L’archeologia torna protagonista in prima serata con Alberto Angela e #Ulisse

Un patrimonio archeologico sconfinato, tante storie da raccontare, un divulgatore culturale.

 

Dal 7 ottobre torna protagonista del sabato sera di Rai Tre “Ulisse, Il piacere della scoperta”, il programma capace di inchiodare milioni di spettatori alla TV e di fare concorrenza alle trasmissioni di taglio nazional popolare in onda sulle altre reti.

 

Protagonista indiscusso della divulgazione culturale in formato televisivo è Alberto Angela. Attorno a lui si muovono schiere di fan, nascono pagine e gruppi social e basta una sua trasmissione televisiva o una sua comparsata per mandare hashtag in Trending Topic su twitter.

 

La grande attesa per il ritorno di Ulisse alla sua Itaca televisiva il prossimo 7 ottobre ha riempito pagine web di magazine e giornali: proprio nella giornata di ieri infatti si è tenuta, presso la sede Rai di Viale Mazzini, la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione 2017/2018.

 

Tanti i temi che saranno affrontati nel corso di questa stagione e, come sempre, l’excursus storico dall’antichità ai giorni nostri è assicurato: dallo sbarco in Normandia alla Roma dei Papi passando per l’incastellamento medievale, il team di Ulisse riesce a confezionare puntate in grado di raccontare la grande storia attraverso le storie.

 

Quando si dice Alberto Angela si dice Roma Antica: quale miglior modo di parlare della città Caput Mundi se non attraverso il suo monumento simbolo? Ci toccherà aspettare la 5^ puntata per gettare uno sguardo insolito sul Colosseo partendo dalla sua fondazione: come fu realizzato l’anfiteatro flavio? Quanto durarono i festeggiamenti in occasione della sua inaugurazione? Quali i risultati delle ultime ricerche archeologiche?

 

Anche se a noi archeologi queste sembrano nozioni banali, parlare di archeologia in prima serata per di più di sabato sera non è cosa da poco, soprattutto se consideriamo il target dei fan di Alberto Angela.

 

Come ha avuto modo di sottolineare il direttore di Rai Tre Stefano Coletta durante la conferenza stampa, il divulgatore più amato dagli italiani riesce a catalizzare l’attenzione dei più giovani. E mentre tutti vanno alla ricerca disperata della formula magica per coinvolgere questa fascia di pubblico che è tra le più difficili da conquistare, si scopre che basta saper raccontare storie con un linguaggio accessibile e grande passione per fare tabula rasa di focus group e sondaggi.

 

E così, non appena inizia la conferenza stampa l’hashtag #Ulisse entra nei trending topic di Twitter in decima posizione per poi salire rapidamente alla quinta posizione già dopo pochi minuti, grazie alla frenetica attività dei fan che twittano, retwittano e condividono. Alberto Angela è un fenomeno social, bisogna farsene una ragione, un influencer culturale come non se ne sono mai visti.

Basti pensare al gruppo Facebook Angelers – Fan di Alberto Angela (del quale noi autrici del post siamo admin) che in poco più di un anno ha raggiunto quasi 20mila iscritti.

 

Le premesse dunque sono decisamente ottime e probabilmente ai piani alti prevedono grandi numeri in fatto di share. A confermarlo arrivano le dichiarazioni di Mario Orfeo, Direttore Generale Rai: “Ulisse non sarà il suo unico progetto per questa stagione”. Nel 2018 infatti sono in programma una serie di speciali in prima serata su Rai 1 sui quali sia il conduttore che tutto lo stato maggiore della Rai hanno mantenuto il massimo riserbo. Alberto Angela ha solo detto che “ci stiamo lavorando”. E noi aspettiamo con trepidazione di sapere come trascorrere le nostre serate culturali del 2018!

 

Il grande successo di UIisse, degli speciali “Stanotte a…” e l’attenzione che Alberto Angela riesce a catalizzare non sono altro che l’evidente dimostrazione di come la cultura in Italia abbia un pubblico appassionato e attento. Il sempre più ampio spazio dedicato alla buona divulgazione noi lo interpretiamo come il segno di una maggiore attenzione alle richieste dei telespettatori, i quali utilizzano sempre di più le piattaforme social per esprimere le proprie preferenze anche in fatto di televisione.

 

Entusiasmo, linguaggio alla portata di tutti, narrazione coinvolgente: queste le parole chiave per riuscire a parlare di cultura, storia, archeologia e scienza in modo appassionante, “traducendo dall’italiano all’italiano” come già da anni ci insegna a fare Piero Angela.

 

Anche se, a nostro giudizio, il vero motivo per il quale Alberto Angela, e prima di lui suo padre, sono campioni di edutainment è uno soltanto: ci ricordano sempre che dietro la storia ci sono gli uomini, trait d’union tra passato e presente.

 

E così a conclusione della conferenza stampa, ai microfoni dei giornalisti, Alberto dichiara «Duemila anni fa, nonostante la corruzione, sono state costruite opere che reggono ancora oggi e vengono ammirate da tutti. Noi dobbiamo andare avanti e rendere Roma e l’Italia eterne per la loro bellezza».  

 

Antonia Falcone

(@antoniafalcone)

Stefania Piccin

 

#ARAcomera: in volo nella storia

Ricostruzione virtuale dei monumenti e visite immersive sono ormai il presente dell’archeologia e della fruizione museale. Parole come realtà aumentata, visori, beacon, 3D stanno lentamente entrando a far parte del bagaglio esperienziale di visitatori e utenti.

Quando parliamo di archeologia la suggestione che può venire dalla realtà virtuale è tanto più significativa perché il visitatore si trova spesso di fronte a monumenti/oggetti/siti dei quali rimane bel poco di visibile e deve fare un grande sforzo di immaginazione per visualizzare l’aspetto originario o il paesaggio entro cui vivevano e agivano gli esseri umani di secoli o millenni fa.

Senza l’ausilio di una conoscenza approfondita, e quindi di anni di studio, è spesso difficile per i non addetti ai lavori entrare nel meccanismo dell’immaginare il passato. Non è un caso che i siti archeologici più visitati siano quelli in cui le tracce del passato si leggono e si interpretano distintamente: pensiamo a Pompei, Ercolano o al Colosseo. Le nuove tecnologie rappresentano quindi un ausilio imprescindibile per avvicinare il pubblico all’antico.

Lo scorso 18 gennaio abbiamo partecipato all’anteprima blogger di #ARAcomera “il primo intervento sistematico di valorizzazione in realtà aumentata e virtuale di uno dei più importanti capolavori dell’arte romana, l’Ara Pacis Augustae”.

Il progetto, partito ad ottobre 2016, si basa su un percorso in realtà aumentata con l’ausilio dei visori AR che permettono di rivivere l’Ara Pacis a colori e di acquisire ulteriori informazioni su storie e personaggi rappresentati sul monumento augusteo.

Finora i visitatori sono stati più di 11mila, a decretare il successo di tecnologie in grado di coinvolgere gli utenti dei musei. L’ottimo risultato raggiunto ha così portato ad implementare il percorso con un nuovo punto di interesse, stavolta del tutto in realtà virtuale: la combinazione di riprese cinematografiche con veri attori, ricostruzioni in 3D e computer grafica porta l’utente a vivere a 360° il Campo Marzio di I secolo a.C.

Grazie ai visori, il visitatore plana così sul Campo Marzio dove tra il Pantheon, la Meridiana Augustea, i Saepta Iulia, l’Acquedotto e l’Ara Pacis, si trova circondato da romani in toga che accorrono a vedere il sacrificio del toro davanti all’altare augusteo.

Basta girare la testa, abbassarla e alzarla e si può esplorare l’ambiente circostante, come se ci si trovasse davvero nella Roma antica.

Il momento più suggestivo è senza dubbio quello della discesa dall’alto sul Campo Marzio con la Meridiana che man mano si avvicina e si ingrandisce. Arrivati poi davanti all’altare, insieme agli altri cives, si assiste quindi al sacrificio cruento del toro e alla ritualità della cottura degli organi interni.

ara comera

Il filmato dura circa 10 minuti che scorrono via veloci grazie ad un linguaggio semplice e accessibile. Raccomandiamo però di mettere bene a fuoco il video per vivere in pieno l’esperienza virtuale.

Il progetto è stato realizzato da ETT Solutions, azienda leader nel settore dell’innovazione tecnologica e culturale.

Sono trascorsi secoli da quel sacrificio inaugurale del 9 a.C. davanti all’Ara Pacis eppure è proprio grazie alle tecnologie del XXI secolo che riusciamo a sentirci più vicini al I secolo a.C., partecipando dello spirito della prima Roma imperiale.

Ulteriori informazioni su programmazione delle visite e biglietti le trovate qui.

#ARAcomera su twitter 

@antoniafalcone