Archeologia e formazione: strada senza uscita? (dal blog passatoefuturo)

Il blog passatoefuturo propone un’interessante riflessione sul rapporto tra archeologia, formazione universitaria e mondo del lavoro. Possiamo immaginare un futuro diverso per chi, come noi archeologi, investe tempo e risorse nella formazione e si ritrova spesso a dover abbandonare qualsiasi prospettiva professionale nel settore? I nodi stanno venendo al pettine?

Quale deve essere il ruolo dell’università oggi per permettere l’inserimento degli archeologi nel mondo del lavoro?

 

“Per un istante proviamo anche noi, ricercatori e docenti, a pensare alle nostre responsabilità e alle colpe di una formazione che non porta all’acquisizione di competenze spendibili sul mercato del lavoro ma solo ad una specializzazione estrema nella ricerca (…..) Sarebbe di contro molto utile pensare al placement dei nostri laureati, e dire la nostra per proporre una visione dei bbcc che  non sia più solo protezionistica ed erudita”.

 

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Commenti

1 commento
  1. Paola
    Paola dice:

    @giuliano Hai grattato via la patina e hai tirato fuori il cuore dell’iceberg. La penso esattamente come te. Non è una colpa vedere la nostra professione come un lavoro. Tale deve essere e come tale deve esistere fuori dalle università. Non scendere a patti con l’economia reale non è idealismo è una forma di snobismo. È un peccato vedere che tanti storici dimenticano che le cose e le discipline per continuare ad esistere e progredire devono avere un significato all’interno della società altrimenti spariscono. L’archeologia e la storia sono importanti per il presente, ma siamo noi a doverlo dimostrare, non sono sempre gli altri a doverci pagare sulla fiducia.

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