalla campagna elettorale di Obama, alla realizazzione di film indipendenti o album musicali, al finanziamento di progetti di carattere culturale o umanitario.

 

Concetti essenziali del crowdfunding sono quelli di microfinanza e di comunità, veicolate dal web, la cui viralità permette di raggiungere pubblici e quindi donatori prima inaccessibili.

 

Cosa c’entra l’archeologia?  C’entra perchè nel Regno Unito hanno deciso di applicare il crowdfunding alla ricerca archeologica.

 

DigVentures, nata nel 2012, ha proprio lo scopo di costruire “una comunità che ha l’archeologia come cuore, e la partecipazione pubblica nel DNA”.

 

L’associazione, composta da archeologi con diversi curricula e specializzazioni, con anni di esperienza nel campo della divulgazione, si pone come obiettivo quello di avvicinare il grande pubblico alla pratica archeologica, coinvolgendo gli appassionati  in diverse fasi della ricerca, con un occhio alla sostenibilità sia ambientale che finanziaria dei progetti, avendo in mente la successiva fruizione turistica dei siti indagati.

 

La community dei “venturers” viene poi tenuta sempre aggiornata per mezzo di video, foto, articoli e degli immancabili social network, e può prendere parte, dietro acquisto di un determinato pacchetto, allo scavo, provando in prima persona cosa significa essere un archeologo sul campo.

 

Ed è questa una delle particolarità di quest’idea: le donazioni sono definite in “pacchetti”, che vanno da un minimo di 10 sterline, per le donazioni di base, e salgono via via, fino ad un massimo di 875 sterline per la partecipazione all’intera feel school (della durata di due settimane), e con un pacchetto “speciale” di 2,000 sterline.

 

In questo modo DigVentures ha raccolto lo scorso anno oltre 30.000 euro, mentre quest’anno l’obbiettivo è lo scavo dell’abbazia medievale di Leiston, per cui è in corso la raccolta dei quasi 20.000 euro necessari.

 

Visto il successo di queste prime campagne di crowdfunding, DigVentures mette a disposizione la propria piattaforma per tutti coloro che abbiano bisogno di raccogliere fondi per finanziare i propri progetti di ricerca archeologica.

 

Al di là del successo di questa tipologia di finanziamento, la cosa che ci sembra più interessante è che il team di DigVetures è formato da archeologi imprenditori e manager di sè stessi, che si occupano di tutti i passaggi della ricerca, facendo del coinvolgimento del pubblico degli appassionati non solo la propria fonte di finanziamento, ma anche la comunità verso la quale e per la quale il loro lavoro viene svolto.

 

Ecco le parole di Lisa Westcott Wilkins, manager dell’associazione:

 

“Crediamo che offrire un servizio di nicchia sia assolutamente la strada giusta: dopo tutto noi capiamo il prodotto, abbiamo anni di esperienza nel campo noi stessi, oltre alla necessaria expertise strategica per aiutare altri progetti a realizzarsi e a vendere meglio loro stessi, con un’occhio alla sostenibilità. Abbiamo scoperto attraverso il nostro lavoro che crowdfunding e crowdsourcing sono potenti mezzi di coinvolgimento e costruzione di comunità, il che per quel che facciamo è importante tanto quanto il finanziamento in sé.”

 

Per saperne di più:

DigVentures: crowdfunding, come funziona

Saints & Secrets: the Lost History of Leiston Abbey (il progetto di finanziamento e scavo)

Crowdfunding the past: is this the future of archaeology? articolo su DigVentures in Past Horizon, con l’intervista citata a Lisa Wescott Wilkins.

Il crowdfunding in Italia, un blog

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